SE MELONI CEDE DOPO MACRON E BRUXELLES
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”
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A Roma c'è un vecchio detto - "buttarla in caciara" - legato alla tradizionale tendenza della Capitale e dei romani a sdrammatizzare tutto con un cinismo secolare, anche le cose serie che meriterebbero attenzione. L'arrivo, non certo ma abbastanza probabile, degli agricoltori della marcia dei trattori sul palco di Sanremo, corrisponde esattamente a questo.
Se davvero ci arriveranno, cosa che, sia detto con tutto il rispetto di Amadeus, difficilmente potrà avvenire senza il benestare del governo, il Festival avrà confermato la sua natura di grande evento politico, oltre che canoro, nazionale. E Meloni avrà definitivamente rinunciato alla linea dura contro il movimento dei trattori, del quale sarebbe stata naturalmente alleata quando era all'opposizione, e che invece ha provato a contrastare nei primi giorni in cui provavano a bloccare l'Autostrada del Sole.
PROTESTA DEI TRATTORI SANREMO
A dare il via libera, del resto, per un compromesso il più possibile onorevole, dato che comunque capovolge la linea tenuta fin qui, è stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
[…] Toccherà alla prossima Commissione eletta dopo il 9 giugno e guidata, chissà, di nuovo dalla VdL. Così, dopo Macron, dopo Bruxelles, è Meloni che deve arrendersi ai trattori. Al governo italiano toccherà in fondo lo sforzo minore, dato che il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida aveva già provveduto a una serie di concessioni agli imprenditori agricoli, legate al Pnrr e alla modernizzazione delle imprese.
protesta dei trattori
Era questa la ragione per cui, in pieno accordo con Coldiretti, Palazzo Chigi aveva provato a resistere, puntando sul fatto che il grosso degli agricoltori era stato accontentato e quella in marcia era la frangia più estremista della categoria, guidata pure da No-vax e Forconi, pronti a mettersi alla testa di qualsiasi protesta.
Ma appunto, tra Sanremo e Piazza Colonna, l'indirizzo della presidenza del consiglio, Meloni ha compreso che alla fine era meglio l'accordo, i cui termini sono ancora da dettagliare. E meglio se celebrato da Amadeus.
1 – MELONI E SALVINI QUELLA SFIDA SUI SOCIAL PER INTESTARSI LA VITTORIA CONTRO BRUXELLES
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”
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Giorgia Meloni e Matteo Salvini continuano disperatamente a rincorrere i trattori, in una gara a chi condivide di più la loro protesta. Persino di fronte alla notizia data ieri dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che di fronte ai cortei degli agricoltori di mezza Europa annuncia di voler chiedere il ritiro della proposta sull'uso sostenibile dei pesticidi (già arenata da mesi e bocciata dal Parlamento europeo), ecco i due leader italiani che provano a intestarsene il merito.
Il leader della Lega è il primo a intervenire festante: «Evviva gli agricoltori, i cui trattori stanno costringendo l'Europa a rimangiarsi le follie imposte da multinazionali e sinistre», scrive sui social. Meloni, vedendo l'alleato, cerca di alzare ancora di più l'asticella: «È una vittoria anche italiana», sostiene rientrando da Tokyo. Le opposizioni restano sbigottite.
PROTESTA TRATTORI
«Mi fa ridere Meloni che rivendica la scelta di ritirare una proposta già bocciata in Europa», dice la segretaria del Pd, Elly Schlein. Il governo italiano, semmai, «ha sostenuto la riforma di questa politica agricola comune per cui gli agricoltori oggi protestano», ricorda ancora la leader Dem […]
Quello che può fare davvero il governo Meloni è intervenire sull'esenzione Irpef per le aziende agricole, dopo averla fatta saltare nella sua legge di Bilancio. Così, la Lega per prima presenta un emendamento per ripristinarla in blocco. «Poi però da FdI ci hanno chiesto di accantonare quell'emendamento», racconta a La Stampa il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari. «Ora vediamo cosa propone il governo. Qui qualcuno (gli alleati di FdI, ndr) dice che si aiuterebbero anche le multinazionali dell'agricoltura con un'esenzione per tutti, ma non è così».
francesco lollobrigida e i trattori – vignetta by riccardo mannelli
Gli fa eco il senatore Alberto Bagnai: «Tutte le volte che si impone una soglia, si elimina un problema politico e se ne crea un altro». Potrebbero ripresentare il loro emendamento, dunque, se ritenessero troppo basso il tetto che ha in mente FdI, in modo da mettere in difficoltà gli alleati.
[…] oggi alla Camera, parlerà il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, per annunciare una nuova sospensione dell'Irpef, ma - come anticipato ieri da questo giornale - solo per le aziende agricole più in difficoltà, con un reddito non superiore ai 10mila euro.
Al ministero dell'Economia stanno studiando l'ipotesi e il suo costo, partendo però sempre da una certezza: non ci sono soldi. Ragione per cui, come viene sottolineato più volte, se anche si trattasse di pochi milioni di spesa, il Parlamento dovrebbe comunque indicare dove pensa di trovare le coperture.
Gira voce che qualcuno abbia azzardato di recuperare qualche milione andando a toccare il comparto dei carburanti, ma le perplessità restano forti.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA GIORGIA MELONI AL VINITALY
L'idea di ripristinare tout court l'esenzione Irpef per tutti gli agricoltori, che costerebbe 200 milioni, viene invece definita «impraticabile» a via XX settembre. Ma i leghisti potrebbero comunque alzare il pressing per alzare una bandiera. Anche dentro FdI ci sono deputati (come Monica Ciaburro, Maria Cristina Caretta e Marco Cerreto) che, senza averlo concordato con i vertici, avrebbero presentato emendamenti in linea con quello leghista. In questa confusione, «FdI e Lega stanno litigando sulla responsabilità della protesta dei trattori - fa notare il leader del M5S, Giuseppe Conte -, ma le tasse le hanno alzate entrambi».
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI