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    MELONI INTERNATIONAL – LA PREMIER IN PECTORE HA RISPOSTO DURISSIMA ALLE PUTINATE DI BERLUSCONI, MA DOVRÀ BRIGARE NON POCO PER RASSICURARE BRUXELLES E WASHINGTON SULLA FEDELTÀ ATLANTICA DEL SUO GOVERNO, SPECIE SE ALLA FARNESINA VA IL GRAN CIAMBELLONE DEL FILO-PUTINIANO BERLUSCONI, TAJANI – L’IPOTESI DEL VOTO ANTICIPATO DOPO LA FINANZIARIA È SERIA? NÌ – IL DEBUTTO A BRUXELLES IL 15-16 DICEMBRE, L’ASSE CON LA POLONIA E IL CONSIGLIO DI DRAGHI: NON COMPLICARE I RAPPORTI CON PARIGI E BERLINO


     
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    Ilario Lombardo per “La Stampa”

     

    GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI

    «L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo».

     

    Giorgia Meloni non poteva essere più chiara nella nota pubblicata ieri sera, scritta scegliendo parola per parola, cesellando frasi che erano sì dirette a Silvio Berlusconi ma in realtà parlavano a tutta quella parte di mondo che ha il ciglio alzato e aspetta il nuovo governo. Aspetta cioè di capire se nel caos del centrodestra le ragioni della Russia guadagneranno terreno.

     

    il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 2 il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 2

    Meloni, assicura, chiederà «chiarezza» a tutti i ministri su quella che ritiene essere una precondizione: «Una linea di politica estera chiara e inequivocabile», senza ambiguità, e che certifichi che l’Italia «con noi al governo non sarà mai l’anello debole dell’Occidente».

     

    L’audio 2 della seconda giornata del Silvio Berlusconi Show è in qualche modo ancora più problematico per Meloni. Non si tratta più di bottiglie di lambrusco e vodka, ma di un attacco diretto a Kiev, che mette in discussione la considerazione dell’Ucraina come Stato aggredito da Mosca.

     

    andrzej duda andrzej duda

    Da Fratelli d’Italia non confermano che la leader abbia telefonato a Volodymyr Zelensky, ma non smentiscono che potrebbe farlo nelle prossime ore, per confermargli la solidarietà del futuro governo e promettergli un viaggio nella capitale ucraina al più presto, quando le condizioni di sicurezza lo permetteranno.

     

    Nel frattempo, però, lo sfogo di Meloni va interpretato per capire cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni. È confermato che la delegazione del centrodestra salirà assieme al Quirinale, anche se qualcuno dentro FdI vive già in apprensione il momento in cui Berlusconi salirà le scale del Colle fino alla stanza di Sergio Mattarella e poi fuori, davanti alle telecamere.

     

    SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI MEME SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI MEME

    Ci sono 24 ore per chiudere un accordo con il presidente di Forza Italia e disinnescarlo. 24 ore di trattativa che potrebbero portare la maggioranza fino al precipizio o salvarla. La minaccia di Meloni di rompere e puntare al voto piuttosto che piegarsi a Berlusconi, giurano parlamentari a lei vicini, è seria.

     

    Anche se i più attenti tra gli alleati fanno notare che nell’ipotesi del voto anticipato - nei primi mesi del 2023, dopo l’approvazione della legge di Bilancio, per intervenuti limiti di coalizione a destra - rientrerebbe in gioco un fattore: l’opposizione. È difficile immaginare che Pd, sinistra, M5s e Terzo Polo, rifarebbero lo stesso errore di andare tutti separati alle elezioni, se avessero l’opportunità di riprovarci.

    il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 1 il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 1

     

    Ci sono due appuntamenti in calendario da tenere a mente per capire le preoccupazioni della premier in pectore, dopo le tenerezze riservate da Silvio Berlusconi a Vladimir Putin e le critiche rivolte a Zelensky. Il 15-16 dicembre, un mese e mezzo abbondante dopo la nascita del «governo della Patria», Meloni debutterà a Bruxelles, al primo Consiglio europeo.

     

    La mente è già lì, a quando incontrerà, in un vertice internazionale e da pari, i leader dell’Europa che temono lo sbandamento dell’Italia su due pilastri fondamentali: la stabilità economica nel quadro europeo e la fede atlantica. Prima ci sarà il G20 di Bali, a novembre, palcoscenico globale dove però l’Italia sarà solo spettatrice di un possibile contatto tra il presidente americano Joe Biden e Putin.

     

    il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 4 il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 4

    Il summit europeo sarà però cruciale per capire quanto Meloni intenda davvero alienarsi l’asse franco-tedesco e fare sponda con la Polonia (molto meno con l’Ungheria), alleata nella famiglia dei conservatori. Non sono sfuggite alle ambasciate dell’Unione le parole di apprezzamento del presidente polacco Andrzej Duda rivolte a Meloni e la risposta della futura presidente del Consiglio: «Sono convinta anche io che Italia e Polonia possano e debbano rafforzare la loro collaborazione per difendere insieme i nostri comuni valori e la sicurezza europea».

     

    il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 7 il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 7

    In queste settimane più volte il premier uscente Mario Draghi ha avuto modo di suggerirle, in pubblico e in privato, di non complicare i rapporti con Parigi e Berlino. E fonti diplomatiche avvertono che l’inquilina di Palazzo Chigi dovrà comunque tener presente che il complicato scacchiere europeo è in questo momento agitato da una forte tensione tra la Polonia conservatrice e la Germania del socialdemocratico Olaf Scholz, punto di riferimento dei Paesi del Nord Europa e unico possibile alleato dell’Italia per conquistare misure condivise di contenimento delle spese energetiche.

     

    mario draghi emmanuel macron mario draghi emmanuel macron

    Anche in quest’ottica va letta la volontà di Meloni di incontrare il presidente francese Emmanuel Macron a Roma, dove è atteso domenica e lunedì per un evento sulla pace della comunità di Sant’Egidio. Lo farà, spiega una fonte tra i fedelissimi, se riceverà in tempo l’incarico da premier.

     

    L’altro appuntamento che dentro FdI tengono in grande considerazione dovrebbe essere, in teoria, in primavera, probabilmente a marzo. Gli sherpa di Meloni hanno già cominciato a pianificare per quella data il viaggio negli Stati Uniti, dove la leader italiana conservatrice incontrerà il capo globale dei progressisti.

     

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    Non sarà un faccia a faccia tra amici che condividono idee politiche, ma tra alleati che devono coabitare nella stessa parte di mondo. Già due volte Biden ha sostenuto pubblicamente il timore che lo choc sovranista italiano possa contagiare altri Paesi e indebolire la Nato. A Meloni non ha fatto piacere, ma contro Cina e Russia la premier dovrà fare obbligatoriamente asse con chiunque siede alla Casa Bianca.

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