Francesco Olivo per “la Stampa”
il comizio di giorgia meloni per vox, in spagna 8
Giorgia Meloni continua a girare l'Italia, ieri era a Palermo, non ha in agenda viaggi all'estero né riceverà visite dagli alleati stranieri. Il leader dell'ultradestra spagnola Vox, Santiago Abascal insomma non ricambierà il piacere fatto da Meloni che nel giugno scorso si presentò a Marbella per un comizio poi diventato famoso per la durezza del contenuto (e della forma).
Eppure la vicenda internazionale continua a dominare le ultime ore della campagna elettorale dell'aspirante premier: l'appoggio a Vox, le accuse a Enrico Letta per il sostegno cercato e ricevuto dalla Spd tedesca e anche un attacco alla Francia, stavolta a causa di un'intervista del filosofo Bernard-Henri Levy trasmessa su Rai3. Per il leader del Pd sono «toni antieuropei inattesi».
MELONI ABASCAL
Sul fronte interno la battaglia di Fratelli d'Italia si concentra al Sud. Dopo il fine settimana trascorso in Puglia, Basilicata e Campania, ieri è stata la volta della Sicilia.
E qui, per forza di cose, il grande tema è il reddito di cittadinanza. Meloni, come noto, lo vuole abolire, una scelta che, da queste parti, va spiegata con cura: «Nessuno deve avere paura - dice ai militanti radunati davanti al teatro Politeama di Palermo -, ma dignità vuol dire non dipendere dallo Stato e dalla politica. La povertà non si abolisce per decreto».
Renato Schifani, candidato alla presidenza della Regione, conferma: «I giovani stanno nella piazza del Paese senza far nulla, con un assegno di Stato in tasta». E che il tema sia sentito lo dimostrano i dibattiti nei capannelli che si formano nella piazza prima del comizio e anche, più tardi, i cartelli dei manifestanti che vengono caricati dalla polizia affinché non si avvicinino al palco.
il comizio di giorgia meloni per vox, in spagna 3
La presidente di Fdi non rinnega certo le amicizie internazionali, anzi: «Mi auguro che il centrodestra italiano guidato da Fratelli d'Italia vinca le elezioni e che questo possa aprire la strada a qualcosa di simile anche in Spagna tra qualche mese - dichiara all'agenzia iberica Efe - ho avuto una lunga telefonata con Santiago Abascal, come spesso accade. Siamo uniti dal rispetto reciproco, dall'amicizia e dalla lealtà. Ci diverte il fatto che in Italia la sinistra usi Vox per attaccare Fdi e viceversa in Spagna. Il leader nazionalista le risponde a stretto giro: «Speriamo in un grande trionfo per Giorgia Meloni, che credo rappresenti una grande reazione della sovranità delle nazioni europee contro le imposizioni ideologiche e globaliste che vengono fatte da certi uffici delle burocrazie europee e quindi dobbiamo celebrare una vittoria di Meloni. Le auguriamo il meglio».
ENRICO LETTA GIORGIA MELONI MEME
Per Enrico Letta la sintonia con gli ultra nazionalisti spagnoli è la riprova che una vittoria della destra può mettere in pericolo la collocazione internazionale dell'Italia: «Meloni ora sta spiegando cosa pensa, ha scelto di sostenere Orban, ora parla con toni anti-europei, in Spagna vuole che vinca il partito Vox, post-franchista», dice a Dimartedì.
Anche Carlo Calenda attacca: «Io non ho mai evocato l'allarme democratico ma se la Meloni si mette a dire che vuole Vox al governo, che domani la Le Pen, Orban, magari l'Afd tedesca, attenzione perché lì c'è gente che è fascista dichiarata». Uno che alleato non è più è Donald Trump, Meloni ha forti legami con i repubblicani americani, ma, a differenza di Salvini, non nomina mai l'ex presidente statunitense, alle prese con guai giudiziari pesanti.
letta meloni confronto corriere
Ma quando parla di social network sembra riferirsi alla sua sospensione: «È assurdo che si debba sottostare ai diktat dei padroni delle piattaforme che si arrogano il diritto di dire cosa è giusto e cosa non lo è, cosa si può dire e cosa non si può dire. La libertà di parola non è una concessione di qualche gigante del web».
Meloni poi torna sul tema del fascismo e quando su Rainews24 le chiedono un parere sulla definizione che diede Gianfranco Fini, "male assoluto", la replica è: «Io ero dentro An all'epoca, non credo di essermi dissociata. La risposta mi sembra evidente». Anche se in un'intervista rilasciata a Le Iene nel 2004 dichiarò un'altra cosa: «Il fascismo non fu il male assoluto» .
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