meloni lotito
L'aula del Senato ha approvato, con 87 voti favorevoli e 58 contrari, l'emendamento al decreto Anticipi che proroga al 18 dicembre i termini delle prime due rate della rottamazione quater, proposto ieri dal senatore Claudio Lotito di Forza Italia tra le protese delle opposizioni.
Seduta sospesa al Senato dopo le frasi del capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, che ha annunciato il voto favorevole della Lega all'emendamento Lotito al decreto Anticipi, che chiede una proroga dei termini già scaduti delle prime due rate della Rottamazione quater. «Le opposizioni che hanno le loro ragioni sul metodo di alcuni emendamenti che vengono presentati in commissione bilancio all'ultimo minuto: anche la maggioranza una riflessione deve assolutamente fare», ha riconosciuto Romeo, intervenendo in Aula.
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«Ma voglio dire alle opposizioni di stare attenti: la visibilità che state dando a Lotito puo' diventare metodo di vanto. Impariamo a chiamare le cose per quello che sono. Lo dico al senatore Manca dovrebbe conoscere bene la materia: non e' un condono e' una remissione in termini e per questo voteremo a favore», ha aggiunto. Il riferimento al senatore dem ha suscitato le veementi proteste delle opposizioni. E la presidente di turno dell'Aula, Anna Rossomando, ha dovuto sospendere brevemente l'Aula.
Dura Italia Viva. «Ciò che non possono Meloni e Salvini puo' il senatore Lotito, che e' il vero capo della maggioranza. Dobbiamo dargliene atto. Non si trovano i soldi per la sanita' che e' al collasso ma si trovano per gli emendamenti di Lotito». Lo ha detto in Aula al Senato la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice di Italia Viva, durante la votazione degli emendamenti al Decreto anticipi. «Questo provvedimento, dopo gli emendamenti di Lotito, presentato in Commissione bilancio a saldo zero, è via via diventato a saldo molto variabile.
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Invece, per i medici e gli infermieri trattati in maniera indecente, e per i tagli delle pensioni di chi ha rischiato la vita durante il covid, tutto questo non si può fare», ha aggiunto Paita. Per il partito democratico, «siamo di fronte all'ennesimo condono. Siamo di fronte all'ennesima offesa ai cittadini onesti e all'ennesima strizzata d'occhio ai furbi. Questa maggioranza invece di preoccuparsi della crescita di questo Paese si preoccupa dei condoni. Chiediamo che la maggioranza ritiri l'emendamento 4.0.300, a prima firma Lotito», così il senatore dem Daniele Manca, in Aula a Palazzo Madama. Ma non finisce qui, perché lo scontro cresce anche sul fronte del salario minimo. Tant’è che Giuseppe Conte incalza la premier.
«Tu non sei Rambo. Rambo sono i tantissimi lavoratori che vivono alla giornata e che, con i tuoi soci, hai condannato a un destino di precarietà senza fine. E poi smettiamola con i vittimismi, con la posa da Calimero».
Lo dice, in un video messaggio, il leader del M5s, Giuseppe Conte rivolto a Giorgia Meloni che oggi ha citato Rambo
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