DAGOREPORT
Tommaso Ciriaco per la Repubblica - Estratti
MELONI SALVINI
Pochi giorni fa, come colpita da presagio o rivelazione, Giorgia Meloni aveva provato con tutte le sue forze ad annullare il comizio previsto a Cagliari con Matteo Salvini e Antonio Tajani. «Vado in Sardegna da sola», aveva proposto ai suoi. Non voleva farsi fotografare con l’alleato leghista che ogni giorno la sgambetta.
Alla fine, il pressing della destra sarda l’ha spinta a capitolare. Mai avrebbe immaginato però di ritrovarsi questo pomeriggio fianco a fianco del segretario del Carroccio poche ore dopo l’incredibile sortita del vicepremier su Navalny, copia quasi conforme della linea del Cremlino.
Servirebbe tempo per riportare quello che in queste ore a Palazzo Chigi si dice e si pensa di Salvini. Inutile descrivere la rabbia, l’imbarazzo, la difficoltà politica della presidente del Consiglio di fronte alla posizione dell’alleato. La sfiducia, ormai quasi un fatto personale. Anche per questo, Meloni decide nel pomeriggio di battere un colpo. E di farlo cavalcando una decisione a cui in realtà lavora da settimane: sarà presto a Kiev, portando nel viaggio un pool di tv e agenzie di stampa (senza i quotidiani).
Nessuna conferma ufficiale dal governo del viaggio, va sottolineato.
SALVINI MELONI
Ma la premier sembra intenzionata a recarsi in Ucraina nei prossimi giorni. Un viaggio annunciato anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
L’altra mossa di Meloni sarà quella di presiedere un G7 in videoconferenza. È il primo che le tocca.
Ha deciso di convocarlo proprio il 24 febbraio, data appunto in cui Putin scatenò la guerra. L’intenzione è quella di ospitare Zelensky (dopo l’intervento, l’ucraino si scollegherà e non potrà ascoltare i ragionamenti degli altri leader).
Ma non basta. La premier intende lanciare con i partner internazionali alcuni segnali contro Putin. Il primo: inasprire le sanzioni del G7, in particolare per imporre una stretta che impedisca alle forniture energetiche provenienti dalla Russia di bypassare le restrizioni attraverso un passaggio intermedio in Paesi terzi.
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MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI
Tutto lascia insomma intendere che Meloni cercherà nei fatti di far dimenticare quanto sostenuto dall’alleato leghista su Navalny. E di reagire al segnale interessato di Putin, che loda il rapporto con l’Italia e con gli amici di Mosca che non mancano anche in Occidente.
E quindi, certo, Meloni replicherà nelle prossime ore. Dirà che il Presidente russo cerca da tempo di incunearsi nelle democrazie dell’Ovest. Inviterà a non cedere a questa campagna. E sicuramente loderà il sacrificio di Navalny, segnale di repressione e sintomo di paura del dissenso che guida le mosse dello Zar.
Sono concetti che ribadirà dopo Kiev anche in Canada, ospite il prossimo due marzo di Justin Trudeau. E che vorrebbe consegnare anche a Joe Biden a Washington, prima del G7 di giugno: sottotraccia, a dire il vero, sperava di arricchire il viaggio a Toronto con un passaggio negli Usa. Ci lavora, con discrezione, la diplomazia. Al momento però non c’è nulla di davvero concreto in agenda.
giorgia meloni matteo salvini atreju
Resta la difficoltà politica di gestire Salvini. La presidente del Consiglio, infatti, è divisa tra la necessità di mandare un segnale a favore dell’Ucraina e la stanchezza delle opinioni pubbliche occidentali nei confronti del conflitto.
Con le Europee alla porte, un bel dilemma, visto che il leghista intende sfruttare questo varco per conquistare consenso. Meloni, che considera la strategia dell’alleato quantomeno poco leale, prepara il contrattacco. E, pensando al comizio a tre di Cagliari, si rammarica di non aver dato ascolto all’istinto.
MATTEO SALVINI E IL PATTO CON RUSSIA UNITA
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
«Capisco Yulia Navalny, ma sulla morte di Alexei la chiarezza la faranno i medici, i giudici. Non noi». Bastano queste poche parole a Matteo Salvini per finire nella bufera. E a far tornare a parlare dei rapporti tra la Lega e Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Complice anche un libro: quello del suo ex portavoce Gianluca Savoini.
Che dopo l’archiviazione dell’inchiesta sul Metropol ha pubblicato le sue memorie con un titolo evocativo e un sottotitolo ancora più esplicito: “Da Pontida al Metropol. La lunga guerra dei poteri forti internazionali contro la Lega“. Ma nel dibattito politico oggi si parla più del patto stipulato con Russia Unita nel 2017. E che secondo alcuni nel Carroccio non sarebbe mai entrato in vigore. Mentre c’è chi dice che è stato persino rinnovato.
L’accordo
SALVINI PUTIN
«C’era stato un incontro in cui avevamo firmato un memorandum valoriale, ma gli accordi sono un’altra cosa», ha detto ieri il vicesegretario della Lega Andrea Crippa cercando di minimizzare.
Del patto tra la Lega e Russia Unita si è cominciato a parlare lunedì, durante la fiaccolata in Campidoglio per Navalny. Massimiliano Romeo, capogruppo leghista al Senato, nelle more della contestazione subita in piazza aveva detto che l’accordo era decaduto.
Il patto è stato firmato il 6 marzo del 2017 tra il segretario della Lega Salvini e i vice Segretario per le Relazioni Internazionali di Russia Unita Zhelezniak. E al punto 8 prevedeva invece un rinnovo tacito per altri cinque anni: «Il presente accordo entra in vigore all’atto della firma dei rappresentanti autorizzati delle Parti e ha una validità di 5 anni. L’accordo è automaticamente prorogato per successivi periodi di cinque anni, a meno che una delle Parti notifichi all’altra Parte entro e non oltre 6 mesi prima della scadenza dell’accordo la sua intenzione alla cessazione dello stesso».
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
Il Foglio ha scritto nei giorni scorsi che il patto non è mai stato sciolto. Anche perché per farlo serviva una notifica di una delle due parti all’altra.
Per questo ieri Carlo Calenda durante Porta a Porta è andato all’attacco: «Andate a vedere sui social la fanfara con cui Salvini ha siglato quell’accordo. Facciano vedere una lettera in cui lo hanno disdetto, se lo hanno fatto.
Che ci vuole? L’accordo non è che non c’è mai stato, c’è il testo e anche la data di rinnovo automatico. Su questo Crippa sta mentendo. La Lega ha detto che mi querelerà, lo facciano».
Il leader di Azione ha anche minacciato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: «Salvini è al governo, è al corrente di tutte le informazioni di sicurezza e non può essere alleato formale di Putin, che mette l’Europa a ferro e fuoco».
SALVINI RUSSIA UNITA
(...) Intanto il Capitano è in silenzio. Dopo le dichiarazioni di ieri a Rtl 102.5 ha preferito farsi difendere dai suoi. E di glissare sul patto. Durerà?
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHO I RAPPORTI DI SALVINI E BERLUSCONI CON PUTIN - VIGNETTA ELLEKAPPA MATTEO SALVINI E PUTIN
Matteo Salvini - Sergei Zhelezniak - firma dell accordo tra la lega e russia unita
MATTEO SALVINI CON MAGLIETTA DI PUTIN AL PARLAMENTO EUROPEO
MATTEO SALVINI CONTESTATO IN POLONIA CON LA MAGLIETTA DI PUTIN LA PREVALENZA DEL CREMLINO - VIGNETTA DI ELLEKAPPA