De Luca a Meloni: "Lavora tu, stronza!"
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— Il Grande Flagello (@grande_flagello) February 16, 2024
Il deputato Foti sarà querelato per le dichiarazioni rese al tg di Retequattro. La Campania avrebbe speso solo il 24 per cento delle risorse Fsc. È l’ennesima notizia falsa e completamente inventata. Ne risponderà.
— Vincenzo De Luca (@VincenzoDeLuca) February 16, 2024
De Luca è simpatico, ma ci sono confini insuperabili. Che sarebbe successo se il presidente di una regione di centrodestra avesse dato dello stronzo a Letta Renzi o Gentiloni mentre tentava l’assalto
a palazzo Chigi? Invece tutto tace. @VincenzoDeLuca @ellyesse @GiorgiaMeloni
— Bruno Vespa (@BrunoVespa) February 16, 2024
Niccolò Carratelli per la Stampa - Estratti
VINCENZO DE LUCA MANIFESTAZIONE A ROMA
Un po' Masaniello imbizzarrito, pronto a farsi «caricare» dalla polizia, un po'Viceré di Napoli, sommo interprete delle rivendicazioni del Mezzogiorno d'Italia. Due parti in commedia difficili da conciliare per Vincenzo De Luca. La sua trasferta romana, più che una manifestazione politica, è stata uno spettacolo teatrale a cielo aperto, uno show che rende superflua qualsiasi imitazione di Maurizio Crozza.
E dire che lo sforzo di moderare i toni, almeno durante il suo discorso dal palco di piazza Santi Apostoli, è evidente, apprezzabile. «Come li chiamereste voi? », la domanda retorica ripetuta più volte, dopo aver elencato le «nefandezze amministrative» della coppia Fitto-Meloni, colpevoli di non aver ancora sbloccato i 6 miliardi di fondi per la coesione destinati alla Campania. «Imbecilli», si fa scappare una volta, una sola. Poi ammorbidisce: «Diciamo che sono lavoratori socialmente inutili».
VINCENZO DE LUCA CONTRO GIORGIA MELONI: LAVORA TU, STRONZA
Prova gusto a fare da guastafeste tra le quasi amiche Elly e Giorgia, alleate contro il suo terzo mandato. Ma vorrebbe risposte nel merito, non altre lamentele della premier sul suo turpiloquio. Certo, si capisce che il ministro Fitto non gli sta simpatico: «Figuratevi se abbasso la testa davanti a'sto pinguino», scandisce mandando in visibilio le truppe portate da casa.
VINCENZO DE LUCA
(...) Per protestare contro «la legge truffa» dell'autonomia differenziata, che «se passa siamo morti». Ma, in fondo, sono qui principalmente per lui. Alcuni gli devono politicamente tutto, altri qualcosa, altri ancora sanno che è meglio tenerselo amico, a prescindere da come va a finire col terzo mandato.
A proposito, ad ascoltarlo ci sono anche i non amici, quelli che rappresentano Elly Schlein, per capirci, e che di questa manifestazione avrebbero fatto volentieri a meno.
(...) Più a suo agio Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, pronta a ricandidarsi, che saluta tutti come fossero voti. Poi c'è Piero De Luca, il rampollo, che in un angolo della piazza tratta la polizia per portare i sindaci in corteo verso Palazzo Chigi.
«Non siete autorizzati, la manifestazione è statica», gli spiegano. Quando viene a saperlo il padre, il proposito di essere «ecumenico» inizia a vacillare. «Facciamoci 'sta passeggiata», ordina.
VINCENZO DE LUCA
La marcia dell'orgoglio campano prende un giro più largo, lungo via del Corso e arriva a Largo Chigi, dove c'è la sede del ministero del Sud di Fitto.
Il quale, però, è a Gioia Tauro con Meloni, per firmare proprio un accordo sul fondo di coesione con il presidente calabrese Occhiuto (Forza Italia).
VINCENZO DE LUCA MANIFESTAZIONE A ROMA
Insomma, figli e figliastri. «Devono mettere 'sta firma pure per noi», ansima De Luca, che si attacca al telefono, inutilmente. Resta in attesa per diversi minuti davanti all'ingresso, il viso tirato di chi capisce che nessuno lo riceverà. Poi, all'improvviso, scatta verso Palazzo Chigi, seguito dal suo esercito, ma trova i poliziotti schierati. La faccia a pochi centimetri da quella del dirigente della Digos: «Se non ci fate passare, ci dovete caricare, ci dovete uccidere», grida.
Teatro di strada, ma anche attimi di tensione, alcuni spintoni, qualcuno finisce a terra. «Cosa 'e pazz», sbraita il governatore. Alla fine, fanno passare solo lui, mentre gli altri restano bloccati dietro le transenne, urlano «grande presidente» e «fascisti» ai poliziotti, poi intonano "Bella Ciao".
VINCENZO DE LUCA MANIFESTAZIONE A ROMA
De Luca si avvia deciso verso il portone del palazzo, che però è chiuso: «Qua sono scomparsi tutti», commenta nervoso. Sosta simbolica, per dare l'immagine plastica della sordità del governo alle richieste della Campania. Poi, circondato solo dai giornalisti, prosegue verso Montecitorio. Ed è lì che gli riferiscono le parole di Meloni, l'invito della premier a lavorare di più. La diga del politicamente corretto crolla inesorabilmente e 'o presidente si scioglie nell'insulto liberatorio, come Fantozzi al termine della "Corazzata Potemkin". «È una str...», sibila.
raffaele fitto giorgia meloni
Un vero Viceré non avrebbe dovuto dirlo, lo sa. Ora il resto non conta più. Le giuste rivendicazioni, i soldi del fondo di coesione, dimenticati. Ha prevalso Masaniello. Per placarlo interviene il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, che al telefono lo invita a raggiungerlo in prefettura: si incontrano con una delegazione di dieci sindaci campani. Poi è ora di tornare a casa, così com'era venuto: senza 6 miliardi e accusato di turpiloquio.
VINCENZO DE LUCA CONTRO GIORGIA MELONI: LAVORA TU, STRONZA vincenzo de luca prova a entrare a palazzo chigi - 3 VINCENZO DE LUCA DAVANTI A PALAZZO CHIGI VINCENZO DE LUCA DAVANTI A PALAZZO CHIGI VINCENZO DE LUCA DAVANTI A PALAZZO CHIGI VINCENZO DE LUCA DAVANTI A PALAZZO CHIGI
VINCENZO DE LUCA DAVANTI A PALAZZO CHIGI