Francesco Malfetano per il Messaggero - Estratti
giorgia meloni a porta a porta 16
«Questi sono metodi da regime. Vogliamo sapere chi sono i mandanti». Il diluvio si prende piazza Salotto. E Giorgia Meloni, piumino rosa e sguardo sorridente di chi si «sente a casa», allora bypassa buona parte del discorso che si era preparata per sostenere la corsa alla riconferma di Marco Marsilio.
Oggi, a Pescara, non c'è «infrastruttura di cittadinanza» che tenga, la priorità è diventata un'altra. «Credo che serva fare molta chiarezza su quello che scopriamo in queste ore dai giornali» dice riferendosi all'inchiesta condotta dalla procura di Perugia sul monitoraggio abusivo degli archivi informatici riservati di centinaia di persone tra cui politici e vip operato dal finanziere Pasquale Striano in servizio alla Procura nazionale Antimafia.
carlo de benedetti
«Ci sono funzionari dello Stato italiano che fanno dossieraggi ad personam per passare le notizie ad alcuni giornali, segnatamente al giornale di De Benedetti». È il caso del giorno. Meloni se ne accorge, e man mano che il suo tour abruzzese avanza, limita il tempo dedicato alle questioni che solitamente ne accompagnano le uscite elettorali come le presunte incertezze sul Pnrr o il "nuovo" fisco immaginato dall'esecutivo («Il governo ha il record nella lotta all'evasione fiscale» dice, ma «non ho mai pensato volesse dire caccia al gettito: abbiamo cambiato mentalità e abbiamo fatto una riforma fiscale che si attendeva da 50 anni»).
All'arrivo a Teramo nel primo pomeriggio, la premier - raccontano i suoi - è «sorpresa» quando i giornalisti le chiedono dell'inchiesta. «Sentiremo domani (oggi ndr) le audizioni dei procuratori che hanno chiesto di essere auditi dalla commissione antimafia» spiega mantenendosi cauta.
meloni marsilio
Idem per chi, di fatto, ha dato avvio alla vicenda: «Sono l'unico che non parla sul tema "Dossier" - rivendica il ministro della Difesa Guido Crosetto - Nonostante sia la persona che ostinatamente, in solitudine, senza solidarietà, ha cercato la verità. Contro nessuno. Solo per giustizia. Non parlo per rispetto dell'inchiesta.
Non parla la parte lesa ma (stra)parlano gli indagati». Il climax è chiaro.
carlo de benedetti al festival della tv di dogliani 2023
«Il diritto alla privacy è diventato ormai una sorta di aspirazione metafisica» aggiunge il Guardasigilli Carlo Nordio. «La Lazio non c'entra nulla, né il sottoscritto» dice invece il senatore di FI Claudio Lotito. La vicenda turba il centrodestra. Ma è anche un gancio perfetto per trainare la campagna elettorale verso le Europee. Lo spiega Salvini stesso: «Quelli della sinistra "spiati" si contano sulle dita di una mano, i nostri coinvolti non mi pare
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DOSSIERAGGIO, COSA C’È DIETRO LA RABBIA DI GIORGIA MELONI
Estratti da open.online
giorgia meloni a porta a porta 14
Dal palco di piazza Salotto a Pescara mentre chiude la campagna elettorale del centrodestra in Abruzzo Giorgia Meloni è chiarissima: «Vogliamo sapere i mandanti» del dossieraggio rivelato dall’inchiesta di Perugia, fatto «per passare le notizie ad alcuni giornali, segnatamente a quello di De Benedetti». Il riferimento è a Domani, che ha tre giornalisti indagati (Giovanni Tizian, Stefano Vergine, Nello Trocchia) nella vicenda a cui lavora Raffaele Cantone. E in cui è coinvolto anche il magistrato antimafia Antonio Laudati. Ma intanto emerge che gli accessi di Pasquale Striano non sono stati solo 800, bensì «alcune migliaia». Parliamo anche in questo caso delle banche dati Sos, ovvero le segnalazioni di operazioni sospette di Bankitalia.
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Dossieraggio?
emiliano fittipaldi foto di bacco
Eppure proprio la pratica del dossieraggio viene smentita dagli atti di Perugia. Nel senso, ha spiegato il giornale «di De Benedetti», che «l’accusa più grave è quella di accesso abusivo a sistema informatico che avrebbe compiuto il finanziere Striano, in concorso con gli altri indagati (tra cui i tre giornalisti di Domani), che gli avrebbero richiesto informazioni.
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L’obiettivo de Raho
Il Fatto Quotidiano intanto sostiene che il centrodestra, che vede coinvolti molti suoi personaggi nell’inchiesta in qualità di parte lesa, ha messo nel mirino la Direzione Nazionale Antimafia e chi la guidava all’epoca, ovvero l’ex procuratore Federico Cafiero De Raho, oggi deputato del Movimento 5 Stelle.
CAFIERO DE RAHO CAFIERO DE RAHO