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    BENZINA SUL CENTRODESTRA! - GIORGIA MELONI: “MI FA INFURIARE CHE ANCHE NELLA MAGGIORANZA CI SIA CHI VA IN TV A DIRE CHE BISOGNA TAGLIARE LE ACCISE. QUESTO NON È ACCETTABILE” – ESPLODE LO SCONTRO TRA FDI E FORZA ITALIA DOPO LO STOP AL CONGELAMENTO DELLE ACCISE SUI CARBURANTI CHE HA INNESCATO UN FORTE AUMENTO DEI PREZZI AI DISTRIBUTORI – IL BERLUSCONIANO CATTANEO: "SERVE UNA MISURA PER CONTENERE IL COSTO DEI CARBURANTI"


     
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    Da corriere.it

     

    SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI NEL 2011 SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI NEL 2011

    Lo stop al congelamento delle accise sui carburanti ha innescato un forte aumento dei prezzi ai distributori, con il diesel arrivato a 2,50 euro e la benzina sopra i 2 euro al litro.

     

    È la conseguenza della decisione del governo Meloni, che nell’impianto della manovra ha dirottato i miliardi dello scudo contro il caro carburanti verso misure a sostegno della crescita e di altri sostegni contro la povertà.

     

    A rivendicare l’obiettivo della «crescita» è il ministro Francesco Lollobrigida, braccio destro della premier. Una linea, questa, che pare condivisa in blocco da tutto Fratelli d’Italia; ma non da Forza Italia, dove monta la protesta.

     

    Davanti al boom dei prezzi e al malcontento esploso tra cittadini e imprese, il partito di Berlusconi ha deciso di partire in contropiede. Ma a Palazzo Chigi, come raccontato dal Corriere, lo stato d’animo è quello dell’assedio e Giorgia Meloni, nel mezzo del Consiglio dei ministri, ammonisce la squadra: «L’opposizione ci attacca ed è normale, ma mi fa infuriare che anche nella maggioranza ci sia chi va in tv a dire che bisogna tagliare le accise. Questo non è accettabile». La premier è durissima e non tanto con i 5 Stelle, che l’accusano di non aver mantenuto le promesse, ma appunto con gli alleati.

     

    SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI - 2008 SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI - 2008

     

     

    Forza Italia è convinta che il problema non sia causato dall’avidità dei concessionari ma dalle accise, il cui taglio, appunto, non è stato prorogato in manovra. Alessandro Cattaneo, capogruppo dei Berlusconiani alla Camera, usa termini pacati, ma la sostanza non cambia: serve una misura per contenere il costo dei carburanti. «Siamo pronti a riorientare tutti i provvedimenti, un approccio dinamico in un mercato dinamico — ha spiegato Cattaneo al Corriere —. Ma rivendico le risposte puntuali di fronte all’evolversi della situazione».

     

    alessandro cattaneo foto di bacco (3) alessandro cattaneo foto di bacco (3)

    Gli fa eco, però, il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (Fratelli d’Italia), che spiega in termini divergenti il dibattito interno alla maggioranza: «La scelta del governo di non prorogare il taglio delle accise è stata molto meditata e molto sofferta, una misura che però costa oltre un miliardo al mese.

     

    Il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per aumentare le pensioni minime, per tagliare il cuneo fiscale, quindi tutte misure sociali». E poi: «È chiaro — aggiunge l’esponente di FdI — che se ci sarà la possibilità , e i conti lo consentiranno, appena possibile potremo ridurre anche il costo della benzina. Ma ricordo che abbiamo impegnato 30 miliardi per ridurre il costo delle bollette».

     

    Mentre la Lega, in mezzo al guado, ha puntato tutto sulla misura che prevede controlli e multe nell’ambito della filiera dei carburanti. Il governo, dice il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, punta a «intervenire sulle società concessionarie e soprattutto su chi gestisce i caselli e le pompe di benzina sulle autostrade, per tenere sotto controllo i prezzi, perché andare a lavorare non può e non deve essere un lusso».

    meloni berlusconi salvini al quirinale meloni berlusconi salvini al quirinale

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