Sara Bennewitz per “la Repubblica”
disney plus
Niente più parchi, castelli e ruote panoramiche, ma tanto streaming per rincorre e contrastare il primato di Netflix. Nell' era della pandemia Disney, che si trova ai minimi di sempre ed è sotto attacco dei fondi attivisti, prova a rialzare la testa a iniziare dalla Borsa (ieri su anche del 4%).
bob chapek 2
Dopo la chiusura dei cinema, Disney+ ha registrato 60,5 milioni abbonati (100 milioni considerando anche gli altri servizi), realizzando in un anno il target previsto per il quinquennio al 2024. Quella che era nata prima del coronavirus, come una naturale diversificazione è destinata a diventare il core business del gruppo. In 12 mesi la società è infatti diventato il terzo gruppo per sottoscrittori al mondo, dopo Netflix (193 milioni di abbonati) e Amazon Prime (150 milioni), superando rivali come Hulu (32 milioni) e Hbo Max (36 mlioni).
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L' ad Bob Chapek stima che la nuova riorganizzazione potrebbe comportare una riduzione del personale, ma probabilmente non così drastica come quella della divisione parchi, che il mese scorso ha licenziato circa 28.000 persone dopo che non è stato più possibile riaprire Disneyland in California.
La società si dividerà in due: streaming e distribuzione, da una parte; e produzione di contenuti, dall' altra. Quest' ultima divisa in tre aree: studios, intrattenimento in generale e sport. Il nuovo capo della divisione streaming sarà Daniel Kareem, braccio destro di Chapek, da 14 anni ai vertici del gruppo e della divisione consumer.
bob iger con schwarzenegger, topolino, diane disney miller, art linkletter, michael eisner e minnie
Il nuovo piano del gruppo sarà annunciato il 10 dicembre, in quell' occasione saranno lanciati un servizio in abbonamento chiamato "Star" e la strategia commerciale per la nuova campagna natalizia. Saranno inoltre forniti al mercato i dettagli su quanto il gruppo intende investire nei contenuti. Credit Suisse stima che il gruppo che tra le altre cose possiede i diritti di Stars Wars e degli eroi della Marvell, potrà investire su nuovi contenuti più del suo primo rivale Netflix.
TOPOLINO PIANGE
Credit Suisse calcola che nel 2020 Disney spenderà 27 miliardi di dollari in diritti e produzioni, di cui 18 in contenuti e 9 nello sport, mentre il gruppo fondato da Reed Hastings dovrebbe investire il 50% in meno (cioè 13 miliardi di dollari). Avere contenuti unici non solo permette alle tv in streaming di attirare più clienti, ma riesce a fidelizzarli nel tempo. Qualche giorno fa il fondo attivista Third Point guidato da Daniel Loeb aveva scritto una lettera al cda di Disney e a Chapek, in cui chiedeva di sospendere il dividendo (3 miliardi di dollari) per puntare tutto su streaming e contenuti, e a quanto pare che il management di Disney ne ha fatto tesoro.
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