ENRICO MENTANA
"Per questo hanno disarcionato Silvio Berlusconi". Lo spiega Enrico Mentana e lo fa in una intervista al Fatto quotidiano che avrà fatto rizzare i peli a Marco Travaglio, il più anti-Cav d'Italia.
Il direttore del TgLa7, in un confronto a 360°, parla anche del potere in Italia: "Un equilibrio tra imprenditoria, istituzioni e partiti, dove quest'ultimi decidevano, tanto è vero che a un certo punto il mondo dell'economia e della finanza ha creato un suo partito intorno a Enrico Cuccia". Si è sempre trattato, però, di una "forza residuale, anche quando è arrivato Berlusconi". Primo sussulto.
enrico mentana con silvio berlusconi al-tg-la7
L'ex premier, prima di entrare in politica, "aveva ben chiaro un punto: doveva semplificare. E quando ha vinto le elezioni, lo choc per la classe dirigente di allora è stato di perdere i posti di controllo. Anche per questo l'hanno disarcionato".
Non parla di complotti giudiziari (sarebbe stato troppo, in casa di Travaglio), ma di oscure manovre sì. Il vero potere non è insomma di chi lo esercita pubblicamente, ma di chi agisce nell'ombra.
LE RIFLESSIONI DI BERLUSCONI
"Chiunque arriva al governo - suggerisce Mentana - non sa come muoversi, non sa come mettere in pratica le promesse elettorali". Non i ministri né il premier, ma i mandarini di Stato, perché "in un grattacielo di 30 piani la figura più importante non è chi abita nell'attico, ma il tecnico dell'ascensore".
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