1. LE VIOLAZIONI UCRAINA PROVE DI CONFLITTO
Monica Perosino per La Stampa
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Al culmine della tensione tra Russia e Occidente, mentre i separatisti del Donbass chiamano alle armi e l'escalation sembra ormai preannunciare un'invasione, il giorno in cui il ministro dell'Interno ucraino viene sfiorato da un colpo di artiglieria e due soldati sono colpiti a morte sulla linea di contatto, da ogni angolo dell'immensa Russia si leva una selva di missili, compresi gli ipersonici Tsirkon, per un'esercitazione strategica supervisionata direttamente da Vladimir Putin con al fianco il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko.
putin e lukashenko guardano le esercitazioni militari
Lo Zar e il suo fedelissimo hanno seguito le manovre seduti a un tavolo rotondo nella situation room del Cremlino, i visi illuminati da una serie di schermi che mostravano i comandanti mentre lanciavano i loro ultimi missili balistici ipersonici, da crociera e nucleari. Come annunciato dal ministero della Difesa, nelle esercitazioni nucleari su larga scala sono state coinvolte le forze aerospaziali, il distretto militare meridionale, le forze missilistiche strategiche, le flotte del Mar Nero e del Nord che dispongono di sottomarini nucleari. Un messaggio, sembrerebbe, all'Occidente e alla Nato, come a dire di non immischiarsi troppo nelle faccende russe.
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I «messaggi» intanto continuano ad arrivare: una dozzina di colpi di mortaio sono caduti a pochi metri dal ministro ucraino dell'Interno, Denys Monastyrskiy, mentre visitava i soldati vicino alla linea del fronte con i separatisti e il comando congiunto ucraino ha diffuso un video del bombardamento di artiglieria contro il valico di Shchastia, a Nord della città di Lugansk controllata dai ribelli filo russi. Le riprese sono state fatte alle 11.30 ora locale e vi si vede l'arrivo di un razzo.
zelensky putin
Secondo il ministero degli Esteri ucraino le forze russe «volevano colpire un convoglio umanitario dell'alto commissariato Onu per i profughi» che stava lasciando il territorio controllato dai separatisti. Solo ieri gli osservatori dell'Osce hanno registrato oggi 1.566 violazioni del cessate il fuoco, 591 nell'Oblast di Dontesk (comprese 553 esplosioni) e 875 in quello di Lugansk (con 860 esplosioni). Due i soldati ucraini morti. Ancora una volta la guerra si combatte anche con le informazioni: le forze separatiste hanno annunciato che sono già quasi 17 mila le persone evacuate in Russia dal territorio del Lugansk, 3 mila delle quali sono partite ieri mattina, mentre il ministero dell'Educazione di Donetsk ha ordinato la sospensione di tutte le attività didattiche nell'autoproclamata repubblica a fronte del «drastico peggioramento della situazione».
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Il tutto mentre nel Donbass i separatisti hanno chiamato alla mobilitazione generale e i mezzi pubblici sono stati sequestrati per eventuali evacuazioni. Sebbene il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin sia tornato a ribadire che le truppe russe al confine «sono pronte a colpire», la Germania, che detiene la presidenza del G7, invoca invece cautela, e invita a «non cercare di indovinare» le decisioni della Russia e a «guardare più da vicino» alla situazione sul terreno.
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Ciò non impedisce a Berlino, così come Parigi e Israele, di invitare i propri cittadini a lasciare con urgenza l'Ucraina, mentre la Lufthansa e la controllata Swissair annunciano la sospensione dei collegamenti aerei con Kiev a partire da lunedì. Anche la Nato ha trasferito il suo staff ucraino dalla capitale Kiev alla città di Lviv e a Bruxelles per «ragioni di sicurezza». La paura è che, ancora prima di un'invasione su larga scala «la Russia utilizzerà gli attacchi terroristici come pretesto per spostare ufficialmente le truppe nel Donbass», ha detto ieri il comandante delle Forze armate ucraine Valerii Zaluzhnyi, e ha aggiunto che «sono sempre più numerose le notizie diffuse dai media statali russi su soldati ucraini che piazzano bombe nella regione controllata dal Cremlino».
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Secondo Zaluzhnyi dei pretesti per attaccare: «Militari e intelligence russa stanno preparando attacchi terroristici, le cui vittime saranno civili. Sono particolarmente in pericolo gli autobus e i treni con i bambini orfani e gli anziani, deportati in modo forzato in queste ore. Seguono percorsi noti e programmati, sono bersagli facili».
2. DURO IL J' ACCUSE ALL'EUROPA DEL PREMIER UCRAÌNO VOLODYMYR ZELENSKY
Uski Audino per La Stampa
zelensky
È duro il J' accuse all'Europa del premier ucraìno Volodymyr Zelensky dal proscenio della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Mentre europei e Usa cercano di dare prova di unità sulla crisi nel Donbass, Zelensky accusa il mondo di «avere dimenticato gli errori del XX secolo che hanno portato all'appeasement» con la Germania nazista. «Non è una guerra all'Ucraina ma all'Europa», sostiene Zelensky, perché «L'Ucraina sta facendo da scudo all'Europa» da otto anni. Intanto dalla linea di contatto arrivano notizie del moltiplicarsi di incidenti tra separatisti russi e esercito ucraino, ragione per cui la Francia ha deciso di richiamare i propri cittadini dalle province di Kharkiv, Donetsk, Luhansk e Dnipro, mentre il ministero degli Esteri tedesco chiede ai suoi di lasciare «con urgenza» il Paese perché «un confronto militare è possibile in ogni momento».
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Anche Lufthansa annuncia la sospensione dei voli per Kiev e Odessa fino a fine febbraio. È la prima volta che dalla Germania arrivano accenti così preoccupati. «Il rischio è tutt' altro che cessato» ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz ieri mattina dal palco di Monaco, perché «sull'Europa incombe la minaccia di una nuova guerra». Le lancette della diplomazia sembrano tornate indietro di una settimana, mentre da Washington si rinnovano gli allarmi di un inizio imminente del conflitto. Ma sui timori Usa la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock getta acqua sul fuoco. «Non sappiamo se un attacco è stato deciso» e «la cosa peggiore è presumere o cercare di indovinare» quello che sta per succedere, dice a margine di una riunione del G7.
olaf scholz volodymir zelensky
Il premier ucraino, invece, coglie la palla al balzo e sfrutta gli allarmi di un attacco, per perorare la causa delle sanzioni preventive alla Russia. «Se dicono che l'attacco militare ci sarà al 100% chiedo: perché aspettare?» con le sanzioni. «A cosa servono le sanzioni, dopo i bombardamenti?». La ministra degli Esteri britannica Liz Truss avvisa che in caso di invasione il patrimonio degli oligarchi russi sarà preso di mira. «Impediremo loro di spostare i soldi al livello internazionale, di viaggiare, di attingere ai nostri mercati di capitali», ha detto Truss. Nessuno sa immaginare le reali intenzioni del presidente russo Vladimir Putin: invaderà o non invaderà?
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«Non lo so, ma per questo voglio incontrarlo», ha risposto il premier Zelensky da Monaco. Alla platea internazionale ha poi ribadito le sue richieste: serve un «calendario chiaro» di ingresso nella Nato e finché non ci sarà il suo Paese ha bisogno di «garanzie di sicurezza». Poi è tornato a chiedere lo sblocco del processo di pace con un occhio agli accordi di Minsk. E proprio la diplomazia resta il cavallo di battaglia di Berlino e del cancelliere Scholz che ricorda il doppio binario su cui ci si sta muovendo sulla crisi ucraina: sanzioni in caso di guerra e «tanta diplomazia quanta è possibile» pur «senza essere naif». «Non mi faccio illusioni - ribadisce Scholz - non c'è da aspettarsi risultati veloci».
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Ma un punto deve essere chiaro: «Nessun Paese deve essere il cortile di casa di un altro», perché la politica delle influenze appartiene alla storia e la pace in Europa può esserci solo se tutti i Paesi rispettano l'inviolabilità dei confini. Al tempo stesso l'Europa deve unire le sue forze se vuole mantenere la propria sovranità e se intende rimanere «una potenza tra le altre potenze», ricorda Scholz. «La Germania si impegna per il rispetto dell'art. 5 della Nato senza se e senza ma» dice Scholz, ma la soluzione dei problemi di sicurezza mondiali - tra cui cyber sicurezza, emergenze climatiche e sanitarie - non dovrebbe portare ad una «Nato globale».
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Di sicuro «se la Russia attaccherà l'Ucraina, la Nato si rafforzerà a Est dell'Europa» ha annunciato la vice-presidente degli Stati Uniti Kamala Harris, dal palco di Monaco. In queste settimane si è vista «l'incredibile unità» di Usa, Europa e Nato che «ora parlano con una voce sola», è il messaggio di Harris. Dello stesso tenore le dichiarazioni del ministro degli Esteri Luigi di Maio che, a margine di un incontro con il Segretario di Stato americano Anthony Blinken a Monaco,
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