Estratto dell'articolo di Niccolò Carratelli per “la Stampa”
Questa mattina la riunione della segreteria, lunedì quella della direzione nazionale. Per Elly Schlein e per il Pd è il momento dei chiarimenti.
schlein conte
Dopo la sconfitta alle elezioni amministrative, che nessuno ha dimenticato, nonostante siano passate quasi due settimane. Dopo le ultime polemiche sulla scelta dei vice capogruppo alla Camera, i malumori per la defenestrazione di Piero De Luca e per la contestuale nomina di Paolo Ciani. Il primo avrebbe scontato il cognome, visti i pessimi rapporti tra la segretaria dem e il presidente della Campania, mentre il secondo non sarebbe la figura migliore, visto che non è iscritto al Pd e contesta la linea del partito sull'invio delle armi in Ucraina.
Parlando con La Stampa, Schlein bacchetta chi «ha fatto una montatura su questa storia di Ciani, il cui partito era nelle nostre liste e doveva essere rappresentato nei gruppi». Comunque, sulla guerra e sulle armi, «la linea del Pd la do io, non Ciani». Poi, durante una conferenza stampa convocata per presentare le proposte legislative del Pd per contrastare la violenza di genere, arriva la spiegazione ufficiale: «Ci sono due nuovi capigruppo espressione della maggioranza ed è giusto che ci siano due vicari che non hanno votato me al congresso – sottolinea Schlein – Giusto che ci fossero rappresentanti di altri partiti eletti nelle nostre liste.
E questo ha comportato altre scelte, che assicurassero il pluralismo. Credo che in questo contesto tutti possano portare il proprio contributo e vedersi valorizzati».
ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE
Quelli che temono di non essere valorizzati, nel frattempo, iniziano a organizzarsi. Le truppe fedeli a Stefano Bonaccini puntano a darsi una struttura prima della pausa estiva dei lavori parlamentari, con un evento da organizzare entro fine luglio. E con l'obiettivo dichiarato non più di «accompagnare» la segretaria, ma di «spingerla» verso una linea politica più condivisa. Il presidente dell'Emilia-Romagna l'altro ieri ha riunito i sostenitori della sua mozione congressuale per discutere il progetto e si parla già di tre possibili coordinatori della nuova corrente (anche se nessuno vuole definirla così): sono stati fatti i nomi di Simona Bonafè alla Camera e Simona Malpezzi al Senato e di Andrea De Maria per l'organizzazione. Prove di controcanto, insomma.
In questo quadro interno complicato, la sponda, per quanto timida, che Schlein non si aspettava, è arrivata da fuori. Giuseppe Conte le ha telefonato, i due si sono sentiti più di una volta negli ultimi giorni. Dopo settimane di evidente distanza, fisica oltre che politica, complice la campagna elettorale per le amministrative, la segretaria Pd e il presidente del Movimento 5 stelle ha riannodato un confronto, da lei più volte invocato. Hanno parlato di lavoro, della comune battaglia contro la precarietà e per il salario minimo: inevitabilmente, il discorso è finito sulla manifestazione convocata dai 5 Stelle per sabato 17 giugno.
ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE MEME BY OSHO
«Non l'ha proprio invitata – spiegano fonti del Nazareno – però ci hanno ragionato, non è escluso che Elly e il Pd partecipino». Conte, però, avrebbe espresso qualche perplessità sull'accoglienza che la piazza M5s potrebbe riservare alla leader dem: «Voglio evitarti situazioni spiacevoli», il senso delle sue parole a Schlein.
Nel Movimento nessuno è pronto a scommettere un euro sulla possibilità di vederli sfilare insieme in corteo: «Lui non vuole dividere la scena con nessuno, nemmeno con Grillo, figurarsi con Schlein», è la spiegazione.
ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE A FIRENZE
Come, d'altra parte, in pochi credono all'eventualità di vederli finalmente insieme sullo stesso palco nella campagna per le imminenti elezioni regionali in Molise (25-26 giugno), altro tema affrontato dall'ex premier con Schlein nella loro ultima conversazione. È un appuntamento di cui nessuno parla e, oggettivamente, dallo scarso appeal politico e mediatico, ma su cui i 5 stelle puntano, perché il candidato presidente della coalizione di centrosinistra (sostenuto anche dal Pd) sarà un loro esponente, il sindaco di Campobasso Roberto Gravina.
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