Giovanni Bianconi per il “Corriere della sera”
L' hanno arrestato durante la visita di Mike Pompeo in Italia. E forse non è un caso, giacché il suo nome è stato inserito nella lista dei ricercati internazionali il 1° ottobre, giorno in cui il segretario di Stato americano è sbarcato a Roma. L' indomani, mentre il capo della diplomazia Usa incontrava il ministro degli Esteri Lugi Di Maio, alla porta dell' ingegnere Maurizio Paolo Bianchi - cinquantanovenne di origini abruzzesi come Pompeo - hanno bussato i carabinieri per portarlo in carcere. Su richiesta del tribunale federale dell' Ohio che lo accusa di «cospirazione per furto di segreti commerciali commesso negli Stati Uniti e in Italia dal 2013 al 2019».
maurizio bianchi
Un intrigo internazionale che si sovrappone alle tensioni sul Russiagate : attraversa l' Atlantico e giunge fino Mosca, dov' è nato e risiede Alexander Yuryevich Korshunov, l' ingegnere ex diplomatico arrestato (sempre su richiesta degli Usa) con le stesse accuse di spionaggio industriale, il 30 agosto scorso a Napoli. Da allora, nonostante le pubbliche rimostranze di Vladimir Putin in persona, Korshunov è rinchiuso a Poggioreale. Dopo due istanze di scarcerazione respinte dalla corte d' appello e in attesa che la Cassazione esamini il ricorso dei suoi avvocati italiani.
Poi toccherà ancora ai giudici partenopei decidere se concedere l' estradizione negli Stati Uniti.
A Bianchi, per adesso, è andata meglio che al presunto complice russo. Perché in cella è rimasto solo una notte, il giorno dopo la Corte d' Appello di Roma l' ha messo ai domiciliari: difficile contestare il pericolo di fuga a un cittadino italiano che, pur essendo residente in Portogallo, il 10 settembre, non appena saputo della cattura di Korshunov e di un probabile procedimento anche a suo carico, è rientrato dopo aver avvisato il ministero della Giustizia, l' ambasciata a Lisbona e la Procura generale di Roma. Comunicando l' indirizzo dove sarebbe andato. Lì ha aspettato che qualcuno lo venisse a prendere, ma per 20 giorni non s' è presentato nessuno. Un' anomalia, o una dimenticanza, della quale è stato il primo a stupirsi. Durata fino all' arrivo di Pompeo a Roma, e dei carabinieri nell' abitazione da lui stesso indicata.
aleksandr korshunov
Da come s' è mosso, assistito dall' avvocato Andrea Saccucci, sembra che Bianchi intenda chiarire la propria posizione e sfilarsi quanto prima dall' intrigo Usa-Russia nel quale si ritrova schiacciato insieme al governo italiano. Che avrà comunque l' ultima parola, se mai i giudici concedessero le estradizioni, costretto a scegliere tra Washington e Mosca.
I giudici americani e l' Fbi sostengono che a partire dal 2013 e fino all' inizio di quest' anno, Bianchi e Korshunov hanno «cospirato e tentato di rubare segreti commerciali riguardanti progetti, procedure e disegni aeronautici» di proprietà della General electric aviation (che ha sede nell' Ohio) e della sua filiale italiana: la Avio Spa, con sede a Torino, della quale Bianchi è stato business manager in Russia e Asia. I dettagli utili alla realizzazione di un particolare tipo di riduttore a ingranaggi per motori a reazione sarebbero stati acquisiti dal colosso russo Odk (controllato dallo Stato, di cui Korshunov era dirigente) attraverso la filiale Aviadvigatel, grazie a un contratto con la nuova società di Bianchi: la Aernova di Forlì.
Un intreccio complicato, nel quale l' ingegnere italiano avrebbe mediato tra il russo e i dipendenti o ex dipendenti di General electric e Avio, detentori dei segreti.
mike pompeo e giuseppe conte
L' Fbi ha ricostruito tutto attraverso i racconti dei tecnici Usa (indicati in forma anonima: Impiegato 1, Impiegato 2, ecc.), che hanno messo a disposizione 6 anni di carteggio via mail con Bianchi e Korshunov. Ma per il loro ex collega italiano non ci sono né spionaggio né segreti ceduti illegalmente, solo regolari rapporti di lavoro. Come sostiene il russo, spalleggiato da Putin che dopo il suo arresto spiegò: «C' è un contratto firmato con una società italiana per delle consulenze, è una pratica naturale in tutto il mondo».
Tuttavia, prima ancora che nel merito delle accuse, l' intrigo internazionale si dovrà dipanare sul piano giudiziario, che presenta molti interrogativi: come si fa a estradare un cittadino italiano (ma anche il russo) per un reato commesso in Italia (perché qui, oltre che una volta in Francia, sono avvenuti contatti e incontri) ai danni di una società Usa che ha la filiale (Avio) in Italia? «Il nostro Paese può rinunciare alla sua giurisdizione per aderire a una richiesta per la quale mancano i presupposti?», chiedono gli avvocati Nicola di Mario e Natale Perri, difensori di Korshunov nei loro atti di opposizione. La risposta deve arrivare da due diverse Corti d' Appello; e non è detto che la pensino allo stesso modo, il che complicherebbe ancor più le cose.