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    RUTTO LIBERO E PALLA AL CENTRO - MENTRE ROMA ASPETTA LA DECIMA SINFONIA, LA JUVE IMPALA IL CATANIA, IL NAPOLI FA L’IMPRESA A FIRENZE GRAZIE A UN RIGORE NEGATO, AL MILAN NON BASTA KAKÀ


     
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    La Juve si sbarazza senza ansie del Catania, il Napoli fa l'impresa a Firenze grazie a un rigore negato a Cuadrado. Mentre Roma aspetta la decima sinfonia, il campionato celebra il nessun dorma di Riccardino Kakà, vincitore all'alba della sua nuova esperienza con il Milan. Gol stupendo all'incrocio dei pali di Marchetti, 1-0 per la malandata truppa di Allegri (poi recuparata da Ciani) e rete a suo modo storica perché l'ultimo gol con la maglia del Milan datava quattro anni e mezzo.

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    Mercoledì anomalo, pieno di esperimenti, reti e formazioni camuffate. Tre impegni in sette giorni, bisogna risparmiare le energie e provare a farsi trovare pronti. Si fa trovare pronta dopo 20 minuti di confusi patimenti la Juventus che contro le previsioni schiera Tevez (migliore in campo) e in linea con le attese, domina con il Catania di De Canio vincendo per 4-0. Segnano Vidal e Pirlo, segna l'apache e anche il peggiore del gruppo, lo svagato Bonucci.

    Ai gol della Juve risponde il Napoli al Franchi. Prima Callejòn, vera e propria sorpresa di stagione per l'1-0 e poi dopo il rigore realizzato da Pepito Rossi (e conquistato da Savic atterrato da Fernandez), il raddoppio di Mertens in netta crescita come già a Marsiglia in Champions. Tre punti difficili e sofferti. Ottenuti in dieci (espulso Maggio), con le unghie (conserva uno splendido Reina su Rossi) e con una svista dell'arbitro Calvarese (rigore negato a Cuadrado ed espulsione persecutoria in chiusura) .

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    Un'impresa che ora chiama la Roma al successo obbligato contro la derelitta ultima in classifica (ma Garcia ha avvertito: «Sarà difficile») per conservare i cinque rassicuranti, incredibili punti di vantaggio sulle seconde. Nelle altre gare, accade di tutto. Succede che il Verona-dopo il pari di Bergamo nell'anticipo tra Atalanta e Inter-batta la Sampdoria e riacciuffi con l'eterno Luca Toni il quarto posto con 19 punti. Un risultato lunare che al Bentegodi, vista la lentezza del gruppone centrale, fa sognare l'Europa.

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    La Lazio (ed è un buon risultato) impatta 1-1 a San Siro con il Milan, ma avrebbe potuto vincere. Per Allegri la prima delle due sfide che avrebbero dovuto sancire il diritto al panettone ha il sapore acre del mezzo fallimento. Ma il Milan di quest'anno è debole in attacco, troppo dipendente dalla vena alterna di un Balotelli ufficialmente in crisi, statico a centrocampo e in alcuni elementi difensivi, impresentabile.

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    Nelle altre gare spicca il tentativo di suicidio (poi sventato da Cerci a 4 minuti dalla fine per il secondo 3-3 consecutivo) del Torino di Ventura. In vantaggio per 2-0 a Livorno si fa recuperare tre reti e sembra precipitare all'Ardenza come in classifica. Sufficienza, sfortuna, gol meravigliosi (il 3-2 di Emerson) e grandi parate di Bardi e per Urbano Cairo e i suoi si spalanca la zona B.

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    Il tecnico Ventura, immobile in panchina dal 20' del secondo tempo praticamente, non si muove più. Poi Meggiorini si procura un rigore e con qualche brivido, fermo come una statua nell'esultanza, l'Henry di Valmontone firma il suo settimo gol. Vince il Genoa e raggiunge a 11 punti proprio il Toro. Fa tutto Gilardino, nel bene e nel male. Sbaglia un rigore dopo due minuti e poi si avvita di testa per battere Mirante.

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    Malissimo il Cagliari di Lopez tornato in città dopo un infinito esilio. Clamoroso 0-3 del Bologna trainato da Kone. Udinese corsara grazie al portiere Brkic (al ritorno dopo 4 mesi di assenza) al Maipei contro il Sassuolo (gol numero 180 di Di Natale e 2-1 esterno). Tra quattro giorni si rigioca. Il pallone non si ferma mai.

     

     

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