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    NELLA CITTÀ SOMMERSA DI BAIA È STATO INDIVIDUATO IL GRANDE TEMPIO DEI NABATEI: L'ANTICO POPOLO DI MERCANTI MEDIORIENTALI, CHE AVEVA A PETRA LA SUA CAPITALE, AVEVA ANCHE UN'ENCLAVE NEI CAMPI FLEGREI – LA SCOPERTA DI DUE ALTARI DI MARMO HANNO CONSENTITO DI CAPIRE DOVE ERA COLLOCATO IL SANTUARIO, OGGI SOMMERSO PER EFFETTO DEL BRADISISMO – PARE CHE A POZZUOLI I NABATEI AVESSERO L’UNICA BASE MERCANTILE AL DI FUORI DELLA MADREPATRIA E…


     
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    Estratto dell'articolo di Pierluigi Frattasi per www.fanpage.it

     

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    Nella città sommersa di Baia è stato individuato il grande Tempio dei Nabatei. L'antico popolo di mercanti mediorientali, che aveva a Petra la sua capitale, aveva un'enclave anche nei Campi Flegrei. Le recenti scoperte archeologiche di due altari in marmo nabatei di età romana, databili alla prima metà del I secolo d.C., hanno consentito di inquadrare il sito del grande Tempio dei Nabatei sotto il mare del Golfo di Pozzuoli, oggi sommerso per effetto del bradisismo.

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    “Si tratta di un risultato straordinario – commenta il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – […] L’antica Puteoli rivela un altro dei suoi tesori, la cui esatta collocazione finora era ignota, che testimonia la ricchezza e la vastità degli scambi commerciali, culturali e religiosi nel bacino mediterraneo nel mondo antico. […]”.

    […]

     

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    Il Tempio di Dusares a Pozzuoli

    I Nabatei, popolazione dedita al commercio tra l’Oriente, l’Oceano Indiano e Roma, erano stanziati nelle aree desertiche della Penisola Arabica, ma avevano, sin dalla prima età imperiale, impiantato una loro base all’interno del porto puteolano, il più grande scalo commerciale del Mediterraneo romano. Di questa enclave mercantile, l’unica al di fuori della madrepatria, si conoscevano finora basi e lastre iscritte con dediche – in latino – al dio tutelare Dusares, rinvenute sui fondali di Pozzuoli a più riprese tra il XVIII secolo e gli anni Ottanta del Novecento, e poi confluite nelle collezioni dei Musei di Napoli e del Castello Aragonese di Baia.

     

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    Rimaneva approssimativa la collocazione del santuario di riferimento, oggi individuata con strumenti topografici di precisione che hanno consentito di inserire il Tempio nel quadro topografico più ampio del vicus Lartidianus.

     

    […]

    La localizzazione definitiva degli altari […] consente oggi di comprendere meglio l’articolazione di questo complesso settore del porto puteolano, in cui gli edifici sacri delle comunità di stranieri si ergevano a strettissimo contatto con le lunghe file di magazzini destinati a stoccare le tante merci in transito nello scalo, pronte a essere smistate verso la Campania o reindirizzate direttamente a Roma.

     

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