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    LA ROMA PIÙ SPENTA E RACCHIA DA MESI IN QUA FA QUEL MINIMO CHE SERVE CONTRO UN CESENA CHE VALE I BASSIFONDI DELLA “B”, PER AGGANCIARE UNA JUVENTUS BEN PIÙ TONICA CHE SBATTE A GENOVA CONTRO I PALI E LE MANI IPERBOLICHE DI PERIN (QUELLA SU MORATA, A DUE MINUTI DALLA FINE, VA RIVISTA PIÙ VOLTE, NON PUÒ ESSERE VERA)


     
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    Giancarlo Dotto per Dagospia

     

    Aspetti bello carico perché di solito il calcio fuori canone del mercoledì sera ti regala belle dosi di pazzia e gol a palate e, invece, sono palate di noia. Fino al 94,’ quando spunta dal nulla lo zampone di Antonini e ruba con destrezza e culo infinito tre punti alla Juve, mentre a Milano l’Inter su rigori ne ruba tre alla Sampdoria, tanto per compensare le vicende sotto la Lanterna.

     

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    La Roma più spenta e racchia da mesi in qua fa quel minimo che serve contro un Cesena che vale i bassifondi della “B”, per agganciare una Juventus ben più tonica che sbatte a Genova contro i pali e le mani iperboliche di Perin (quella su Morata, a due minuti dalla fine, va rivista più volte, non può essere vera).

     

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    Senza il calcio spericolato di Naingoo, la Roma vivacchia sui suoi neri, Gervinho su tutti, Keita e Mapou, che raschia di testa dalla linea di fondo la palla per il 2 a 0 di De Rossi. Una Roma ancora ustionata dall’effetto Bayern, che si abbioccava dopo il gol di Destro (sarà felice Carlo Verdone che lo vuole sempre in campo), ma tutto di Gervinho, mentre davanti alla panchina del Cesena, s’arroventava dentro un piumone blu elettrico tale Bisoli, che se lo presti a Oliver Stone e lo metti in “Assassini nati”, al posto di Woody Harrelson, non fa una piega. E sabato a Napoli saranno altri incendi e altri patemi.

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    Per il resto, da salvare le imprese del già detto Gervinho, Ibarbo a Babacar, neri non per caso, il gol di Bonaventura a Cagliari e il palo del primo tempo di Oblang, altro nero, ma lui sfigato. La traversa a San Siro ancora trema e, con lei, anche il mento di Mazzarri colpito duro, mentre Tohir, in tribuna, si avvinghiava al totemico Zanetti per scampare alle incombenti bestemmie dei tifosi interisti.

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    Detto che la Fiorentina va a singhiozzi, il Parma sprofonda e Higuain manda di traverso la notte al suo Benitez e a una città intera, buttando via l’ennesimo rigore, da consegnare alle cineteche l’impresa di Callejon che, da due centimetri, riesce a spallare sopra la traversa. Incredibile, direbbe e dice Piccinini.

     

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