sangiuliano
Francesco Merlo per “la Repubblica” - Estratti
Per una volta, prendiamo sul serio Gennaro Sangiuliano, il ministro della Cultura.
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Ai cronisti che, a ogni angolo di strada, gli sguainavano i microfoni, «ministro, lei è antifascista?», Sangiuliano, spazientito, ha concesso un faticoso «sì, sono antifascista», ma aggiungendo — e si percepiva l’emozione — che nella Resistenza lui avrebbe combattuto «con i partigiani di Edgardo Sogno» oppure con «le brigate mazziniane». E dunque la parola “antifascista” è diventata “anticomunista”, in un cortocircuito con la storia: «Sì, sono antifascista, ma lei è anticomunista?».
GENNARO SANGIULIANO RUBA IL MICROFONO A UN GIORNALISTA
Insomma, Sangiuliano si è arrabbiato, si è impossessato di un microfono e «lei è anticomunista?» è stato il suo tormentone: «e lei?», «e lei?». E si capiva quanto gli dispiace che la sinistra abbia mandato in soffitta marxismo e comunismo. Si sentiva che avrebbe voluto che qualcuno gli avesse risposto che è meglio il gulag del lager. Voleva, l’ex fascista o postfascista, guardarsi allo specchio di un ex comunista o postcomunista. E, infatti, due giorni dopo, ha spiegato sulla Stampa, con un ineccepibile, appassionato articolo storico filosofico, citando Camus e Chiaromonte, Aron e Silone, «perché sono anticomunista» che, tra le sue tante qualità, è quella che nessuno si sognerebbe mai di mettere in dubbio, conoscendo tutti il suo romanzo di formazione, che comincia con il Fuan e la foto-cimelio con Almirante nel 1981, a 19 anni, politica e militanza: eravate fascisti? «Sì».
GENNARO SANGIULIANO - GIORGIO ALMIRANTE
E di nuovo si capisce quanto sia facile alla satira usare le parole antifascista e anticomunista come stilemi di un’usurata comicità, di un sottosopra logico dove, però, non spaventano la Decima Mas di La Russa, le legioni della Meloni e i manipoli di Fazzolari, il quale, com’è ovvio, tiene il coltello tra i denti alla maniera del feroce Ettore Muti. Ma come si fa a non allarmarsi dinanzi ai bracci alzati di Acca Larentia, al razzismo negli stadi, alle apologie di tutte le cinquanta sfumature del nero?
FRANCESCO MERLO
L’anticomunismo, invece, di cui Sangiuliano è professore, non trova molto di cui nutrirsi, niente commemorazioni con falce e martello, pugni chiusi e «avanti popolo alla riscossa», da quando, nelle biblioteche del Pd, i giganti del pensiero liberale hanno sostituito i funamboli del materialismo dialettico: tutti antifascisti e tutti anticomunisti.
Poiché dunque non ci sono più i marxisti d’antan, per favore, non lasciate solo Sangiuliano. Trovategli un comunista.
GENNARO SANGIULIANO RUBA IL MICROFONO A UN GIORNALISTA sangiuliano meloni gennaro sangiuliano intervistato foto di bacco JANNIK SINNER TIENE IN BRACCIO GENNARO SANGIULIANO - MEME