Giuseppe Gaetano e Silvia Morosi per "www.corriere.it"
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Come è stato possibile che oltre centro passeggeri sopravvivessero allo schianto e all’incendio di un aereo? L’Embraer 190 della Aeromexico è decollato martedì pomeriggio nel bel mezzo di una tempesta di grandine dall’aeroporto internazionale “Guadalupe Victoria” di Durango, diretto a Città del Messico; per precipitare poco dopo, colpito da violenta raffica di vento, a neanche 10 chilometri dalla pista da cui aveva appena preso il volo.
La maggior parte dei superstiti ha dovuto essere ricoverata in ospedale per ferite, e un paio di loro versano in gravi condizioni, ma a vedere le immagini della fusoliera dell’aereo spezzata e devastata dal fuoco, con la lunga colonna di fumo nero visibile da lontano, era facile immaginare che l’incidente potesse fare una strage.
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Il “miracolo”
Due fattori sono stati essenziali per il “miracolo”: l’altezza da cui il velivolo è precipitato, appena 300 metri; e la prontezza degli stessi passeggeri- tra cui 11 bambini - nel soccorrersi a vicenda e nel mettersi in salvo attraverso gli squarci delle lamiere e sugli scivoli, prima che a bordo divampassero le fiamme.
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Decisive sono state anche la tempestiva attivazione degli slittini, che ha accelerato l’evacuazione in tempo record, e la circostanza che lo schianto sia avvenuto in una zona aperta, lontana da case o edifici. «Ci siamo salvati lanciandoci in un buco che si era aperto nella carlinga» riferisce un testimone.
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«All’improvviso è diventato buio, ho sentito la cabina inclinarsi e visto i bagagli cadere dai cassetti- racconta un altro, in viaggio con la figlia di 16 anni - Poi c’è stato un botto, come se fossimo tornati in pista, e abbiamo “slittato” sul terreno finché non ci siamo fermati». «Ho avvertito un odore acre di fumo e mi sono subito tolta la cintura- continua una turista di rientro dalle vacanze -. Poi ho visto un buco ,proprio accanto al mio posto, e ci sono saltata dentro senza pensarci un attimo».
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Lieto fine
I due feriti gravi sono il pilota, che dovrà essere operato alla colonna vertebrale, e una bambina, con ustioni sul 25% del corpo. Tutti gli altri se la sono incredibilmente cavata al massimo con qualche contusione. L’amministratore delegato della compagnia aerea messicana, Andres Conesa, ha assicurato che il velivolo, costruito nel 2008, «era in stato perfetto».
Ha elogiato il coraggio dei passeggeri, annunciando che l’azienda si farà carico di ogni singola spesa medica; ed ha ringraziato i quattro membri dell’equipaggio, «per la professionalità» dimostrata: nonostante l’azzardo di partire con condizioni meteo avverse, parte del merito del salvataggio va sicuramente anche ai piloti che sono riusciti ad appoggiare l’aereo su un fianco e a lasciar “planare” l’abitacolo nei campi, riducendo al minimo l’impatto col suolo.
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Perfino la pista non ha subito danni, e le operazioni nello scalo sono riprese normalmente già in serata. Aeromexico è un pezzo grosso del traffico nei cieli, fondatore di Skyteam insieme ad Air France. Per rintracciare un altro incidente della compagnia bisogna risalire al luglio del 1981, quando un volo di linea si schiantò all’atterraggio a Chihuahua, nel nord del paese; in quel caso, però, ci furono 32 morti.
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