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    ZUCKERBERG, TIRA FUORI IL LIBRETTO DEGLI ASSEGNI! – “META” DOVRÀ PAGARE UNA MAXI MULTA (FORSE SUPERIORE AI 2 MILIARDI) PER AVER TRASFERITO I DATI DEGLI UTENTI FACEBOOK EUROPEI NEGLI STATI UNITI - IN AMERICA I SERVIZI SEGRETI POSSONO FICCARE IL NASO NEI DATABASE DELLA PIATTAFORMA E CONTROLLARE I DATI DEGLI UTENTI SENZA TROPPI PROBLEMI. PER QUESTO IL GARANTE DELLA PRIVACY IRLANDESE MULTERÀ ZUCKERBERG – PER LO STESSO MOTIVO SONO A RISCHIO ANCHE AMAZON, NETFLIX, SPOTIFY E YOUTUBE...


     
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    Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

     

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    Meta non avrebbe protetto i dati personali degli utenti europei di Facebook. Continuando a trasferirli negli Stati Uniti dove l’Nsa, cioè i servizi di intelligence, ha la possibilità di accedervi senza garanzie paragonabili a quelle esistenti in Europa.

     

    È questa la motivazione con cui lunedì l’autorità per la privacy irlandese, Paese dove il colosso dei social ha il suo quartier generale Ue, comminerà a Meta una multa record, che secondo indiscrezioni raccolte da Bloomberg potrebbe superare quella da 746 milioni di euro inflitta nel 2011 dal Lussemburgo ad Amazon.

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    Meta non commenta, ma a parte la possibilità per la società di fare ricorso - quasi scontato –, la sanzione non sarà l’ultima parola su una vicenda lunga e intricata, che riguarda il trasferimento di dati dall’Europa agli Stati Uniti per tutte le multinazionali, oggi in un vuoto normativo. E che solo un nuovo accordo tra i due blocchi, oggetto di un difficile negoziato, può risolvere.

     

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    Tutto nasce dalla battaglia contro Facebook iniziata nel lontano 2011 dall’avvocato e attivista austriaco Max Schrems, all’epoca studente universitario. Dopo le rivelazioni di Edward Snowden sui programmi di sorveglianza di massa Usa e l’approvazione in Europa della nuova direttiva sulla protezioni dei dati, la causa Schrems è finita di fronte alla Corte di giustizia Ue, che nel 2020 ha dichiarato illegittimo il cosiddetto “Privacy shield”, cioè l’accordo quadro che regolava il passaggio dei dati verso gli Stati Uniti. […]

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    Da qui la maxi multa in arrivo, che potrebbe anche superare i 2 miliardi di euro, e dovrebbe essere accompagnata da un nuovo altolà all’invio delle informazioni oltre Atlantico.

     

    Meta è la prima società sanzionata, perché oggetto del primo procedimento dall’autorità irlandese. Ma il vuoto normativo e l’illegalità di fatto, visto che le tutele sulla privacy americane sono insufficienti per gli standard europei, riguarda potenzialmente molti big tech, da Amazon a Netflix, da Spotify a Youtube. […]

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