President Zelensky has uploaded a video to refute the fake video of him in the tweet above or that he ever called on his troops to lay down their arms. TV24's hacked website still has a screenshot of the fake video along with a transcript of it. pic.twitter.com/bPpYQAZubw
— Shayan Sardarizadeh (@Shayan86) March 16, 2022
Kevin Carboni per Wired.it
Deep fake Zelensky
Alcuni hacker al servizio dalla Russia avrebbero creato e diffuso un video deepfake del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel quale chiederebbe ai suoi soldati di deporre le armi e di arrendersi alla Russia. Il finto messaggio, riporta Sky news che ha dato la notizia, sarebbe stato pubblicato per la prima volta su un sito di news ucraino, a seguito di un attacco informatico, per poi essere diffuso sul social russo Vk, così come su Facebook, Twitter e YouTube. Apparso per la prima volta mercoledì 16 febbraio, è stato già rimosso dalle piattaforme occidentali, mentre continua a circolare sui social media russi.
Si tratta del primo video deepfake sulla guerra in Ucraina e l’ennesimo colpo nella guerra di informazione parallela del Cremlino. I deepfake sono video modificati, tramite intelligenza artificiale o apprendimento automatico, in modo tale da sovrapporre volti e voci di scene già esistenti, per creare immagini false così realistiche da essere difficilmente individuabili come tali. L’obiettivo è quello di creare disinformazione, confusione e, nel caso specifico, tentare di abbattere il morale dei soldati e dei civili ucraini, facendo loro credere che il loro presidente abbia dichiarato una resa.
volodymyr zelensky al congresso usa 1
Nel video in questione, il finto Zelensky dichiara che l’Ucraina avrebbe deciso di “restituire il Donbass” alla Russia, riporta The Verge, e che gli sforzi di guerra della sua nazione sarebbero falliti. Dichiarazioni mai fatte da Zelensky e che il presidente ucraino ha immediatamente smentito, pubblicando un video sui suoi account ufficiali. «Rispetto all’ultima infantile provocazione e al consiglio di deporre le armi« ha detto il presidente «voglio consigliare alle truppe della Federazione russa di deporre le armi e di tornare a casa. Noi siamo a casa e difendiamo l’Ucraina».
La veloce comunicazione di Zelensky dimostra come il governo ucraino fosse preparato da tempo a rispondere a simili attacchi. Già a inizio marzo infatti, il Centro per le comunicazioni strategiche dell’Ucraina aveva lanciato un avvertimento sul possibile utilizzo di video falsi da parte della Russia, per distorcere la percezione pubblica dell’invasione.
zelensky
«I video realizzati con l’intelligenza artificiale sono quasi impossibili da distinguere da quelli veri» si legge su un post pubblicato su Facebook dall’agenzia ucraina. «Immaginate di vedere Volodymyr Zelensky dichiarare la resa» continua il post «lo vedete, lo sentite, ma non è la verità. Siate consapevoli e fate attenzione perché è un falso! L’obiettivo è di disorientarvi, di seminare il panico, ingannare i cittadini e incitare le nostre truppe a ritirarsi. Ma state tranquilli, l'Ucraina non capitolerà!».
Fortunatamente, il deepfake in questione non era stato realizzato troppo bene e, nonostante il labiale fosse ben sincronizzato, l’accento di Zelensky era sbagliato, la sua testa troppo grande e con una risoluzione diversa rispetto al corpo e allo sfondo. Per questo è stato riconosciuto facilmente come falso e rimosso dalle piattaforme.
volodymyr zelensky
Tuttavia, indipendentemente dalla sua qualità, l’effetto prodotto è già dirompente, perché da ora sarà più facile dubitare della veridicità di tutti i video di Zelensky che verranno pubblicati in futuro. I deepfake, infatti, inquinano l’ecosistema dell’informazione e generano ombra su tutti i contenuti. La prossima volta che il presidente ucraino si rivolge alla nazione alcune persone potrebbero domandarsi se sia veramente lui o meno.
volodymyr zelensky
«Questo è il primo deepfake che abbiamo visto diffondersi in questo modo» ha detto alla Npr Hany Farid, professore dell'università di Berkeley esperto di media digitali «ma ho il sospetto che sia solo la punta dell'iceberg».