Guido Olimpio per www.corriere.it
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Uno strike multiplo per impedire all’Isis di insediarsi sull’isola di Qanus, a 175 miglia a nord ovest di Bagdad. Lanciate 40 tonnellate di bombe in sostegno ad un reparto iracheno. Tutto corredato da foto e video del Comando centrale statunitense. Un evidente show di potenza, anche se non sono note le conseguenze reali del raid.
L’operazione ha coinvolto F15 e F35 americani basati ad al Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti. La formazione ha preso di mira un settore dove si temeva l’infiltrazione di combattenti del Califfato: per gli esperti sono state usate bombe JDAM (guidate da GPS). L’attacco è stato condotto per distruggere vegetazione, strade, eventuali strutture che potrebbero essere usate dal nemico. Secondo le fonti ufficiali l’incursione si è svolta in coordinamento con l’attività di un battaglione di Special Forces irachene, alla quali spetta il compito di «ripulitura» e contrasto.
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Missioni come queste hanno un valore tattico – sempre che conseguano gli obiettivi prefissati – ma anche «politico». E’ un modo per rispondere alla minaccia sempre presente del Califfato. I report segnalano, infatti, come i guerriglieri jihadisti continuino con imboscate e colpi di mano in diverse regioni del paese.
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