alessandro zan
Carlo Bertini per "la Stampa"
Prima della fine di ottobre sarà difficile, anzi molto difficile, che il ddl Zan esca dai cassetti del Senato per riaffacciarsi in aula. Il motivo è semplice: all'inizio di ottobre si svolgerà il primo turno delle elezioni amministrative e a metà mese i ballottaggi. E fino a quel momento a nessuna delle forze politiche converrà riaprire il dossier del ddl, che potrebbe rivelarsi un boomerang elettorale per tutti. Quindi meglio tenerlo in congelatore fino a tempi migliori.
Certo, strepitando in campagna elettorale contro i fratelli-coltelli di Italia Viva che hanno tradito i patti della Camera, aprendo alle modifiche richieste dalla destra: così farà il Pd di Enrico Letta. O attaccando i dem che non hanno voluto un accordo largo su un testo che non ha la maggioranza dei numeri in Senato: così farà Iv. Oppure silenziando l'argomento che ai propri elettori non piace: così farà la Lega.
ENRICO LETTA MATTEO SALVINI
E poi come finirà? Matteo Renzi col tono caustico di chi sa come vanno le cose della vita parlamentare, azzarda una previsione, nella sua ultima e-newws: «Il Pd terrà alta la bandierina fino alle amministrative e poi cederà al lodo Scalfarotto o a qualcuno dei nostri emendamenti firmati da Davide Faraone. Non sarà più la legge Zan ma almeno sarà una legge. Ora tutti dicono che non è così. Poi vedrete, accetteranno la nostra mediazione dopo averci insultato per qualche settimana sui social».
MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME
I dem invece scommettono su un'altro scenario, con finale aperto: causa elezioni e posto che ci saranno da varare dei decreti in settembre (quello sulla giustizia civile approda in commissione e va votato quello sulla giustizia penale arrivato dalla Camera), se ne parlerà ad ottobre. Ma se Iv è convinta che la Lega voglia modificare il ddl Zan, il Pd invece è convinto che Salvini voglia solo affossarlo.
ALESSANDRO ZAN SIMONE PILLON MEME
E quindi Letta andrà avanti senza volersi sedere ad un tavolo di trattative: sul tavolo ci sono mille emendamenti, di cui 700 solo della Lega e i dem chiederanno di votarli in aula. Nell'ultima riunione dei capigruppo non lo hanno chiesto, perché non si poteva fare in fretta prima della chiusura estiva con tutti questi emendamenti da esaminare. Di sicuro, dicono, «noi a un tavolo per concordare modifiche al testo non ci siederemo e vogliamo risolvere con semplici ordini del giorno la spiegazione dei punti controversi della legge».
matteo renzi enrico letta
Ovvero, quello sulla libertà di espressione e quello sull'autonomia decisionale delle scuole a organizzare iniziative nella giornata contro l'omofobia. Insomma, un muro contro muro per vedere chi vince ai voti, costringendo Iv a dire sì o no allo stesso testo votato alla Camera anche da loro. Viste le premesse, non ci sarebbe da stupirsi se si andasse oltre novembre, ben sapendo che quando cominceranno le manovre a gennaio dei partiti per l'elezione del nuovo capo dello Stato, l'ultima cosa da fare sarà mettersi a litigare sul ddl Zan. Che quindi potrà attendere.
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