Marcello Sorgi per “la Stampa”
partito democratico
Oltre a sollecitare curiosità e una proliferazione di candidature, la lunga vigilia del congresso Pd dopo la sconfitta del 25 settembre sta motivando analisi le più varie. S' intuisce che dietro il protrarsi dell'attesa (sei mesi, fino a marzo, se saranno rispettati i tempi previsti, cinque, fino a febbraio, se alla fine si troverà il modo di accorciarli) c'è un serio problema politico: la scelta di allearsi con il centro di Calenda e Renzi o con i "progressisti" di Conte, che ha ormai occupato stabilmente lo spazio alla sinistra del Pd, e, almeno nei sondaggi, lo ha anche sorpassato.
enrico letta e carlo calenda a cernobbio.
Il tema delle alleanze, inoltre, è stato storicamente al centro del dibattito interno dei due partiti di cui il Pd si proclama erede: la Dc divisa tra filosocialisti e filocomunisti e il Pci altrettanto, tra filosocialisti e filodemocristiani. Infine la costruzione del cosiddetto "campo largo" è diventata via via sempre più difficile, da quando Calenda ha escluso di potersi ritrovare in coalizione con i 5 stelle, e Conte sta demolendo una dopo l'altra, in nome di una politica radicalmente pacifista ed ecologista, i patti a livello locale con il partito di Letta.
letta conte calenda
Un bel rebus. Che difficilmente può essere risolto facendo riferimento a esempi del passato che riguardano solo il Pci, e segnatamente quello di Togliatti, Longo e Berlinguer, i tre segretari che lo guidarono nel Novecento, portandolo - soprattutto Berlinguer - a percentuali elettorali ragguardevoli (nelle europee del 1984 venne perfino superata la Dc), ma allo stesso tempo segnandone la fine, giunta poi con la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e tutto quel che ne seguì a livello mondiale. Cercare le ragioni della crisi presente negli irrisolti problemi del passato è giusto.
nilde iotti e palmiro togliatti
Tenendo però presente che il Pd è il prodotto della crisi simmetrica di Dc e Pci, i dirigenti attuali provengono dai due grandi partiti di massa del tempo che fu. «Un amalgama mal riuscito», lo definì D'Alema. Dimenticare i democristiani, o peggio, considerare in tutto e per tutto assimilabili ai post-comunisti i democristiani di sinistra che nel 2007 confluirono, via Margherita, nel partito fondato da Veltroni, sarebbe un errore. Anzi, è da quella differenza tra chi per mezzo secolo era stato al governo e chi all'opposizione che bisogna partire - dovrebbero farlo entrambi, ex-dc e ex-pci -, per capire meglio le questioni di oggi.
veltroni enrico berlinguer eugenio scalfari ciriaco de mita