Estratto dell'articolo di Michela Allegri per il Messaggero
Il suo allenatore ha detto che voleva parlarle della gara, che voleva darle dei consigli su come affrontare la competizione. E lei si è fidata.
«Invece, una volta arrivati nella sua camera di albergo mi ha fatto domande intime, mi ha spinta sul letto e mi ha messo le mani addosso», ha raccontato l'atleta, una nuotatrice giovanissima. La vittima, un anno fa, all'epoca dei fatti, aveva 14 anni.
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Ora ne ha 15 e ieri, assistita da uno psicologo, in sede di incidente probatorio ha ribadito le accuse nei confronti del suo ex istruttore, che di anni ne ha 26 ed è indagato dalla Procura di Roma con l'accusa di violenza sessuale aggravata.
Gli abusi, racconta la ragazzina, sarebbero avvenuti nella Capitale, mentre lei era in trasferta con l'istruttore e la squadra per partecipare a una gara nazionale. Erano arrivati il giorno prima dal Friuli-Venezia Giulia: la squadra è di Udine e alloggiava in un albergo in zona Prati. Proprio lì la quindicenne avrebbe vissuto un vero e proprio incubo.
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«Ha iniziato chiedermi cose imbarazzanti: Cosa fai quando sei con il tuo fidanzato?», avrebbe detto la quindicenne. Poi, la situazione sarebbe diventata insostenibile: lui avrebbe iniziato ad avvicinarsi, avrebbe cercato di spogliarla, infilandole le mani sotto i vestiti. «Mi ha spinta sul letto e mi ha messo le mani addosso».
Lei ha detto di essere fuggita da quella camera sconvolta: «Sono tornata nella mia camera, ero in lacrime». Insieme a lei c'era un'amica che, però, ha dichiarato di avere saputo quello che era successo solo in seguito. La vittima ha poi aggiunto di avere raccontato tutto ai genitori dopo avere trovato il coraggio necessario. E sono stati proprio la madre e il padre dell'atleta ad accompagnarla a sporgere denuncia, in Friuli. Le audizioni dei testimoni e della ragazzina sono state fatte dalla polizia giudiziaria a Udine e poi i risultati sono stati trasmessi per competenza alla Procura della Capitale. L'incidente probatorio, avvenuto ieri a Roma di fronte al gip al pm Antonio Verdi, è servito per cristallizzare la ricostruzione della presunta vittima.
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La versione dell'allenatore è molto diversa. La difesa sostiene che lui avesse rimproverato l'atleta perché stava facendo confusione nel corridoio e perché non si impegnava abbastanza durante gli allenamenti - tanto da avere pensato di allontanarla dalla squadra -, e nega con forza gli abusi.
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Raggiunto al telefono, non ha voluto parlare dell'indagine che lo coinvolge, ma ha specificato che «nella squadra c'è assoluta serenità, nessun atleta se ne è andato». E la ragazzina che lo accusa? Dopo la denuncia non si è più presentata agli allenamenti, «probabilmente ha cambiato squadra».
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