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    “MI PICCHIA OGNI GIORNO” – LA RICHIESTA D’AIUTO, INVIATA PER MESSAGGIO A UNA SUA AMICA, DI UNA RAGAZZA DI ORIGINI EGIZIANE CHE VENIVA MALMENATA DAL PADRE 49ENNE A MILANO PERCHÉ “COLPEVOLE” DI FREQUENTARE UN RAGAZZO CHE LA FAMIGLIA NON APPROVAVA (UN CASO CHE RICORDA QUELLO DI SAMAN ABBAS) – LA MADRE E IL FRATELLO LE DICEVANO “SEI UNA PUTTANA”. LA GIOVANE HA MANDATO LE FOTO DEL SUO CORPO SFREGIATO ED È STATA SALVATA - LE MINACCE DEL PADRE: "USCIRÒ DAL CARCERE E NON AVRÒ PACE PRIMA DI FARLA PAGARE A QUEL FIGLIO DI PUTTANA"


     
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    Estratto dell'articolo di Elisabetta Reguitti per “il Fatto Quotidiano”

     

    Violenza su una ragazza Violenza su una ragazza

    “Giuro che non ti lascerò, se vuoi puoi mandarmi anche in carcere ma poi io uscirò (…) non avrò pace prima di farla pagare a quel figlio di puttana, a costo di rischiare la pena di morte (…) non ho altro di cui occuparmi, solo te e lui”. 

     

    Questo è il contenuto di uno dei messaggi che un padre di 49 anni anni ha invitato alla figlia minorenne colpevole di frequentare e vedersi con un ragazzo non prescelto dalla famiglia. 

     

    Una storia che in tutti i contorni ricorda la vicenda di Saman Abbas (...) La differenza tra le due vicende è che la ragazza (...) che chiameremo Rania è riuscita a far intervenire le autorità giudiziarie prima che le accadesse il peggio. (...)

     

    Violenza su una ragazza Violenza su una ragazza

    Ora Rania vive in una comunità protetta, lontana da casa. Per i genitori la pm Alessia Menegazzo con l’aggiunto Maria Letizia Mannella del V Dipartimento della Procura di Milano hanno firmato la richiesta di misura cautelare con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ragazza; per il fratello di 20 anni, invece, sono stati disposti i domiciliari.

     

    violenza sulle donne violenza sulle donne

    La giudice per le indagini preliminari Stefania Donadeo ha osservato i “gravi indizi di colpevolezza” nei confronti della giovane che ha denunciato violenze, maltrattamenti e soprusi a partire dal 2019.  (...)  Una famiglia di origine egiziana che non permette che la figlia scelga di vivere in modo libero. Lei che non si sottomette e trova coraggio e forza di fare uscire questa vicenda dalle mura domestiche. 

     

    “Sei una puttana” ciò che le diceva la madre e il fratello nel settembre 2022 e poi percosse sul corpo e in viso al punto da farle annebbiare la vista e sanguinare il naso. I certificati medici parlano chiaro. 

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    Il telefono della giovane ragazza controllato da tutti i membri della famiglia; lei che però riesce a inviare un messaggio a una compagna di classe (...): “Non mi dimenticate. Sto soffrendo. Mi picchia ogni giorno. Fai vedere queste foto alla preside ma NON (esattamente scritto tutto con il carattere maiuscolo ndr.) chiamare la polizia”. (...). Le foto che raffiguravano le sue braccia e il suo viso dopo le percosse, non lasciano alcun dubbio.

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