Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”- Estratti
Angelo Bonelli
Il verde può diventare il colore della disgrazia del verde Angelo Bonelli, il rosso quello della disperazione del calendiano Matteo Richetti, il giallo quello della gioia di Alessia Morani, che lotta disperatamente per entrare nel Parlamento europeo.
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E così, all’alba delle elezioni europee di inizio giugno, la politica torna a promettere pegni che la sorte o le divinità, benevole e no, possono incassare subito dopo il voto. A Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, che l’hanno intervistato a Rai Radio 1 per Un giorno da pecora , Angelo Bonelli, dioscuro (insieme a Nicola Fratoianni) dell’Alleanza verdi sinistra, ha detto che «alle elezioni europee sono sicuro che noi supereremo il 5 per cento. E, se non succede, prometto che mi tingo una ciocca di capelli di verde».
alessia morani
Per tutti coloro che si fossero già affannati al solo pensiero di ritrovarsi un Bonelli emulo della ciocca resa celebre da Cristiano Malgioglio (che però è bionda), nucleo catalizzatore di attenzioni di un panorama tricologico di cromatura diversa, sappiano che dopo il voto potrebbero esserci un Matteo Richetti interamente rosso («Se Azione non arriva al 4 per cento»), un’Alessia Morani totalmente bionda («Se vengo eletta») e uno Stefano Bonaccini dimagrito di otto chili («Se vengo eletto, datemi un paio di mesi per riuscirci: ne peso 88, arriverò a pesarne 80»).
Star indiscussa dei voti e fioretti, magari anche per il governatore uscente dell’Emilia-Romagna, tornerà a far parlare di sé anche la Madonna di San Luca, che si raggiunge faticosamente a piedi salendo, e non poco, dal centro di Bologna.
matteo richetti e le cene al twiga - meme by osho
Le rivolse un accorato grazie Pier Ferdinando Casini nel 2001, subito dopo la sua elezione a presidente della Camera; la evocò nel 2018 anche Nunzia De Girolamo, finita per un dispetto dei berlusconiani dell’epoca a cercar (vana) gloria elettorale nelle roccaforti rosse, dopo essere stata tolta (e all’ultimo secondo) da un collegio blindato nella natìa Campania.
Certo, la promessa del prima è sempre più agevole dell’azione del dopo, come dimostrano le innumerevoli volte che Matteo Salvini, all’alba della sua ascesa politica, annunciò l’intenzione di smettere di fumare; o quelle in cui il suo omonimo Renzi, all’inizio del declino, pronunciò la promessa di lasciare la politica in caso di sconfitta al referendum del 2016. «Il tre aprile smetto di fumare», annunciò trionfale il leader della Lega subito dopo il clamoroso sorpasso ai danni di Forza Italia alle Politiche del 2018.
STEFANO BONACCINI
Si diede un mese di tempo dal voto, il tempo di provare a fare il governo con i 5 Stelle, che arrivò poi a giugno. La vigilia di Natale successiva era ancora là, davanti ai suoi follower, testa bassa: «È una cosa da scemi fumare. E scemo io che ho ricominciato. Ma capitemi, è un periodo complicato».
alessia morani
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