Federica Angeli e Giuseppe Scarpa per Repubblica.it
IL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKI 2
"Mi trattava come un ragazzino, razionava i soldi. Guadagnava solo lei e ogni volta decideva lei quando e quanti darmene", questo il movente che ha spinto Maurizio Diotallevi a uccidere la sorella. L'ha uccisa nell'appartamento che dividevano: prima l'ha strangolata e poi ha tagliato a metà il corpo con una sega e ha gettato le varie parti in diversi cassonetti: le gambe in viale Maresciallo Pilsudski, nel quartiere Parioli, il resto del corpo a un chilometro, in via Guido Reni. La vittima si chiamava Nicoletta Diotallevi, 59 anni.
IL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKI
È stata uccisa e fatta pezzi dal fratello 62enne Maurizio nell'abitazione che condividevano in via Guido Reni 22b. L'omicidio è avvenuto in casa poi l'uomo, dopo aver sezionato il cadavere, lo ha gettato in pezzi nei cassonetti in via Reni e via Pilsudski. "Non entrava tutto intero in un sacco,ho duvuto prendere una sega e tagliarlo". Gli inquirenti hanno fermato per omicidio e occultamento di cadavere Maurizio Diotallevi. "Sì, sono stato io a uccidere mia sorella", ha amesso Diotallevi dopo 10 ore di interrogatorio in questura.
IL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKI
A scoprire le gambe del cadavere, intorno alle 20 di martedì 15 agosto è stata una ragazza rom mentre rovistava all'interno di un cassonetto in viale Maresciallo Pilsudski. La giovane ha avuto un malore, ma è riuscita a dare l'allarme. Secondo la ricostruzione della squadra Mobile, gli arti sarebbero stati gettati la notte precedente, a giudicare almeno da un iniziale stato di decomposizione. Secondo le prime informazioni i due fratelli Diotallevi avevano problemi economici e vivevano insieme nell'appartamento lasciato in eredità dai genitori.
Per sostentarsi affittavano anche a studenti una stanza dell'appartamento in via Guido Reni 22b. Sembra che in casa lavorasse solo la donna e che l'uomo facesse spesso richieste di denaro. Non è escluso che a far scattare l'ira dell'uomo possa essere stata una richiesta di soldi respinta dalla sorella. "Siamo sconvolte - racconta una condomina - erano persone perbene, con dei valori. Non sappiamo cosa può essere accaduto".
Il padre dei due fratelli era un alto ufficiale dell'Esercito. In un primo momento il resto del corpo non era stato individuato. Ma in tarda mattinata altri resti sono stati trovati dagli agenti in un altro cassonetto, in via Guido Reni, all'altezza del civico 22.
POLIZIA SCIENTIFICA A VIA GUIDO RENI
La polizia ha poi sequestrato un terzo cassonetto all'interno del quale potrebbero esserci gli effetti personali e gli abiti della donna. Si trova in via Pannini, a pochi passi da via Guido Reni, dove è stato trovato il resto del corpo della donna, e ad un chilometro da viale Maresciallo Pilsudski, dove sono state trovate le gambe. Le gambe sono state tagliate con un'accetta: la recisione è infatti netta.
Decisive per le indagini sulle immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso prima l'uomo scendere di casa in via Reni con un grosso sacco, poi alla 1.30 di ieri in via Pilsudski mentre gettava le gambe nel cassonetto. Il palazzo in cui abitavano i due fratelli sorge tra una caserma dell' esercito e una delle sedi della Questura di Roma, davanti alla scuola superiore di polizia.
MAURIZIO DIOTALLEVI
L'intera area è ampiamente sorvegliata dalle telecamere di sicurezza che hanno immortalato i momenti in cui l'uomo si è disfatto del cadavere della sorella in due diversi cassonetti della zona. Poco più in là ci sono anche il Maxxi, il museo d'arte contemporanea, e il Guido Reni district, galleria d'arte e spazio dedicato ad eventi. Sul posto la sezione omicidi della Squadra Mobile coordinata dal pm Marcello Cascini. L'episodio fa tornare in mente il caso del 2011 del busto di donna ritrovato al Divino Amore. Un caso mai risolto.
L'ARRESTO DI MAURIZIO DIOTALLEVI ALTRI RESTI IN VIA GUIDO RENI