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    “MI VOLEVANO ADDORMENTARE CON UN SONNIFERO, POI MI AVREBBERO SPARATO E SOTTERRATO PER PRENDERSI TUTTO”: LE PAROLE DEL CAPO ULTRÀ DELL’INTER ANDREA BERETTA, IN CARCERE PER L’OMICIDIO DEL RIVALE ANTONIO BELLOCCO - DALLE CARTE DELL’INCHIESTA SULLE CURVE DI MILANO EMERGONO I RETROSCENA DELL’OMICIDIO, LE MINACCE DI BELLOCCO E MARCO FERDICO (ALTRO LEADER ULTRÀ ARRESTATO) VOLTE AD APPROPRIARSI DEL MERCHANDISING DELLA CURVA GRAZIE AL NEGOZIO “WE ARE MILANO”. BERETTA RACCONTA ANCHE CHE AVEVA COMINCIATO A TENERE UNA PISTOLA CON SÉ DOPO CHE…


     
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    Rosario Di Raimondo, Massimo Pisa per milano.repubblica.it - Estratti

     

     

    andrea beretta andrea beretta

    O muori tu o muoio io. Non aveva scelta, a suo dire, Andrea Beretta, capo della Curva Nord dell’Inter, arrestato nell’ambito dell’inchiesta che ha azzerato i vertici ultrà del calcio milanese e già in carcere per aver ammazzato, lo scorso 4 settembre, il rivale Antonio Bellocco, l’uomo che avrebbe ordito un piano contro di lui per impossessarsi dei ricchi guadagni che arrivavano dal “merchandising” nerazzurro.

     

    Dalle carte dell’inchiesta sugli ultrà emergono dunque i retroscena dell’omicidio avvenuto in via Besozzi, a Cernusco sul Naviglio, nel parcheggio della palestra “Testudo”, luogo di ritrovo dei militanti della Curva.

     

    Beretta spiega di essere riuscito più volte a “sventare” i tentativi di ucciderlo, grazie alle “rivelazioni” ricevute da chi doveva attirarlo in trappola: verosimilmente, avrebbero dovuto addormentarlo con il sonnifero, avrebbero dovuto sparargli e infine sarebbe dovuto essere sotterrato. In pieno stile mafioso.

     

     

    ultra inter mauro nepi andrea beretta marco ferdico ultra inter mauro nepi andrea beretta marco ferdico

    Nell’ottica di Beretta, ultrà di rango, tra i vertici della Nord che parlava con i dirigenti nerazzurri, le minacce di Bellocco e Marco Ferdico (altro leader ultrà arrestato) erano volte ad appropriarsi del merchandising della Curva, ricca “fonte di reddito” dell’assassino, in particolare grazie al negozio “We Are Milano”. Di più: i rivali volevano aprire un nuovo negozio in città.

     

    Beretta racconta anche che aveva cominciato a tenere una pistola con sé dopo che questa estate, tra giugno e luglio, era stato convocato a casa di Bellocco, a Pioltello. Nei box al seminterrato, aveva incontrato due emissari della sua famiglia, che gli avevano rivolto pesanti intimidazioni sempre riguardo agli affari della Curva.

     

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    ANDREA BERETTA IN MAGLIETTA BIANCA CON LUCA LUCCI ANDREA BERETTA IN MAGLIETTA BIANCA CON LUCA LUCCI

    Dalle carte, tra l’altro, traspare lo shock degli ultrà dopo l'omicidio Bellocco. Il 6 settembre si tiene una riunione fra tifosi in videoconferenza. Ci sono, tra gli altri, Marco e Gianfranco Ferdico, Marcello Bosetti, Matteo Norrito (tutti arrestati dopo l’operazione sulle Curve di lunedì) e altri uomini: una vera e propria riunione del Direttivo. Che viene captata. “”Sono frastornato”, dice Ferdico. “Il pensiero che quello ha fatto una cosa del genere, che sia vero o non vero che quell'altro poteva pensarla...che cioè siamo...fossero estranei, ci chiamavamo famiglia ragazzi, eravamo insieme la sera prima, io non riesco ancora a capire come possibile è successo, capito? Noi eravamo parte di questa cosa…”.

    omicidio antonio bellocco omicidio antonio bellocco antonio bellocco antonio bellocco antonio bellocco e andrea beretta antonio bellocco e andrea beretta andrea beretta. andrea beretta. andrea beretta e antonio bellocco nella partita di calcetto prima dell'omicidio andrea beretta e antonio bellocco nella partita di calcetto prima dell'omicidio antonio bellocco antonio bellocco

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