"VI RACCONTO CHI ERA LA MAMMA DI BRUCE SPRINGSTEEN"
Estratto dell’articolo di Gabriele Romagnoli per www.lastampa.it
BRUCE SPRINGSTEEN CON LA MAMMA ADELE ZERILLI
Qualche anno fa andai a sentire Bruce Springsteen a Broadway, in teatro, dove cantava poche canzoni intervallando il lungo racconto della sua vita. Una cosa intima, in cui si apriva al pubblico. Dopo circa 15 minuti arrivarono i ricordi familiari. La prima volta in cui nominò sua madre fu di riflesso: quando lo mandava, bambino, a recuperare il padre nei bar.
Lui si sentiva imbarazzato, ma avanzava tra quegli uomini adulti e un po’ ubriachi, sfiorava la manica del padre e gli diceva: «Mamma dice di tornare a casa». La madre la reggeva, la casa. Svegliava tutti al mattino, dando loro 30 secondi per scendere dal letto. Preparava la colazione per sé stessa per andare al lavoro in centro città. Si metteva una gonna al ginocchio, tacchi alti e il rossetto acceso sulle labbra sotto i capelli corvini da discendenza italiana. Lavorava in un ufficio e lo faceva con piacere e senso di responsabilità.
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Mai un giorno di assenza, mai un lamento. Era sempre l’ultima a uscirne. Bruce racconta che spesso la raggiungeva quando anche l’edificio vuoto sembrava riposare. Non c’era più nessuno nei corridoi o alle scrivanie, le macchine per scrivere erano coperte da una custodia di tela. Sua madre gli sorrideva vedendolo arrivare e solo a quel punto era pronta per andarsene. Prendeva la borsa e la sua mano. […] Lavorando e amando la madre sentiva di giustificare il proprio posto nel mondo.
BRUCE SPRINGSTEEN adele zerilli
Che cosa mi ha insegnato, si domandava quell’uomo di settant’anni che la gente pagava per ascoltare mentre si confessava? La sincerità, l’impegno, l’affetto, la fede nella famiglia. Ma più di ogni altra cosa: la voglia di ballare. Di lei dice che era una dancing machine, una macchina da ballo. Cresciuta negli anni Quaranta aveva il ballo nelle ossa. A qualsiasi età le bastava entrare in una stanza dove ci fosse musica per mettersi a ballare. Una cosa naturale, destinata a durare più del linguaggio, più della memoria. E a diventare una canzone, intitolata The Wish. […]
Adele Ann Zerilli (questo il suo nome da nubile) ha preso a noleggio la prima chitarra per Bruce. In cambio, il figlio l’ha fatta salire sul palco a ballare con lui più di una volta. Già a maggio scorso è stato chiaro che non avrebbe potuto più farlo. Non si muoveva, non parlava, ma lo riconosceva quando lo vedeva e sorrideva.
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La musica era nella sua testa. Anche se non ne usciva, il figlio la sentiva ugualmente. Poteva alzarla e farle mettere i piedi sui piedi, trasportandola nella stanza, invertendo la posizione di quando si era bambini, nello scambio inevitabile che ogni forma d’amore comporta. Si è spenta a 98 anni.
Traduzione “The Wish” – Bruce Springsteen
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La vecchia strada sporca è tutta fangosa sotto la pioggia e la neve
Ragazzino e sua madre tremano fuori dalla vetrina di un negozio di musica fatiscente
Quella notte in cima a un albero di Natale brilla una bellissima stella
E sdraiato sotto una chitarra giapponese nuova di zecca
Ricordo che la mattina, mamma, ho sentito suonare la sveglia
Mi stenderei a letto e ti ascolterei mentre ti prepari per il lavoro
Il suono della tua custodia per il trucco sul lavandino
E le donne in ufficio, tutte rossetto, profumo e gonne fruscianti
E quanto sei sempre stato orgoglioso e felice mentre tornavi a casa dal lavoro
Se gli occhi di papà fossero finestre su un mondo così mortale e vero
Non potevi impedirmi di guardare, ma mi hai impedito di strisciare attraverso
E se è un vecchio mondo divertente, mamma, dove i desideri di un bambino diventano realtà
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Beh, ne ho alcuni in tasca e uno speciale solo per te
Non è una telefonata di domenica, fiori o un biglietto per la festa della mamma
Non è una casa su una collina con un giardino e un bel cortiletto
Ho la mia hot rod giù in Bond Street, sono più vecchio ma mi conoscerai a colpo d'occhio
Ci troveremo un piccolo rock 'n roll bar e baby usciamo a ballare
Beh, ero io con i miei stivali Beatles, tu con i bigodini rosa e i pantaloni da matador
Tirami su dal divano per fare il twist per i miei zii e le mie zie
Bene, ora ho trovato una mia ragazza, mamma, ho fatto la domanda il giorno del tuo compleanno
È rimasta ad aspettare sulla veranda mentre mi dicevi di uscire
E di' quello che dovevo dire
Ieri sera ci siamo seduti tutti a ridere delle cose che la chitarra ci ha portato
E sono rimasto sveglio pensando alle altre cose che ci ha portato
Bene stasera accolgo le richieste di qui in cucina
Questo è per te, mamma, fammi uscire subito e dirlo
È in ritardo, ma piccola, se stai cercando una canzone triste, beh non lo farò
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