1- LO STUPRO È ISLAMICO E LA FEMMINISTA STA ZITTA
Mario Giordano per La Verità
MARIO GIORDANO
Se non ora quando? Quando scendete in piazza? Non vi pare il momento? Che cosa state aspettando? Perché vi nascondete? Sono passate 48 ore, ormai, da quando un mediatore culturale islamico ha espresso il suo parere sullo stupro («Una volta che entra il pisello poi la donna diventa calma e gode come fosse un rapporto sessuale normale») e inspiegabilmente non si è visto ancora nemmeno un corteo in difesa del corpo della donna. Nemmeno un sit in. Nemmeno una lettera-manifesto, che quella non si nega nemmeno per un problema condominiale.
Niente di niente. Qui c' è uno che dice che alle donne piace essere violentate e le vestali del neo femminismo, sempre così sensibili a ogni stormir di bunga bunga, sono tutte sparite. Zitte. Come se fosse normale. Come fossero d' accordo. O come se non si potesse attaccare un islamico perché, d' accordo, il corpo della donna va rispettato. Ma lo ius soli un po' di più.
UNA SIGNORA ALLA MANIFESTAZIONE _SE NON ORA QUANDO__
Possibile? Davvero? E se no: perché non parlate? Dove diavolo siete? Dove siete, sorelle Comencini? Dove sei, Serena Dandini? Dove sono le tue «ferite a morte»? Dove sono spettacoli teatrali, mobilitazioni permanenti, telefono rosa e associazioni femineus, Snoq libere e Snoq factory, Paola Turci e Marina Rei, fischia il vento e infuria la bufera, scarpe rosse eppur bisogna andar? L' unica che, obtorto collo, dice qualcosa è la presidente della Camera, Laura Boldrini. Raggiunta in montagna da Repubblica.it dice che le polemiche sul silenzio sono «agghiaccianti».
Anzi, «stiamo toccando il fondo». E perché? Perché «la mia condanna è ovviamente incondizionata», ma «non è il mio lavoro commentare gli accadimenti di ogni giorno».
Non è il suo lavoro? Davvero? Eppure a inizio mese, quando i giornali hanno dato la notizia di un ragazzo che ha perso il lavoro a Cervia per il colore della sua pelle, eccome se la Boldrini è intervenuta: l' ha invitato a Montecitorio.
LAURA BOLDRINI
E poi è intervenuta sullo sgombero di piazza Indipendenza a Roma (per attaccare la polizia), sul divieto della manifestazione neofascista al campo X di Milano (per approvare il divieto)... Non sono forse fatti di cronaca anche quelli? E dunque, possibile che non intervenga con la stessa indignazione anche adesso? Proprio lei, così sensibile alla difesa delle donne, financo negli articoli determinativi?
Possibile che un «il» al posto del «la» la offenda più della giustificazione di una violenza carnale? Che una pubblicità con una modella in bikini attiri le sue reprimende più di un islamico che dice «viva lo stupro» (perché poi, in fondo, si sa che le donne «una volta che entra il pisello» godono)?
CRISTINA COMENCINI
Questo silenzio è inspiegabile. Ed è inspiegabile la superficialità con cui viene liquidata la vicenda, come se fosse un caso isolato, un fuorisacco, un incidente di percorso. Un errore, in ogni caso, individuale che non pone problemi se non al medesimo autore, per l' appunto il mediatore culturale Abid Jee. E non ci si rende conto che, invece, il problema non è solo Abid Jee. Il problema è l' islam. Perché è vero che le responsabilità sono sempre individuali.
Ma è altrettanto vero che solo la cecità da politicamente corretto impedisce di vedere ciò che è chiarissimo: e cioè che quelle frasi non sono spuntate dal nulla, ma sono figlie di una cultura, quella islamica, e della considerazione che essa ha delle donne.
Non sono forse esseri inferiori? Non esistono forse soltanto per soddisfare i desideri degli uomini? E allora? Dov' è il problema?
Se vengono stuprate, forse dovrebbero pure ringraziare Abid Jee non ha fatto altro che esprimere in modo ingenuo ed estremizzato quello che sgorga dalla visione islamica del mondo. Una visione, peraltro, che lui doveva «mediare» con la nostra. «Per mediare fra due culture bisognerebbe possederne almeno mezza», scriveva ieri Massimo Gramellini nel suo Caffè sul Corriere.
abid jee STUPRO DONNA RIMINI
Spiace smentirlo: Abid Jee una cultura ce l' ha. Eccome. Il problema è che è una cultura che è impossibile da conciliare con la nostra perché si fonda su presupposti in contrasto con i valori della nostra civiltà. Il rapporto con le donne è solo uno di questi, anche se la Boldrini e le armate del «Se non ora quando» non se ne sono ancora accorteÈ lo stesso mediatore culturale, in fondo, ad ammettere che la sua frase non era una voce dal sen fuggita, ma il frutto di un pensiero, seppur malato, che trae origine dalla difficoltà a integrarsi.
Per cercare di riparare a quella frase ignobile, infatti, ha scritto un altro messaggio su Facebook. E come si è giustificato? Ha detto: «Scusate, avevo bevuto troppo»? Oppure: «Scusate, avevo fumato anche lo scendiletto»? O forse: «Scusate, la peperonata mi è andata di traverso e non connettevo più»? Macché. Ha detto: «Scusate, ma la verità è che tutti attaccano gli immigrati». Tutti attaccano gli immigrati, capito? Ed è per quello che lui interviene sullo stupro.
stupro rimini
Perché si sente attaccato. Come immigrato. E rivendica il diritto alla violenza come se fosse naturale. Gli scappa. Perché è sincero. Quasi un islam pride, seppur inconsapevole.
Eppure è da questo islam «moderato» che noi dovremmo farci allegramente invadere, come ormai ci ricorda ogni giorno, con micidiale puntualità l' house organ dello ius soli, al secolo Repubblica.
Ieri il quotidiano è tornato alla carica sull' argomento con un' intervista al sociologo Marzio Barbagli, modellata e forzata a uso e consumo della linea editoriale, e con un dotto articolo di fondo di Lucio Caracciolo, dal titolo esemplificativo: «Nello ius soli il nostro futuro». In esso Caracciolo ci spiega, in sintesi, perché l'«interesse nazionale» degli italiani è quello di farsi sostituire dagli immigrati. Se poi il 40 per cento di costoro sono islamici, che ci volete fare? Guai a chi parla di islamizzazione del nostro Paese, a Repubblica proprio non lo accettano. Loro sono fatti così: il 40 per cento degli islamici non è islamizzazione.
Per parlare di islamizzazione ci vuole almeno il 100 per cento. Ecco, sì facciamo così: fino al 100 per cento di islamizzazione non protesta nessuno. E dopo, essendo tutti islamici, neppure. Non è meraviglioso?
perquisizioni a miramare rimini
Sarà per questo che i comitati «Se non ora quando» non sono ancora scesi in campo. Aspettano il 100 per cento dell' islamizzazione. Così, poi, sapete come sarà meravigliosa la sfilata islamica per la difesa della donna? Tutte in burqa e chador, ma naturalmente in fondo al corteo, perché davanti ci staranno solo gli uomini.
Ovviamente, con un bel po' di cartelli inneggianti la poligamia. Che dite? Che la poligamia non rispetta la donna? Ma siete impazzite? Non avete letto il Corano? Donne, zitte: andate in fondo al corteo, tacete e guai a voi se vi fate vedere in bicicletta, lo sapete che è vietato.
Può essere che, nel frattempo, qualcuna di voi nelle retrovie venga pure stuprata, ma intanto non avete diritto di parlare e quindi non lo potete dire a nessuno.
indagini a rimini miramare
E se, per caso, noi maschi islamici vi concederemo di parlare, in ogni caso, dovrete dire che è stato bellissimo perché «sì, all' inizio fa male, ma quando poi il pisello entra». Del resto, che ci volete fare: bisogna rispettare il corpo della donna, no? E già che ci siamo rispettiamo anche il corpo del mediatore culturale che inneggia allo stupro. Eccome se lo rispettiamo. In effetti, come avete letto, costui non è stato espulso dall' Italia (come avrebbe meritato) e nemmeno licenziato (come sarebbe stato il minimo pretendere).
Macché: è stato soltanto sospeso dalla cooperativa bolognese Lai Momo in cui lavora. Sospeso, poffarbacco, come uno studentello indisciplinato. Un buffetto sulla guancia e via: lasciate che passi qualche settimana e vedrete che, nel silenzio delle Dandini e delle Boldrini, tutto finirà in nulla. Lui riprenderà a fare il mediatore e a diffondere la sua meravigliosa cultura islamica. E pazienza se questa cultura, complice lo ius soli, stuprerà il nostro Paese come i magrebini stuprano le donne sulla spiaggia di Rimini. Tanto, si sa, fa male solo all' inizio. Poi si gode.
2 - BOLDRINI E GLI ATTACCHI DELLA DESTRA "LA MIA BATTAGLIA È CONTRO TUTTI I VIOLENTI CHI INSINUA IL CONTRARIO SEMINA ODIO"
Alessandra Longo per la Repubblica
Sullo stupro di Rimini la destra se la prende con Laura Boldrini.
Salvini, Meloni, i soliti, da giorni insinuano: «Perché la presidente della Camera non ha commentato, forse perché i presunti stupratori sono immigrati? ». Parole pesanti cui la terza carica dello Stato risponde indignata: «Stanno toccando il fondo.
Siamo alla degenerazione del dibattito politico».
rimini stupro in spiaggia
Presidente, Giorgia Meloni dice che il suo silenzio sia un omaggio al multiculturalismo.
«Agghiacciante. Come se la gravità della violenza dipendesse da chi la mette in atto o da chi la subisce. Lo stupro è uno degli atti più abominevoli che esistano ai danni di una donna. Un crimine esecrabile che distrugge l' esistenza di una persona».
Eppure c' è chi ha insinuato che lei non si esprimesse per una sorta di "tolleranza" nei confronti dei presunti colpevoli.
«Polemiche deprecabili, di chi non ha argomenti e mira solo ad avvelenare il clima».
Per accontentarli: come mai non è voluta intervenire?
«La mia condanna è ovviamente incondizionata. Ci sono indagini in corso ma a prescindere da chi sarà ritenuto colpevole spero che la giustizia comminerà pene adeguate alla gravità del reato. Ogni giorno purtroppo abbiamo notizie di violenze, non faccio dichiarazioni di condanna su ogni singolo episodio. Faccio una battaglia contro tutte le violenze, in special modo quelle sulle donne. Qualcuno può dubitare del mio impegno in questo ambito? Se lo fa è sicuramente in malafede e con intento strumentale».
Un leghista pugliese ha scritto su Facebook: "Quando succederà alla Boldrini e alle donne del Pd?" .
laura boldrini
«Un episodio ripugnante. Cercano la visibilità con questi argomenti, evocando lo stupro nei confronti delle avversarie politiche. Non credo che queste modalità siano tollerate in altri Paesi democratici. Le ho viste praticate solo in teatri di guerra, con conseguenze devastanti».
Sono allievi che crescono alla scuola di cattivi maestri. Penso a Grillo e a quel suo "che fareste con la Boldrini in macchina?" e a Salvini con la bambola gonfiabile simil-Boldrini sul palco.
«Chi è a capo di un partito o di un movimento se apre la strada a tutto questo ne porta anche la responsabilità. Se lei va sui miei profili social vedrà che ci sono commenti pieni di minacce e volgarità, di inviti alla violenza. Spesso queste persone hanno chiari orientamenti politici. Se semini odio questo è il risultato. Ho deciso che denunciare fosse doveroso, a tutela mia e dell' istituzione che rappresento. Ho ricevuto tantissima solidarietà. Gente che mi dice: "Presidente vada avanti, siamo con lei"» .
Non c' è troppo silenzio di fronte al degrado?
«Io faccio una battaglia anche per chi non ha voce. La mia denuncia pubblica ha dimostrato che la maggioranza silenziosa al momento giusto prende posizione. Il silenzio divide e isola, le parole uniscono e rafforzano i legami fra le persone».
giorgia meloni
In queste stesse ore c' è un mediatore culturale pachistano che dice che alle donne, in fondo, piace lo stupro.
«Un' affermazione oscena. Mi è sembrato il minimo rimuoverlo dal suo incarico».
Come si fa ad arginare uno scadimento del genere?
«Innanzitutto valutando e riconoscendo tutte le forme in cui questa violenza si manifesta: nella società italiana c' è chi continua a non tollerare l' avanzamento delle donne, persiste una forma di misoginia. Inoltre se un' istituzione della Repubblica diventa oggetto di morbosità violenta c' è qualcosa di serio su cui interrogarsi. Dietro c' è anche il tentativo di delegittimarla e screditarla. Infine, c' è la questione della violenza nel dibattito pubblico che non può essere sottovalutata».
Tocca alla maggioranza silenziosa imprimere una svolta.
alessandro meluzzi foto sbagliate
«C' è una frase di Brecht che porto sempre con me: "Non si dica mai che i tempi sono bui perché abbiamo taciuto" » .
3- GLI STUPRI DI RIMINI, MENTANA ATTACCA MELUZZI: “E’ IL POST DI UN ODIATORE DI PROFESSIONE: DELLE DUE VITTIME NON GLI IMPORTA NULLA”
Paolo Salvatore Orrù per http://notizie.tiscali.it/
Una delle sintesi più aggressive è stata quella di un signore che, dopo aver letto un post dello psichiatra Alessandro Meluzzi, si è chiesto: “Ma questo è lo stesso Meluzzi, stimato professionista, spesso ospitato in TV come 'esperto'? Che pena! Mi dispiace per lui”. Una reazione molto simile a quella di tanti altri dopo che il mattatore di tante trasmissioni televisive ha scritto nel suo social: “I nuovi italiani stupratori di Rimini accolti e integrati dai buonisti cattocomunisti! Adesso basta con questi schifosi subanimali”.
Il medico anti “ius soli” ha poi corredato la sua dichiarazione con foto segnaletiche che ritraggono i presunti stupratori della ragazza polacca violentata da un 'branco' di quattro persone davanti al fidanzato, violenza poi replicata in strada su una trans. Peccato per tutti che i quattro uomini non siano i bruti che Meluzzi vorrebbe (giustamente) punire.
commenti al tweet di meluzzi
L’attacco di Mentana
Il post è stato stigmatizzato dal direttore di Tg7 Enrico Mentana. “L'ex parlamentare Meluzzi – ha scritto il giornalista su Facebook - pubblica le foto dei quattro stupratori di Rimini, e le reazioni sono quelle stesse dei giorni scorsi. Il fatto è che quelle foto riguardano arresti compiuti diversi mesi fa in un'operazione anti-spaccio. Non si vede l'ora di poter esporre altri volti simili per proseguire con commenti come quelli, presi a caso sotto il tweet di Meluzzi, che qui riproduco.
Delle due stuprate non gli importa nulla: la loro passione va tutta a loro, sperando che siano "risorse", possibilmente clandestini o meglio ancora migranti, magari con una bandiera dell'Isis nello zaino. Invece la giustizia e l'informazione sono cose serie: si indaga, si individuano gli elementi di prova e si cercano i possibili colpevoli. Si ricostruiscono le loro storie e poi si può commentare, anche nel modo più duro, ma non strumentalmente”.
enrico mentana
Odiatori di professione
Mentana ha poi proseguito: “Gli autori degli stupri di gruppo, qualsiasi sia la loro nazionalità e condizione, sono delle bestie. La legge italiana ne prevede la condanna a lunghi periodi di detenzione. Se i violentatori di Rimini si riveleranno essere degli extracomunitari non saranno certo i primi, e non avranno nessuna attenuante, ci mancherebbe.
Ma visto che in questi commenti nessuno ci pensa, lo faccio io per voi, odiatori professionali: un pensiero e un abbraccio ideale alla ragazza polacca e alla trans peruviana, insieme a sincere scuse: non abbiamo saputo proteggervi prima, e stiamo usando i vostri drammi come clava per le nostre dispute”, ha concluso Mentana. In tutto questo bailamme sguazzano “gli odiatori di professione”, che hanno infatti approfittato dell’occasione per dire che da quando sbarcano i migranti, in Italia c’è stato un aumento di stupri esponenziale.
alessandro meluzzi vescovo ortodosso
I dati del Ministero dell’Interno
I ripetuti sbarchi di migranti ha focalizzato l’attenzione degli italiani sugli stranieri, tuttavia le affermazioni del “vescovo” Meluzzi non fanno in ogni caso il paio con quanto dichiarato dal ministero dell’Interno: dai dati aggiornati risulta, infatti, che sono in aumento le violenze sessuali commesse dagli italiani, mentre sono diminuite quelle che vedono responsabili gli stranieri. Chiaramente sul totale degli stupri il numero maggiore in valore assoluto è quello degli italiani (ma su una popolazione maschile più grande).
alessandro meluzzi vescovo ortodosso
Le segnalazioni, riferite ai connazionali denunciati o arrestati per delitti commessi nel nostro Paese, sono 1534 nei primi sette mesi di quest'anno contro i 1474 dello stesso periodo del 2016. Mentre le violenze che vedono sotto accusa gli stranieri sono in leggero calo, anche se in percentuale molto più alta, considerando la popolazione: 904 da gennaio a luglio di quest'anno contro le 909 dello stesso periodo dell'anno scorso.
Gli ultimi dati
Dalle ultime "proiezioni" del Viminale risulta, comunque, che il numero complessivo delle violenze sessuali dall'inizio di quest'anno a luglio è diminuito. Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2017 sono state 2333, contro le 2345 denunciate nello stesso periodo dell'anno scorso. Non sono mancati casi "sia da parte di italiani che di stranieri", ha spiegato all'Adnkronos la presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, "per questo più che fare una differenza di cittadinanza direi che il problema è che sta passando un messaggio tremendo di impunità, perché gli stupri in Italia sono all'ordine del giorno".
alessandro meluzzi vescovo ortodosso
Nella sua biografia Meluzzi ha scritto di sé: "La supponenza rigida di chi è sempre pronto a condannare i difetti e i peccati degli altri, spesso non vedendo i propri. Perché, come dice il Vangelo, non giudicate e non sarete giudicati. È una cosa che mi ha sempre affascinato".