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    “AVREI BATTUTO TRUMP ALLE ELEZIONI MA AVREI DIFFICOLTÀ A CONQUISTARE LA NOMINATION DEI DEMOCRATICI” - MICHAEL BLOOMBERG, EX SINDACO DI NEW YORK, NON SI CANDIDERÀ PER LA CASA BIANCA NEL 2020 - I SUOI 50 MILIARDI DI PATRIMONIO NON LO HANNO SPINTO A PROVARCI COMUNQUE: IL SUO PASSO INDIETRO POTREBBE ESSERE L’ANTICAMERA DELL’ENDORSEMENT A JOE BIDEN…


     
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    Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

     

    micheal bloomberg micheal bloomberg

    Troppa concorrenza, anche per un uomo abituato alla competizione come Michael Bloomberg. L'ex sindaco di New York ha dichiarato ieri che non si candiderà per la Casa Bianca nel 2020, scrivendo un editoriale pubblicato dall' agenzia che porta il suo nome, Bloomberg: «Penso che avrei battuto Donald Trump nell' elezione generale. Ma sono pienamente consapevole della difficoltà di conquistare la nomination dei democratici in un campo così affollato».

     

    La rinuncia dell' imprenditore, 77 anni, patrimonio netto di 50 miliardi secondo «Forbes», definisce meglio lo scenario all' interno del partito progressista. Lo stesso Bloomberg scrive di aver studiato a lungo la situazione. Ma evidentemente «il sentiero» individuato dai suoi consiglieri per arrivare alla nomination è troppo stretto.

    micheal bloomberg hillary clinton micheal bloomberg hillary clinton

     

    La sua proposta politica rischiava di rimanere schiacciata tra l'ala moderata, rappresentata dall' ex vice presidente Joe Biden, che appare sempre più vicino all'annuncio ufficiale, e la corrente radical-socialisteggiante, con il senatore Bernie Sanders già in piena campagna. Due figure per ora in testa nei sondaggi, ma sfidate da una serie di insidiosi outsider. Tra gli altri la senatrice Kamala Harris e probabilmente l'ex deputato del Texas, Beto O' Rourke.

     

    Il problema ora è vedere se alla fine i democratici cercheranno una sintesi, oppure se lo scontro tra centristi e radicali non farà prigionieri. Bloomberg non si candida, ma non rinuncia a schierarsi: «È essenziale scegliere un democratico che si troverà nella posizione più forte possibile per sconfiggere Donald Trump e per riunificare ancora il Paese. Non possiamo consentire che il percorso delle primarie trascini il partito verso l'estremo». Il risultato sarebbe la rielezione di Trump.

     

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    Sono parole che potrebbero essere interpretate come un «endorsement» preventivo proprio per lo stesso Biden. Ma si vedrà. Bloomberg ha stanziato 100 milioni di dollari per finanziare i democratici nelle elezioni di mid-term e ora continuerà ad appoggiare chi si impegnerà su temi come il controllo delle armi e le università aperte a tutti.

     

    Intanto i servizi segreti americani hanno lanciato una controffensiva per garantire la sicurezza delle votazioni. Gli esperti militari del «Cyber Command» sarebbero riusciti a penetrare nei server dell'Agenzia Federale di Notizie, sede a San Pietroburgo, sospettata di essere la cosiddetta «fabbrica dei troll russi», i disseminatori di propaganda e di «fake news» in Europa e negli Stati Uniti. Gli americani sostengono di aver messo fuori uso il sistema, ma dall' Agenzia russa fanno sapere di essere in grado di continuare l' attività, smentendo, per altro, qualsiasi legame con le interferenze nelle elezioni di altri Paesi.

    micheal bloomberg donald trump micheal bloomberg donald trump

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