Chiara Bruschi per “il Messaggero”
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Michael Fawcett era entrato a Buckingham Palace poco più che adolescente come semplice cameriere nel 1981 e dopo 40 anni accanto al principe Carlo che nel 2018 gli aveva affidato il più alto incarico nella sua The Prince' s Foundation, si preparava a ricoprire un ruolo determinante nella futura corte dei Windsor, quello di braccio destro del sovrano.
Come un fulmine a ciel sereno però si è abbattuto su di lui lo scandalo della compravendita delle onorificenze e dei titoli nobiliari, denunciato sulle pagine dei giornali inglesi sul finire dell'estate, e ieri Fawcett, che gli amici descrivono come «distrutto» per l'accaduto, si è dimesso da Ceo della Prince' s Foundation.
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Come precisato da fonti ufficiali, inoltre, non lavorerà più a Clarence House, la residenza di Carlo e Camilla. Le dimissioni temporanee che Fawcett aveva annunciato ai primi di settembre per permettere alle indagini interne di chiarire la sua posizione, sono diventate quindi definitive.
LE PRESSIONI
Una decisione attesa soprattutto dalla cerchia più ristretta del futuro re, capitanata dalla moglie Camilla che avrebbe espresso in più di un'occasione la necessità di allontanare il nome di Fawcett da quello del marito, per prendere le distanze da ogni scandalo in previsione del suo futuro sul trono d'Inghilterra.
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Un brutto colpo invece per il principe Carlo che d'ora in poi dovrà fare a meno di un uomo considerato da sempre essenziale, a tal punto da essere conosciuto a corte come colui che «schiacciava il tubetto del dentifricio affinché il principe del Galles si potesse lavare i denti».
Non è certo la prima volta che Fawcett si trova nei guai: sul finire degli anni Novanta lo staff lo aveva accusato di bullismo, lui si era dimesso ma Carlo lo aveva riassunto entro una settimana con tanto di promozione; nel 2003 era stato indagato per la vendita di regali ricevuti dal principe, su indicazioni di quest' ultimo, e si era dimesso con liquidazione da 500mila sterline nonostante le indagini interne avessero chiarito la sua posizione.
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Negli anni successivi seguono altri incarichi fino al più prestigioso, nel 2018: un ruolo da 95mila sterline annue come ceo della The Prince' s Foundation, dal quale si è dovuto dimettere ieri. Fawcett era finito nell'occhio del ciclone quando il Sunday Times, il Daily Mail e il Mail on Sunday lo avevano accusato di aver promesso all'imprenditore saudita Mahfouz Marei Mubarak bin Mahfouz titoli onorari e la cittadinanza britannica in cambio di ingenti donazioni in denaro.
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E i fatti, nonostante entrambe le parti abbiano sempre smentito di aver commesso illegalità, sembrano confermare questa versione: l'imprenditore ha ricevuto un CBE (Commander of the Order of the British Empire) nel 2016 e più tardi il passaporto, dopo aver versato 1,5 milioni destinati alla ristrutturazione delle due residenze del principe gestite dalla Fondazione, il castello di Mey, dove un tempo viveva la regina madre, e Dumfries House.
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In una lettera del 2017, inoltre, Fawcett scriveva di essere disposto a promuovere la richiesta di trasformare il CBE in cavalierato e la sua richiesta di cittadinanza in risposta «alle donazioni molto generose» di Mahfouz nei confronti della charity.
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