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    "IO E DARIO CI SIAMO CONOSCIUTI GRAZIE ALLA MILITANZA" – MICHELA DI BIASE, LA CONSIGLIERA REGIONALE DEL PD NEL LAZIO IN PROCINTO DI CONQUISTARE UNA CANDIDATURA ALLE POLITICHE, RILANCIA DOPO LO SFOGO CONTRO CHI LA CHIAMA “LADY FRANCESCHINI”: “IL MIO IMPEGNO E' INIZIATO BEN PRIMA DI INCONTRARLO, A 26 ANNI, NEL MIO MUNICIPIO. E SONO STATA LA PRIMA TRA GLI ELETTI IN CAMPIDOGLIO NEL 2016 E POI LA SECONDA IN REGIONE NEL 2018"


     
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    Carlotta De Leo per il “Corriere della Sera”

     

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    «Non mi aspettavo un'eco così ampia. Il mio non è stato uno sfogo, ma una lunga riflessione». Il telefono di Michela Di Biase - consigliera regionale del Pd nel Lazio, in procinto di conquistare una candidatura alle prossime elezioni politiche - è rovente dopo il post in cui si è scagliata contro «la cultura maschilista» che la etichetta come «lady Franceschini».

     

    Tra i primi a chiamare, il segretario Enrico Letta: «Lo ringrazio. Ho avuto il pieno sostegno di tanti. Mi sono sentita parte di una comunità».

     

    Che cosa l'ha spinta a parlare adesso?

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    «Per anni ho evitato di replicare agli attacchi di chi mi bollava come "moglie di". Come se fossi un orpello, un'appendice. Ora però non è più giusto stare in silenzio anche pensando alle nostre figlie e ai valori in cui vogliamo che crescano. Dobbiamo opporci a chi pretende di raccontare le donne attraverso l'uomo (marito, padre, fratello) che hanno accanto al fine di svilirne il ruolo nelle istituzioni».

     

    In questi giorni anche Elisabetta Piccolotti ha accusato il «sistema maschilista» che preferisce parlare del suo matrimonio (con Nicola Fratoianni) piuttosto che dei suoi anni di impegno politico.

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    «Esattamente lo stesso schema. Io sono sposata con un uomo che come me fa politica, ci siamo conosciuti grazie alla militanza. Il mio impegno però è iniziato ben prima di incontrarlo, a 26 anni, nel mio municipio. E sono stata la prima tra gli eletti in Campidoglio nel 2016 e poi la seconda in Regione nel 2018. Sono 16 anni che il mio percorso nelle istituzioni prosegue lineare, tappa per tappa».

     

    Ora in ballo c'è l'approdo in Parlamento. Il suo nome è stato inserito dal Pd locale in una rosa di possibili candidature per il voto di settembre.

    «Una scelta dettata dal mio impegno e dai risultati che mi sono stati riconosciuti in tanti anni di attività politica. Sarà la Direzione nazionale ora a decidere se e dove schierarmi, io come al solito mi metterò al lavoro con lo stesso impegno di sempre».

     

    Le ha fatto piacere ricevere il sostegno di Beatrice Lorenzin, Pina Picierno e Stefania Pezzopane?

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    «Molto. Con loro ho lavorato in passato e conoscono il mio impegno. Dico sempre che la solidarietà femminile è un valore importante che dovrebbe essere condiviso. Nel 2016, quando Giorgia Meloni fu attaccata perché si candidò al Campidoglio mentre era incinta, io la difesi strenuamente: nessuno può dire a una donna cosa fare e cosa non può fare. Su questi principi dobbiamo essere granitici».

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