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    “IL CORONAVIRUS PUÒ DURARE UN ALTRO PO’? SE IL RISULTATO È LA VIVIBILITÀ DELLE STRADE, CI METTEREI LA FIRMA…” - MICHELA MURGIA OFFRE UN ASSAGGIO DELLA SUA ESILARANTE SIMPATIA: “HO VIAGGIATO COMODAMENTE IN UN AEREO SEMI-VUOTO, SONO ARRIVATA IN UNA CITTÀ SENZA TRAFFICO. LE PERSONE…NORMALMENTE NON RIESCO A FARE UN PASSO” - DARIA BIGNARDI LA SMORZA: “DICIAMO CHE CI SONO DEI PRO E DEI CONTRO…”


     
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    Marco Leardi per https://www.davidemaggio.it/

    MICHELA MURGIA MICHELA MURGIA

     

    Un’uscita infelice. Cataloghiamola così. Ieri sera a L’Assedio, sul Nove, Michela Murgia ha pronunciato una battuta ironica nelle intenzioni ma davvero poco riuscita. La scrittrice, infatti, si è augurata che il Coronavirus prosegua ancora un po’ se il suo risultato sono le strade più vivibili e i mezzi pubblici semi-vuoti. Interloquendo con la conduttrice Daria Bignardi, che l’aveva convocata a Milano per supplire all’assenza del pubblico in studio (proprio a causa precauzioni anti-virus), Murgia ha affermato:

     

    MICHELA MURGIA MICHELA MURGIA

    “Ho viaggiato comodissimamente in un aereo semi-vuoto, sono arrivata in una città senza traffico. Le persone… normalmente non riesco a fare un passo. Può durare un altro po’ questo virus? Se il risultato è la vivibilità delle strade, io ci metterei la firma“.

     

    E la conduttrice, smorzando, ha più prudentemente chiosato: “Diciamo che ci sono dei pro e dei contro…“. Ora, utilizzare il sorriso per stemperare anche le situazioni più serie è cosa legittima ed anzi apprezzabile. Quindi non biasimeremo le intenzioni della scrittrice sarda, che nel salotto deserto della Bignardi voleva probabilmente destare simpatia. Le battute, però, sono come le ciambelle: non sempre escono col buco. E, soprattutto, bisogna saperle fare.

    MICHELA MURGIA MICHELA MURGIA

     

    Auspicare che il virus duri “un altro po’” in un momento in cui ci sono undici Comuni blindati, oltre 400 infetti ed ospedali in costante allerta non è proprio il massimo. Anzi, è fuori luogo. Anche il compiacimento per l’assenza di folle (segno di un impatto sociale ai limiti della psicosi), poteva essere posto in termini diversi, come del resto ha poi tentato di fare la stessa Bignardi. A naso, scommettiamo che non tutti i telespettatori abbiano gradito o compreso le affermazioni della scrittrice, a maggior ragione se sintonizzati dalle zone focolaio. Morale della storia: l’ironia è un’arte rara e solo chi la possiede davvero sa che ci sono tempi e modi per esercitarla con efficacia.

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