Estratto dell'articolo da www.ilfattoquotidiano.it
MICHELA DERIU
Michela Deriu aveva un debito con qualcuno. Una cosa che credeva ormai passata, ma riaffiorata prepotentemente nella sua esistenza, rendendogliela insopportabile, quando lei è diventata ricattabile per via di quel video hard che non voleva che venisse diffuso.
È l’ipotesi – come riporta l’Ansa – che si fa sempre più largo tra le tante vagliate dagli inquirenti alle prese con il suicidio della barista di 22 anni di Porto Torres, che si è tolta la vita a La Maddalena, dove si era rifugiata a casa di un’amica alla ricerca della serenità perduta. [...]
MICHELA DERIU
Per il momento sono stati iscritti nel registro degli indagati due ragazzi di Porto Torres e una loro coetanea di Ittiri. Erano amici di Michela, o almeno lei li frequentava reputandoli tali. Quando è stato girato il video a luci rosse di cui si vergognava, pare che fosse in loro compagnia. [...]
Nei giorni scorsi l’avvocata Arianna Denule, legale della famiglia Deriu, aveva dichiarato all’Ansa di aspettarsi nuovi sviluppi, sostenendo che a breve il cerchio si potrebbe allargare e che si potrebbe individuare presto il reale responsabile di una morte che ha colpito nel profondo l’intera comunità di Porto Torres e tutta l’Italia.
MICHELA DERIU
Le sue parole troverebbero conferma nell’ipotesi che si fa largo anche tra gli investigatori: gli autori del ricatto non sarebbero i tre indagati, ma qualcuno che aveva acquisito da loro – come e a quale prezzo è tutto da verificare – quel video. Un’arma potentissima, puntata contro la giovanissima barista per minacciarla e pretendere che saldasse i suoi debiti pregressi. Sulla cui origine e sul cui ammontare è ancora troppo presto per fare ipotesi.
MICHELA DERIU