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    “SONO UNA SPINA NEL FIANCO PER QUELLI CHE HO SCONFITTO, ESSENZIALMENTE DALEMIANI POI DIVENTATI RENZIANI” – MICHELE EMILIANO SPIEGA L’ASTIO NEI SUOI CONFRONTI DENTRO IL PD: “CI SONO ALCUNI CHE DA VENT’ANNI SI SENTONO BLOCCATI DA ME E NON VEDONO L’ORA CHE MI RITIRI. LA STORIA DELL’INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI? AVEVO USATO UN’IPERBOLE DA COMIZIO: IL PM EMILIANO, CHE AVEVA FATTO ARRESTARE I MAFIOSI, DA SINDACO VA A SPIEGARE AI CITTADINI DI BARI VECCHIA LA ZTL E PORTA CON SÉ L'ASSESSORE, DECARO – TORNARE A FARE IL PM? SAREBBE POSSIBILE MA SAREBBE MEGLIO EVITARE…”


     
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    Estratto dell’articolo di Goffredo Buccini per il “Corriere della Sera”

     

    anita maurodinoia michele emiliano anita maurodinoia michele emiliano

    Qualcuno che a Bari le è stato molto vicino dice che «il suo ciclo è finito». Che lei è «un elefante nella stanza del Pd». Quale effetto le fa?

    «Io sono sempre stato l’elefante nella stanza del Pd!», sogghigna Michele Emiliano: «Il partito non mi ha mai metabolizzato, sono stato sempre una spina nel fianco, per tanti segretari».

     

    È ingiusto almeno con D’Alema, che la lanciò...

    «Non mi ha lanciato per niente. Mi disse: “Dimettiti da segretario regionale, devi fare il sindaco e basta”. Di Renzi non ne parliamo! Poi, con Zingaretti le cose sono cambiate, s’è lavorato bene».

     

    michele emiliano e antonio decaro michele emiliano e antonio decaro

    Il giorno dopo la tempesta è affollato di nostalgie e amarezze, sassolini nelle scarpe e orgoglio. Emiliano sa che la sua Puglia è un caso nazionale per l’addio al campo largo e che lui è un caso nel caso, con la sua assessora Maurodinoia travolta dalla compravendita dei voti e l’odore di palude tutt’attorno. […]

     

    […] nel partito non bruciano d’amore per lei, «l’elefante» .

    «Beh, ci sono quelli che ho sconfitto, essenzialmente dalemiani poi diventati renziani. Alcuni che da vent’anni si sentono bloccati da me e non vedono l’ora che mi ritiri».

     

    michele emiliano antonio decaro michele emiliano antonio decaro

    Nelle vicende della Regione, da Vendola a lei, si coglie una tendenza che ho chiamato «tatarellismo di sinistra»: inglobare gli avversari con incarichi e prebende.

    Trasformismo?

    «Macché. Il nostro progetto è talmente accattivante che molti avversari vi aderiscono per passione politica».

     

    Mi prende in giro?

    «Neanche un po’. Penso a Rocco Palese. Ad Alessandro Delli Noci. Ma anche al mio amico Decaro, di cui parlate tanto in questi giorni. Veniva da una lista erede dei socialisti. Quando decisi che dovesse essere il mio successore non fu facile fargli vincere la battaglia delle primarie».

    michele emiliano e antonio decaro 3 michele emiliano e antonio decaro 3

     

    Sull’amico Decaro torniamo tra un attimo. Mi spieghi quale passione sprigionava, al di là dei voti, Anita Maurodinoia e come è possibile che in una città come Bari lei non conoscesse suo marito, l’ormai famoso «Sandrino».

    «Sandro Cataldo nessuno di noi lo conosceva. Quanto ad Anita, che si è dimessa a tutela della Regione proclamandosi innocente, non è che la provenienza politica determini il tasso di onestà di un politico. Ho visto gente del Pci fare cose terribili. […]».

     

    Veniamo all’amico Decaro. Avete rotto, no?

    «No. Abbiamo un legame ventennale che si è rinsaldato: ci attaccano insieme».

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    […] Lei però ha rovinato l’amico Decaro quando ha raccontato in piazza di averlo portato, come un pupo, a raccomandarlo dalla sorella (incensurata) del boss Capriati. Un autogol?

    «In realtà avevo usato un’iperbole da comizio: il pm Emiliano, che aveva fatto arrestare i mafiosi, va nella sua veste di sindaco a spiegare ai cittadini di Bari Vecchia la Ztl e porta con sé il suo assessore».

     

    Non una grande idea.

    «Vabbé, col senno di poi userei altre parole, poi dopo tanti anni ognuno può ricordarla diversamente».

    michele emiliano antonio decaro michele emiliano antonio decaro

     

    Il messaggio che comunicava è: Decaro è roba mia.

    «Non c’era bisogno di dirlo. Decaro è bravissimo ma la storia è quella lì».

     

    Cioè lui è suo?

    «Io non posseggo persone! (ride) Antonio ha fatto la sua strada in piena libertà».

     

    Lei è un pontiere storico con i Cinque Stelle. Pentito?

    «No. Abbiamo lavorato per l’alleanza in Puglia, ci sta che su altri tavoli non si chiuda.

    Condivido l’appello di Conte alla massima vigilanza».

     

    […] lei non pensa che la rottura Pd-M5S sia definitiva?

    «Non esiste nulla di definitivo in politica».

     

    […] Il rapporto politica-magistratura resta un grumo doloroso. Lei fa il politico da tanti anni ma non si è mai dimesso da magistrato.

    michele emiliano e antonio decaro michele emiliano e antonio decaro

    «Sono in aspettativa, la legge me lo consente».

     

    Ma le pare opportuno fare politica nella stessa città in cui, da magistrato, ha conosciuto vicende anche privatissime di eventuali avversari politici?

    «E non vale forse per gli avvocati? O per i medici? Il punto è solo uno: la correttezza».

     

    Pensa mai di rivestire la toga?

    «Mah. Sarebbe possibile. Non mi si applica nemmeno l’ultima normativa sulle “porte girevoli”. Ma sarebbe meglio evitare, eh. Sa, temo di aver perso lo smalto».

    michele emiliano decaro michele emiliano decaro

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