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    "LE IENE E I FUORIONDA CON INSULTI OMOFOBI (“‘STO FROCIO DE MERDA”)? LI HO QUERELATI, È UN ARGOMENTO SUPERATO DEL QUALE NON VOGLIO PIÙ PARLARE” – MICHELE GUARDI’ TORNA SULL’AFFAIRE DEGLI INSULTI SESSISTI: “LE MIE REDAZIONI SONO PIENE DI DONNE, MA INDIPENDENTEMENTE DAL GENERE: LAVORANO CON ME PERCHÉ SONO BRAVE” - "CRAXI? UNA VOLTA GLI PORTARONO UN BICCHIERE D’ACQUA PERÒ NON LA BEVVE PERCHÉ NON VOLEVA CORRERE RISCHI” – ANDREOTTI? LA MIA AUTRICE GIOVANNA FLORA LO SOCCORSE MENTRE STAVA PER INCIAMPARE E LUI LE DISSE: “LEI È L’UNICA CHE MI HA TOCCATO LA GOBBA IMPUNEMENTE” – IL NUOVO ROMANZO + VIDEO


     
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    Paola Pottino per palermo.repubblica.it - Estratti

     

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    In un freddo pomeriggio d’inverno il camino della casa romana di Michele Guardì, 80 anni, originario di Casteltermini, nell’Agrigentino, autore televisivo, regista e scrittore, è acceso. Guardì si gode il tepore mentre le parole scorrono veloci. Una vita costellata da grandi soddisfazioni professionali, ultima in ordine cronologico è La ciantona il libro ambientato in un paesino siciliano «perché è il mondo che conosco meglio», dice l’autore (finito nella bufera per una frase sessista colta da un fuorionda) capace di riprodurre un affresco frenetico e colorato dove la realtà «da qualunque parte la si guardi mima sempre e comunque una finzione».

     

    «Proprio così. Non si riesce a capire chi abbia commesso cosa. Capita che un personaggio entri nella storia dell’altro e l’autore ( cioè io) per rendere le cose più comprensibili veste di bianco i personaggi degli anni Cinquanta e di nero quelli attuali: un ordine che, malgrado tutto, non si crea».

     

    (...)

    Come è iniziata la sua carriera televisiva?

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    «Grazie a Pippo Baudo che mi chiamò per la trasmissione Secondo voi, un programma di varietà e giochi a premi. In un mondo nel quale la gratitudine raramente viene riconosciuta, io amo ringraziare pubblicamente Pippo».

    E poi che successe?

    «Antonello Falqui, allora regista di grido, mi volle conoscere e poi lavorai a Due come noi, un programma con Ornella Vanoni e Pino Caruso e da lì non mi sono più fermato».

     

    Quest’anno la Rai ha compiuto 70 anni...

    «È una storia importante perché la Rai ha prodotto programmi nei quali oltre all’aspetto ludico inseriva momenti di cultura che hanno consentito allo spettatore di appassionarsi alla storia dell’Italia. La televisione ha di fatto unificato il Paese».

    “I fatti vostri” è il programma quotidiano più longevo d’Europa.

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    «Esatto. Grazie anche al lavoro dell’autrice Giovanna Flora, che ha iniziato con me da ragazzina ed è proprio merito suo se il programma continua ad avere questa forza».

     

    Da I fatti vostri sono passati in tanti: Andreotti, per esempio.

    «Andreotti venne più volte, ma pretendeva un piccolo cachet per dimostrare che comunque si trattava di una prestazione pagata che poi avrebbe destinato in beneficenza. Ricordo inoltre che una volta Giovanna Flora lo soccorse mentre stava per inciampare e lui le disse: “Lei è l’unica che mi ha toccato la gobba impunemente”».

     

    E Craxi?

    «Una volta disse che aveva sete. Quando gli portarono un bicchiere d’acqua però non la bevve perché, come lui stesso ammise, non voleva correre rischi».

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    Lei sul lavoro come si definisce?

    «Sono molto ordinato e pretendo il massimo sia da me stesso che dagli altri. Se non ho finito, non vado a dormire».

    E ogni tanto perde le staffe. “Le Iene” hanno catturato alcune frasi sessiste che lei avrebbe pronunciato dietro le quinte...

    «Quelli delle “Iene” li ho querelati, ed è un argomento superato del quale non voglio più parlare».

    Ammetterà però che le donne sul lavoro, anche in tv, sono ancora penalizzate rispetto agli uomini...

    «Le mie redazioni sono piene di donne, ma indipendentemente dal genere: lavorano con me perché sono brave».

     

    Si parla tanto invece del ponte sullo Stretto: è una buona idea?

    «Non credo sarebbe male, in altri Paesi sono stati realizzati ponti anche più lunghi. Abbiamo la tendenza a drammatizzare ogni cosa come ad esempio il Telamone appena eretto ad Agrigento».

    Non tutti infatti hanno apprezzato…

    «Esatto. C’è chi dice che era meglio quando stava a terra. Ma che senso ha?»

    Agrigento nel 2025 sarà Capitale italiana della cultura: quanto è importante?

    «Anche se sono lontano spero si facciano delle cose buone. Ho dato la mia disponibilità per quello che potrò fare».

    Che sensazioni prova quando torna in Sicilia?

    «Provo ad afferrare le cose migliori. Se via Telauda fosse nella Valle dei templi sarei più contento perché lì c’è il mio mondo, la mia aria, la mia luce, i colori del cielo che sono unici. Ma dovendo lavorare sto qui e quando torno mi godo le vacanze».

     

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