Michele Serra per “la Repubblica”
dose e presta il ruggito del coniglio
Nella mia auto, di mattina, ci sono Presta e Dose. Ho provato anche a cambiare auto, ma c' erano Presta e Dose anche in quella nuova. È una specie di possessione vocale, si sentono le voci, e sono sicuro che ancora si sentono pure nelle auto delle quali mi sono liberato, senza avvertire i nuovi acquirenti che l' abitacolo era posseduto. E non credo di essere un caso isolato.
Ci sono cimiteri d' auto nei quali, tra le carcasse ammonticchiate, aguzzando le orecchie, si sente la sigla del Ruggito del coniglio: ricchete racchete, ricchete racchete. Il fenomeno paranormale va avanti da venticinque anni filati: me ne sono reso conto solo ieri, leggendo l' intervista di Luigi Bolognini a quei due per festeggiare il quarto di secolo del Ruggito. Venticinque anni di un' opera quotidiana sono tantissimi (l' Amaca ne ha qualcuno in più ma non dura due ore, richiede meno mano d' opera di una trasmissione radio e soprattutto non dipende dagli organigrammi della Rai, con tutto quello che ne segue).
dose e presta il ruggito del coniglio
I fedelissimi, ma anche gli ascoltatori intermittenti, conoscono il segreto del Ruggito, che è una inaffondabile e quasi inspiegabile allegria. La satira non lo è sempre, e anzi contiene spesso l' amaro, il malinconico, a volte il truce. Presta e Dose no. Per non so quale miracolo riescono a ridere e a fare ridere contro ogni evidenza, con la geniale cretineria del fool che in mezzo ai crolli e al disonore, allo scandalo e alla pena, leva al cielo la sua risolutiva leggerezza. Si immagina che i due, a turno, abbiano avuto, in venticinque anni, qualche ragione per non essere di buon umore. Lo sono stati comunque: servizio pubblico, e di primissimo ordine. Lunga vita ai conigli.
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