MICHELIN DELLE GAFFES!
GUIDA MICHELIN
Lady Coratella per Dagospia
Paolo Marchi, patron di Identità Golose, la più importante kermesse di cucina italiana che ha portato con successo a Expo i migliori cuochi su piazza, tira giù randellate sulla guida Michelin fresca, fresca di giornata.
Hanno premiato un morto! Tuona Marchi. Lo chef dello Chalet Matthias a Livigno è deceduto nello scorso mese di agosto e non è l'unica gaffe della rossa gommata. Pare che se farete visita a qualcuno fra gli stellati odierni troverete qualche brutta sorpresa. Chi ha chiuso, chi ha cambiato cuoco, traslocato e chi è morto.
presentazione-Michelin-2016-Italia
Insomma a quanto pare gli omini Michelin durante i quasi venti giorni di ritardo sull'uscita della guida sono stati a grattarsi la pancia invece di verificare il materiale in redazione o fare un salto a dare un'occhiata di persona.
Non sono sviste da poco, parliamo della sostanza del loro mestiere. È come se un inviato di guerra inviasse il suo reportage quotidiano trascurando di riferire che è stato firmato l'armistizio, o se l'estrazione del lotto riportasse i numeri di due mesi prima.
2. LA MICHELIN PREMIA UN MORTO - LO CHALET MATTIAS SEMPRE STELLATO NONOSTANTE PERI SIA SCOMPARSO IN AGOSTO. CLAMOROSO KO DI SCABIN
http://www.identitagolose.it/sito/it/41/13556/primo-piano/la-michelin-premia-un-morto.html
PAOLO MARCHI
È vero che, trattandosi di stelle, e non di cappelli, forchette o voti, è immediato pensare al paradiso del gusto ogni volta che la Michelin annuncia le sue novità, ma stavolta si è andati oltre. E non mi riferisco alla bocciatura di uno dei più importanti talenti che l’Italia abbia mai avuto, Davide Scabin e il suo Combal.zero a Rivoli, scesi da 2 a 1 stella, ma alla conferma di uno chef che una malattia ha strappato alla vita.
A pagine 603 dell’edizione numero 61 lo Chalet Mattias a Livigno (Sondrio) non solo conserva la stella, ma viene dato per cucinante proprio chi è salito in cielo lo scorso 7 agosto. E non vale la giustificazione data per altri riconoscimenti rimasti nonostante chiusure o cambi di cuoco. Il team guidato da Sergio Lovrinovich ha chiuso infatti la pubblicazione 2016 a metà settembre, tre mesi fa, cinque settimane dopo la morte di Mattias.
presentazione-Guida-Michelin-2016
DAVIDE SCABIN ELIZABETH LERICHE
Certo, non aiuta il fatto che il sito continui a funzionare come se nulla fosse. Poi è accaduto tutto a ridosso di Ferragosto quando le vacanze hanno il sopravvento sul lavoro, ma possibile che nessuno nella sede di Pero, che presto verrà lasciata con trasloco in Milano, controlli e si aggiorni via google e mezzi simili? Evidentemente sì.
Così non è oro al 100% quel che luccica nelle statistiche 2016. Gli stellati salgono da 332 a 334, ma almeno sette sono stelle senza luce. Hanno chiuso, perso il cuoco, traslocato o stanno per farlo Palazzo Petrucci a Napoli, Antica Osteria del Teatro a Piacenza, Cecchini a Pasiano di Pordenone, Oliver Glowig e All’Oro a Roma, Locanda del Pilone ad Alba, ovviamente lo Chalet Matthias a Livigno. Che però sono tuttora in pagina con tanto di stellina.
Una foto che vede felici i comiugi Peri, Mattias e Manuela, titolari dello Chalet Mattias a Livigno
Dei 334, comunque, 8 sono i tre stelle (tutti e otto confermati) e 38 le due stelle mentre 288 locali ne vantano una. A livello di due, non potevo che perderla il Mosaico a Ischia visto che Nino Di Costanzo se ne era già andato via a fine estate 2014 ma troppo tardi perché lo stesso posto non apparisse nella pubblicazione datata 2015 con doppia stella.
Diverso il caso di Davide Scabin. Quando Micheal Ellis, un americano a Parigi viene spontaneo dire viste la sua nazionalità e la sua residenza, ha parlato del piemontese e del Combal.zero retrocessi in sala sia è alzato un ohhhhh di grande stupore. Raggiunto sul telefonino, Davide si è celato dietro poche parole: “Fammi mettere insieme le idee, in questo momento non saprei cosa dirti. Grazie amico mio”.
Paolo Marchi
Brucia, eccome se una cosa così ti morde nell’intimo. Seconda incazzatura dopo quella seguita alla lettura della scheda sull’ultima guida Espresso, quando però a fargli male furono dei giudizi sulla sua condotta di vita, non sui piatti visto che il voto restava altissimo, 19 ventesimi. Adesso invece gli ispettori hanno cassato proprio la cucina.
A livello di singola stella, a parte le chiusure, ci sono 13 cancellazioni perché la cucina non è più all’altezza dei parametri del Bibendum: La Gallina a Gavi (Alessandria) dopo appena un anno, un po’ come dire che si erano sbagliati la stagione passata; Gimmy’s all’Aprica (Sondrio); Al Vigneto a Grumello (Bergamo); La Passion a Vandoies (Bolzano); Kleine Flamme a Vipiteno (Bolzano); La Badiola a Castiglione della Pescaia (Grosseto); Paolo Teverini a Bagno di Romagna (Forlì Cesena); The Cesar a Ladispoli (Roma); L’Enoteca a Macerata e il Poeta Contadino di Alberobello (Bari), ultradecennale gloria pugliese giunta evidentemente al capolinea.
BOTTURA 4
Due ko anche a Milano, il Trussardi alla Scala che Andrea Berton aveva portato a due stelle, scese a due con Luigi Taglienti e ora, via anche Luigi, scende a zero. Idem sui Navigli. Non ha affatto giovato al Pont De Ferr la separazione tra Maida Mercuri e Matias Perdomo, con l’arrivo in cucina di Vittorio Fusari. Via la stella, ma penso che la Mercuri non debba essere arrabbiata visto che ha dichiarato di sentirsi più a suo agio con il nuovo corso, meno imprevedibile e costoso rispetto alla carta dell’uruguagio.
BOTTURA 2
Per la tredicesima stella persa bisogna andare invece a Oviglio in provincia di Alessandria, in un Piemonte che vede sorridere felice solo Andrea Ribaldone, neo-stellato con i Due Buoi di Alessandria. I titolari del Donatella avevano annunciato a primavera di restituire la stella e sono stati accontentati. Ma non perché un cuoco chiede e la Rossa obbedisce, ma perché se uno cambia auto, rinunciando a un bolide da formula uno, è scontato che correrà in altri campionati.
Mica vai a Monza con una vettura da rally. Le stelle sono in un certo senso proprietà della Michelin come ha fatto chiaramente capire Marco Bo, direttore della comunicazione, quando ha detto che “se uno non desidera restare in guida, basta non ci restituisca compilata e firmata la scheda che preghiamo sia compilata con le classiche note utili”. La liberatoria in pratica. Però fa più scena annunciare alla stampa che si è messa alla porta la guida più importante al mondo.
Paolo Marchi e Giampietro Comolli M
E ora le buone nuove. Sono state confermate le stelle, nonostante il cambio di manico, all’Inkiostro a Parma (chef Terry Giacomello); Magnolia a Forte dei Marmi (Cristoforo Trapani); Locanda del Notaio a Pellio d’Intelvi (Edoardo Fumagalli) e il Venissa a Venezia dove l’eredità di Antonia Klugmann è stata raccolta addirittura da quattro cuochi: Andrea Asoli, Michelangelo Doria, Sabrina Joksimovic e Serena Baiano.
Armani Nobu
Sono delle novità le stelle per Cristian Torsiello dell’Osteria Arbustico a Valva (Salerno); Lorenzo Cuomo del Re Mauri a Salerno; Mario Affinita del Don Geppi a Sant’Agnello (Napoli); Massimo Viglietti, già stellato anni fa ad Alassio in Liguria, ora all’Enoteca al parlamento a Roma; Antonia Klugmann all’Argine di Vencò a Dolegna del Collio (Gorizia), terzo locale che illumina con la sua classe pura, però il primo tutto suo; Silvio Salmoiraghi dell’Acquerello a Fagnano Olona (Varese);
gianfranco vissani
Filippo Gozzoli dell’Armani a Milano che regala così la prima stella a Giorgio Armani come Nobu mai nella città dell’Expo; Antonio Guida del Seta al Mandarin Oriental di Milano, sorriso a metà perché se sognava due come al Pellicano a Porto Ercole (Grosseto): Yoji Tokuyoshi, già scudiero di Massimo Bottura, adesso al Tokuyoshi a Milano; Andrea Ribaldone, già mente della cucina di Identità Expo, stellato ai Due Buoi di Alessandria; Cosimo Cassano e Daigo Takeshi del Bacco a Barletta; Andrea Cannalire del Cielo a Ostuni (Brindisi);
Martina Caruso del Signum a Salina (Messina); Giovanni Santoro dello Shalai a Linguaglossa sull’Etna (Catania); Andrea Mattei del Meo Modo a Chiusdino (Siena); Peter Brunel a Borgo San Jacopo a Firenze; Emanuele Mazzella del Vespaia a Norcia (Perugia); Alessandro Dal Degan alla Tana di Asiago (Vicenza); Giuliano Baldessari all’Aqua Crua a Barbarano Vicentino (Vicenza); Alessandra Del Favero e Oliver Piras di Saga a San Vito di Cadore (Belluno); Davide Bisetti dell’Oro a Venezia; Federico Belluco al Dopolavoro a Venezia; Thomas Ebner della Dolce Vita Stube a Naturno (Bolzano) e infine, a livello di singola stella, Mario Porceli dell’Alpenroyal Gourmet a Selva di Val Gardena (Bolzano).