Marina De Ghantuz Cubbe per “la Repubblica”
enrico michetti simonetta matone
La strategia dei leader di centrodestra per conquistare Roma traballa e più si avvicina il giorno delle amministrative, più il malcontento e la preoccupazione aumentano. Le performance del candidato sindaco Enrico Michetti e della prosindaco Simonetta Matone, scelti entrambi in quanto civici, infatti non convincono gli esponenti romani dei tre principali partiti della coalizione. Il fuoco amico è incrociato: da Forza Italia e dalla Lega piovono critiche su Michetti, il tribuno radiofonico individuato da Giorgia Meloni.
enrico michetti
La base romana di Fratelli d'Italia invece commenta l'operato dell'ex magistrata tagliando corto: «Semplicemente va per conto suo, la verità è che avrebbe voluto essere lei la candidata a sindaco ». Matone, prescelta dal leader della Lega Matteo Salvini, se il centrodestra dovesse vincere sarà vicesindaca. «Ma ha deciso di essere anche la capolista e in questo modo è diventata più che altro una competitor degli aspiranti consiglieri comunali », commenta un esponente della lega, che in teoria dovrebbe sostenere Matone a spada tratta. «Il vicesindaco non ha bisogno di passare attraverso il voto, lei invece vuole essere anche eletta quindi porta avanti la sua campagna elettorale da sola e non partecipa quasi mai agli eventi degli altri candidati in lista.
enrico michetti matteo salvini simonetta matone
Con Michetti non stanno giocando una partita all'unisono tanto che gli eventi insieme sono pochissimi», continuano sempre dalla Lega. Dove si parla anche di un duplice rischio. Il primo è che Matone tolga voti ai suoi colleghi di viaggio candidati con lei nella lista romana, il secondo è che questi stessi voti non siano sufficienti a renderla una vicesindaca forte. Intanto, i rapporti tra i partiti romani di Giorgia Meloni e Matteo Salvini secondo i più ottimisti «sono buoni, ma bisogna riuscire a coordinarsi meglio», mentre ad ascoltare la campana della Lega «quelli con Michetti si stanno deteriorando».
antonio tajani giorgia meloni enrico michetti simonetta matone matteo salvini
Non solo perché concordare insieme a Fratelli d'Italia i vari appuntamenti della campagna elettorale è praticamente impossibile, ma anche per le ultime uscite dell'ex tribuno radiofonico. Il primo confronto tra i quattro aspiranti sindaco si è svolto nella Casa dell'architettura giovedì scorso e Michetti ha riempito i suoi interventi di richiami all'antica Roma e alla civiltà dell'Impero per poi lasciare il dibattito prima che finisse, quando gli sfidanti Roberto Gualtieri del Pd, la sindaca 5S Virginia Raggi e Carlo Calenda di Azione si sono messi a discutere dell'emergenza rifiuti nella Capitale alzando i toni.
lubiana filma enrico michetti foto di bacco
Da allora la performance del candidato di centrodestra è diventata bersaglio di critiche non solo da parte dei suoi competitor: «Gli abbiamo detto di cambiare registro e di concentrarsi sui temi - raccontano da Fratelli d'Italia - sembra abbia capito, ma era meno convinto della necessità di rimanere fino all'ultimo durante un confronto elettorale».
Già, perché da qui al giorno del voto ci saranno altri dibattiti con i competitor e «se va avanti così Michetti fino a settembre non regge», dicono dalla Lega. Il partito in cui serpeggia più malcontento e preoccupazione.
simonetta matone saluta matteo salvini foto di bacco (2)
«Non si può continuare con la litania sulla Roma antica, sulla Roma dei Cesari », aggiunge un deputato di Forza Italia. Il candidato di centrodestra, durante il dibattito ha esordito dicendo che «Roma è un sogno» ed è arrivato a parlare delle arcate degli acquedotti costruite dai romani definendole «meravijose». Un linguaggio che per FdI, il partito di Michetti, ora deve cambiare insieme ai contenuti per concentrarsi più sui problemi presenti della città che sulle grandezze del passato.
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