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    GAS! GAS! GAS! - MICK JAGGER A VENEZIA SI SCHIERA CON GLI AMBIENTALISTI: ''BRAVI, PROTESTATE, IN AMERICA HANNO CANCELLATO I CONTROLLI CHE PROTEGGONO IL CLIMA''. MA QUANTO PROTEGGE IL CLIMA IL BOEING 767 CHE SCARROZZA LUI E I ROLLING STONES, CHE BEVE 6.000 (SEIMILA) LITRI DI CHEROSENE ALL'ORA? - ''NEL FILM DI CAPOTONDI INTERPRETO UN COLLEZIONISTA MA NELLA VITA SONO UNA FRANA'' – VIDEO


     
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    1. VENEZIA: JAGGER, STO CON ATTIVISTI, EREDITERANNO TERRA

     (ANSA) - "Sono felice che lo facciano, sono quelli che erediteranno il pianeta. Negli Usa i controlli ambientali che avrebbero aiutato a proteggere il clima sono stati annullati. Sono felice che le persone vogliano manifestare, sono con loro". Al Lido per il film di chiusura della Mostra di Venezia, The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi, Mick Jagger appoggia così la protesta degli attivisti del Comitato No Grandi Navi, che hanno occupato per sette ore il red carpet del festival.

    JAGGER A VENEZIA JAGGER A VENEZIA

     

     

    2. L'ARTISTA SBAGLIA SE SVELA SÉ STESSO: DEVE SEMPRE INDOSSARE LA MASCHERA »

    Valerio Cappelli per il ''Corriere della Sera''

     

    Gli danno la parola quasi a metà incontro. Lui, versione gentleman di buone maniere, rotea paziente gli occhiali da sole. Lui è Mick Jagger. Anzitutto si schiera con i 2-300 ragazzi che occupano il tappeto rosso, protestano pacificamente per il transito delle grandi navi a Venezia e altre urgenze climatiche: «Sono felice che lo facciano, sono quelli che erediteranno il pianeta, ci troviamo in una situazione difficile negli Usa dove i controlli ambientali sono stati cancellati, dovrebbero essere i leader mondiali e stanno andando nella direzione opposta. C' è una grande inciviltà nella vita politica in tanti Paesi, compresa la mia Inghilterra. Dove ci porterà tutta questa brutalità? Il film, che riguarda il falso e il vero, si inserisce in questo discorso».

     

    La Mostra chiude con The Burnt Orange Heresy dell' italiano Giuseppe Capotondi (fu in gara nel 2009 con La doppia ora ). Dal romanzo pulp noir di Charles Willeford, ha girato sul Lago di Como e si è ispirato «a Hitchcock e all' eleganza dell' età dell' oro della Hollywood anni 50».

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    Nel film, prima arriva la voce del rocker che fa la linguaccia, e la riconosci all' istante, poi lo inquadra la cinepresa, con le sue rughe, il sex appeal, le mille corse sul palco nelle cavalcate live con i Rolling Stones. Insomma il vero Joker della Mostra è lui, il fratello «sporco» dei Beatles, col thriller faustiano. E le sue prime parole nel film, dove interpreta un collezionista d' arte senza scrupoli e senza troppo gusto nel vestire (ha una camicia che sembra un quadro di Klimt), fanno sorridere se si pensa al mestiere che fa: «Da bambino avevo una terribile balbuzie da cui non riuscii a liberarmi».

     

    Dopo il pacifismo di Roger Waters, ecco il simbolo stesso del rock: «Io non sono un collezionista, di solito butto le cose, o le acquisto e le perdo.

    Sono un collezionista fallito».

    La battuta al Lido è: Mick Jagger e Mario Monti sono nati nello stesso anno (1943). Visto che la droga fa bene?

    Strano vedere Jagger alla Mostra? Non più di tanto, se si pensa che nel 1985 vi partecipò con She' s the boss , su una rockstar in crisi d' identità.

     

    Jagger ha recitato dal 1970 in una dozzina di film. Sarebbero stati di più se non gli avessero sempre offerto di recitare se stesso. Nessuno è memorabile (è andata un po' meglio a David Bowie) e vai a sapere perché. Ma nel rimescolamento delle carte è preceduto dalla sua prima moglie, la nicaraguense Bianca Jagger, habitué alle opere del Festival di Salisburgo, col suo bastone d' argento e gli accompagnatori giovani non perde una prima, da Simpathy for the Devil a Mozart.

    JAGGER A VENEZIA CON GLI ATTIVISTI JAGGER A VENEZIA CON GLI ATTIVISTI

     

    Ai concerti «se sbagli non puoi ripetere e devi fare gesti esagerati per farti vedere agli stadi, al cinema è il contrario, più piccolo è il gesto e meglio è. Se fai troppo lo stravagante sei ridicolo. Comunque, dovere dell' artista è mettere una maschera e non toglierla. Anzi deve indossare anche più maschere pur di non rivelare se stesso». Il titolo del film è il quadro di un celebre pittore (Donald Sutherland), l' unico che il collezionista vorrebbe salvare, avendolo per sé, facendone distruggere tutti gli altri. Il cattivo è un critico d' arte (Claes Bang), uno che imbroglia la gente alle sue lecture, su presunti quadri d' autore che è «robaccia», pittura spalmata senza ispirazione da lui stesso, un validatore di falsi: «Però vi ho fatto credere che è un capolavoro».

     

    Il film rischia a tratti di essere una cornice senza quadro. Però Mick Jagger ha un tale carisma che gli si perdona di perdere per strada una vocale, e qui sì che il leader dei Rolling Stone è una pietra che rotola: infatti, è appassionato di un certo Modigliani.

     

     

    3. SCHWARZENEGGER CON JAGGER, CONTRO TRUMP SUL CLIMATE CHANGE

    mick jagger mick jagger

     (ANSA) - Arnold Schwarzenegger è con Mick Jagger, in prima linea contro Donald Trump e le sue politiche ostili verso la lotta all'inquinamento e ai cambiamenti climatici: "Il presidente americano non può cancellare con un tratto di pennarello decenni di progresso per rendere l'aria più pulita". E se la rock star dalla Biennale di Venezia ha denunciato con forza l'uscita degli Usa dall'accordo di Parigi, la star di Hollywood se la prende per la decisione del tycoon di dichiarare guerra alla California per l'accordo raggiunto con alcuni big dell'auto. Accordo che prevede la produzione di veicoli con emissioni inquinanti inferiori rispetto agli standard previsti a livello federale.

     

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     "E' sbagliato, antiamericano ed è un affronto a principi di vecchia data sostenuti anche dai conservatori", scrive Schwarzenegger, in un editoriale pubblicato dal Washington Post. L'attore, nonché ex governatore del Golden State, sostiene che Trump non può cancellare i progressi fatti in campo delle politiche ambientali e che la California è stata sempre in prima fila nella battaglia per l'aria pulita sin dai tempi di Ronald Reagan. "Per qualche motivo - dice - l'amministrazione Trump è fortemente determinata a portare indietro anni di storia e progresso.

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    Non so se è per meschinità politica, per miopia o semplicemente per gelosia". Le critiche di Schwarzenegger seguono quelle di Jagger, che dalla platea del Festival di Venezia ha bacchettato il presidente americano per aver lasciato gli accordi sul clima di Parigi. "Al momento - aveva spiegato - siamo in una situazione difficile specialmente negli Usa dove tutti i controlli ambientali in vigore sono stati ridotti dall'attuale amministrazione al punto da essere spazzati via". Il frontman dei Rolling Stones ha anche aggiunto che gli Stati Uniti dovrebbero guidare il mondo in fatto di controlli ambientali: "Purtroppo hanno deciso di andare in direzione opposta".

     

     

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