Giampiero Maggio per la Stampa
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Induceva ragazzine di 14 e 15 anni a perdere peso, le convinceva a seguire una dieta particolare con un apporto massimo di 500 calorie al giorno. Se avessero abbondato con il cibo un rimedio c'era: vomitare. E qui venivano dispensati consigli e metodi su come fare.
Adesso una diciannovenne di Porto Recanati, autrice del blog "Pro Ana", nato per alimentare il fenomeno dell'anoressia e frequentato da migliaia di adolescenti, è stata denunciata dalla procura di Ivrea per induzione al suicidio e lesioni gravissime.
A sollevare il caso è stata, infatti, una mamma di Ivrea, preoccupata perché la figlia quattordicenne Marina (la chiameremo così) continuava a perdere inspiegabilmente peso, più di 10 chili in pochi mesi.
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Inutile ogni tentativo di avvicinarsi alla ragazzina e chiederle che cosa le stava capitando. "Non voleva parlare con me, non voleva spiegarmi che cosa le stava capitando. E intanto continuava a dimagrire giorno dopo giorno, ero disperata". Così la donna ha deciso di andare a fondo. Ha aperto il pc della figlia, ha sfogliato pagine e pagine, fino a quando l' occhio non è caduto su un blog al quale la quattordicenne era iscritta.
Si chiama Pro Ana e illustra, secondo l' autrice, "il corretto stile di vita". Spiega come fare a sopravvivere e a perdere peso con una dieta a bassissimo apporto calorico. La donna scopre e legge un passaggio da brividi: "Appena ti svegli la mattina non mangiare.
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Se proprio senti il bisogno di ingurgitare qualcosa opta per il caffè americano. Se non mangi a colazione e vai avanti così, non sentirai alcun dolore allo stomaco perché questo non è ancora stato aperto, ma è ancora chiuso (di solito i crampi vengono la sera)".
Ancora: "Bevi tantissima acqua, anche se stai per sentirti male, aspetta cinque minuti e poi ricomincia a bere (dopo un po' di giorni che lo facevo ne sentivo sempre più il bisogno. Quindi, diventa una cosa naturale continuare a bere)". Per la donna è una pugnalata al cuore. Capisce in che rete malata sia finita la figlia. E allora si rivolge alla polizia. E' la fine del 2016 quando alla donna si spalanca quel mondo virtuale frequentato da centinaia di ragazzine come sua figlia.
Lo racconta al vicequestore del Commissariato di Ivrea, Gianluigi Brocca, che poi ne parla in procuratore capo, Giuseppe Ferrando. Le indagini vengono affidate al sostituto procuratore di Ivrea, Lea Lamonaca.
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Poi, la domanda: come bisogna muoversi? Gli uomini del nucleo investigativo, con gli esperti di sistemi informatici del Commissariato, sanno che l' unico sistema per capirne di più e venire a capo di questa storia è usare una chiave per ottenere la fiducia di chi gestisce e frequenta il blog.
Soltanto così si potrà entrare a far parte del gruppo. Così una poliziotta si finge adolescente con problemi di peso. Entra usando credenziali fittizie e inizia a chiedere consigli, spiega che non sa come fare per perdere quei chili di troppo e in cambio riceve consigli su come fare per liberarsi di quelle calorie.
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"Ci veniva spiegato anche come dovevamo vomitare e in che occasione della giornata". Scopre, poi, che il blog è utilizzato da migliaia di utenti, per la maggior parte minorenni. Le indagini, dopo un lavoro durato mesi, portano fino a Porto Recanati, ad una diciannovenne, anch' essa anoressica.
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