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    “HO CHIESTO A ORSATO, PERCHÉ NON ARBITRI COSÌ ANCHE IN ITALIA?”; “L’INTER HA FATTO RICORSO PERCHÉ SAPEVA CHE CON IL BOLOGNA AVREBBE PERSO” – MIHAJLOVIC IS BACK: “QUESTA VOLTA E’ STATA PIU’ DURA. HO SOFFERTO MOLTO. QUANDO SMETTERÒ DI ALLENARE FARÒ LA GUIDA TURISTICA IN OSPEDALE - REAL CITY? IN ITALIA SIAMO ANCORA MOLTO LONTANI DA QUEL TIPO DI GIOCO, CERTE SQUADRE FANNO UN ALTRO SPORT. C’È TANTA INTENSITÀ E QUALITÀ IN CAMPO, SI GIOCA PER FAR UN GOL IN PIÙ, SI RISCHIA E…" - VIDEO


     
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    Da ilnapolista.it

     

     

     

    mihajlovic mihajlovic

    L’allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic, torna in panchina contro il Venezia, nella trasferta di campionato in programma domani. Oggi ha parlato in conferenza stampa. Ha iniziato con un siparietto scherzoso con i giornalisti.

     

    “Mi siete mancati anche voi, siete un male necessario. Quando si vivono certi momenti, poi ci si rende conto di quanto anche le cose che non immagineresti ti mancano, come parlare con voi”.

     

    Domani sarà a Venezia sulla panchina del Bologna.

    sinisa arianna mihajlovic e la nipotina sinisa arianna mihajlovic e la nipotina

    “Da quando sono rientrato in ospedale il mio obiettivo è stato quello di tornare alla normalità il prima possibile. Quando mi sono trovato dopo trenta e passa giorni di nuovo in campo è stato bellissimo, sono emozioni che purtroppo ho già vissuto. La salute ti fa godere la vita ma la malattia te ne fa comprendere bene il significato e dopo un sacco di tempo persino una passeggiata ti fa rinascere. Devo dire che questa volta è stato più pesante dal punto di vista mentale perché per il Covid sono dovuto rimanere sempre da solo, ho visto mia moglie solo per tre ore in un giorno.

     

    mihajlovic mihajlovic

    La prima volta ricevetti tante visite di amici, cose che danno un senso al percorso e che ti facilitano una permanenza come quella in ospedale. Stare sempre da soli è dura, ho sofferto molto. La famiglia, grazie alle tecnologie, mi ha dato forza; parlo della mia famiglia di sangue ma anche dei miei giocatori che mi hanno aiutato a passare un tempo che sembrava infinito. Colgo l’occasione per ringraziare squadra, società, staff, medici e infermieri che mi sono sempre stati vicini… Ormai sono di casa al Sant’Orsola, quando smetterò di allenare farò la guida turistica in ospedale. E’ stato brutto ma sono qua e questo è quello che conta”.

     

    Sulla partita contro l’Inter:

    “E’ stata la più importante sentivo da troppo tempo che questa era partita scontata, che l’Inter voleva vincerla tramite i ricorsi e questo mi faceva arrabbiare. L’ho detto anche a loro prima della gara: ‘Hanno provato a vincerla prima perché sul campo non la vinceranno mai’. Io amo l’Inter e ho grande rispetto per tutti, compreso per Simone, ma se c’è una cosa che mi dava fastidio era l’atteggiamento che era stato tenuto nei confronti di quella partita. Non dormivo la notte, non volevo che succedesse quello che tutti davano per scontato”.

     

    Sulla corsa per lo scudetto:

    sinisa mihajlovic e la moglie sinisa mihajlovic e la moglie

    “Io facevo il tifo per il Napoli, tra Milan e Inter non ho particolari preferenze. Avevo scelto il Napoli perché mi piace il gioco, la passione che mettono in campo e che mette la gente. Se avesse vinto il Napoli avrebbe fatto bene al calcio italiano“.

     

     

    Su Real-City?

    “L’altro ieri ho parlato con Sacchi e ci siamo confrontati anche su quanto abbiamo visto in Europa. In Italia siamo ancora molto lontani da quel tipo di gioco, certe squadre fanno un altro sport. C’è tanta intensità e qualità in campo, si gioca per far un gol in più, non per farne uno in meno, si rischia e ci sono anche tanti più errori individuali: c’è meno tattica che porta un maggiore spettacolo. Alcuni errori che vedi in Europa in Italia difficilmente li vedi, però proprio per questa intensità le partite diventano belle. Gli arbitri stessi cambiano, tanto che ho chiesto a Orsato perché non arbitri così anche in Italia.

     

    sinisa mihajlovic 8 sinisa mihajlovic 8

    Dipende tutto dalla mentalità, i nostri giocatori si buttano per terra, strillano, il gioco è spezzettato e perde d’intensità. Ovviamente paga lo spettacolo. In Italia però, dal punto di vista tattico, il campionato è molto più difficile. Gli stessi giocatori sono molto più preoccupati verso quello che devono fare piuttosto che essere liberi di esprimere le loro qualità”.

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