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    FOZZA SILVIO! - MENTRE I NUOVI PADRON-CINI FESTEGGIAVANO NEGLI SPOGLIATOI, IL BANANA BRINDAVA ALLA PIOGGIA DI MILIONI E ALLA FINE DEL BUCO NEI CONTI CREATO DALLA SQUADRA DEL CUORE - I GALLIANI IN CERCA DI UN POSTO AL SOLE - TUTTI GLI AFFARI DI ELLIOTT, IL FONDO CHE HA PRESTATO I SOLDI AI CINESI PER COMPRARSI IL MILAN. TRA TANGO BOND, ANSALDO STS E MATRIMONI GAY


     
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    1.CALCIO: ZHANG JINDONG GUARDA DERBY IN TV, SUNING DELUSO

    negli spogliatoi del milan i nuovi padroni cinesi dopo il derby negli spogliatoi del milan i nuovi padroni cinesi dopo il derby

     (ANSA) - Il gol di Zapata al 97' è stato una doccia fredda anche per Zhang Jindong. Il proprietario dell'Inter ha visto il derby davanti alla tv da Nanchino e, secondo quanto si apprende, è tanta l'amarezza per la vittoria sfumata all'ultimo respiro. L'Inter ha conquistato solo due punti nelle ultime quattro partite, un bottino troppo magro per una squadra che fino a qualche settimana fa coltivava il sogno della Champions League. Stefano Pioli si giocava una parte di futuro.

     

    L'Inter doveva vincere per riaprire le porte dell'Europa. Invece la situazione del club nerazzurro non cambia, nonostante il giorno di riposo cancellato e il ritiro anticipato. Prima della partita il direttore sportivo Piero Ausilio aveva arringato la squadra: "L'Europa è un dovere, un obiettivo che l'Inter deve avere". Ora bisogna vincerle tutte per non rischiare un'esclusione che equivarrebbe ad un fallimento.

     

    milan li yonghong milan li yonghong

    La proprietà riflette sulla situazione dell'Inter e valuta possibili nuovi assetti per rilanciare la squadra nerazzurra la prossima stagione. I dubbi sulla panchina restano, nonostante Ausilio parli di "programmazione con Pioli". Sabato l'Inter sarà impegnata contro la Fiorentina, sconfitta oggi dall'Empoli, poi ci sarà il Napoli a San Siro. Due partite che possono essere decisive per il futuro dell'Inter e forse anche del tecnico.

     

     

    2.FININVEST BRINDA ALL’OPERAZIONE MILAN: PIÙ CASSA E ZERO BUCHI

    Simone Filippetti per ''Il Sole 24 Ore''

     

    silvio berlusconi brinda silvio berlusconi brinda

    Allo stadio Meazza di San Siro a Milano, oggi, l’attesissimo derby di Pasqua tra Milan e Inter sarà il primo, in 26 anni, «senza» Silvio Berlusconi. L’ultima volta alla stracittadina da presidente del Milan per l’ex premier era stata il 22 novembre dell’anno scorso. Il segno della rivoluzione dei tempi è incarnato dall’orario: si gioca alle 12.30, orario anomalo, per poter trasmettere la partita a un orario comodo in Cina. Ormai la Milano del pallone parla solo mandarino: prima l’Inter e ora il Milan sono diventati cinesi e i diritti tv della Serie A sono finiti alla conglomerata, anch’essa cinese, Wanda Group.

     

    Tempo di amarcord e di nostaglia per tifosi e aficionados del pallone. Ma non in casa Fininvest: la holding della famiglia Berlusconi si libera della zavorra, divenuta nel tempo insostenibile, del calcio; si ritrova con una cassa da cui traboccano 450 milioni; e può concentrarsi sull’editoria, che è il cuore dell’impero.

     

    Negli ultimi cinque anni alla voce «Milan» del conto economico della Fininvest, c’è stato il segno meno costante: dal passivo di 7 milioni del 2012 fino ai buchi da 90 milioni dei bilanci più recenti. Negli anni d’oro, quando la cassaforte del Biscione viaggiava sui 500 milioni di profitti, l’obolo del calcio poteva essere sopportato. Ma con la crisi che ha investito l’editoria e tutto il paese, il club rossonero era diventato un lusso che in casa Fininvest non ci si poteva più permettere.

     

    silvio berlusconi adriano galliani allo stadio silvio berlusconi adriano galliani allo stadio

    «Se potessi, venderei il Milan subito» si era lasciato sfuggire anni fa uno dei vertici della holding, ma a frenare un ragionamento puramente contabile c’erano le ragioni del cuore e per questo, dicono, Marina Berlusconi, la figlia di Silvio che regge le sorti dell’impero, ha sempre lasciato al padre ogni decisione sul Milan.

     

    Placato l’animo e messa via la comprensibile commozione, in Via Paleocapa hanno preso in mano la calcolatrice: la vendita del club più blasonato d’Europa porta un triplo vantaggio. Dal bilancio spariscono 220 milioni di debiti; negli anni futuri non ci saranno più le perdite in conto economico; e il tesoretto della liquidità sale a 450 milioni. Dell’esborso complessivo di 830 milioni pagato dai cinesi, tolto l’accollo del debito, a Fininvest sono entrati 610 milioni (in realtà 490 al netto delle caparre versate).

     

    A fine del 2015 (ultimo dato di bilancio disponibile), la Fininvest dichiarava 330 milioni di liquidità netta (ossia al netto dei debiti bancari): nel corso del 2016, però, la holding ha speso circa 200 milioni per compare azioni Mediaset nel braccio di ferro contro Vincent Bolloré che ha tentato la scalata al colosso tv (ed è arrivato al 29,9%); e in più ha dovuto spesare il pagamento dei dividendi alla famiglia.

     

    L’incasso rossonero servirà dunque anche a rimpinguare i forzieri: i 450 milioni di posizione finanziaria netta sono un bel regalo con Mediaset che annuncerà un 2016 in profondo rosso (forse più di 100 milioni) e quindi niente dividendi; con Mondadori tornata sì all’utile, ma che potrebbe non pagare cedole (d’altronde non lo fa da 10 anni). A corto di dividendi dalle controllate (tranne Mediolanum che invece lo ha pure alzato), ecco che l’introito del Milan compenserà e la famiglia (Silvio e i suoi cinque figli) potrà avere il suo assegno.

    silvio e pier silvio berlusconi silvio e pier silvio berlusconi

     

    Il biennio 2016-2017 si sta rivelando cruciale per la famiglia Berlusconi, in cui ha ridisegnato completamente il suo impero. Addio, dopo 30 anni, al Milan; Mondadori che è diventata il più grande editore di libri in Italia dopo la conquista di Rcs Libri e un’azienda risanata. La tegola, da mezzo miliardo, del Lodo Mondadori (con la Cir della famiglia De Benedetti) ormai un ricordo lontano. Rimane un unico neo, in casa Berlusconi: il buco di Mediaset. La tv del Biscione in nove mesi ha perso 115 milioni. Tutta colpa della pay tv Premium e del “gran rifiuto” del promesso sposo Vivendi e della guerra con Bolloré.

    .@filippettinews

     

     

    3.I GALLIANI SONO IN CERCA DI UN POSTO AL SOLE

    Claudio Plazzotta per 'Italia Oggi'

     

    Adriano Galliani da 31 anni era amministratore delegato del Milan. Il figlio Gianluca dal 2001 è invece presidente e amministratore delegato di Seven Music entertainment, casa editrice del canale televisivo Rock Tv.

    adriano galliani via dal milan adriano galliani via dal milan

     

    Da quasi due decenni avevano la loro routine immutabile: nel fine settimana papà e figlio seguivano insieme allo stadio, in casa o in trasferta, le partite del Milan, e facevano lo stesso nei turni infrasettimanali di coppa. Poi, negli altri giorni, il geometra Galliani (73 anni) gestiva il Milan, mentre il dottor Galliani (44 anni, laureato in scienze politiche alla Statale di Milano con una tesi sulla Storia del Milan) curava le sorti di Rock Tv.

     

    Per entrambi il 2017 segna però un anno di svolta: Fininvest ha ceduto il Milan, e Adriano Galliani, da un paio di giorni, non ha più un ruolo operativo (anche se, per ora, rimane in Fininvest cui è legato da un contratto). Potrebbe essere il nuovo presidente della Lega Serie A (si decide in assemblea di Lega il prossimo 20 aprile, ultimo appello prima del commissariamento), anche se lui ha più volte dichiarato che gli piacerebbe fare ancora l' amministratore delegato di un club di calcio.

     

    adriano galliani allo stadio adriano galliani allo stadio

    Pure Gianluca Galliani, tuttavia, deve fronteggiare un momento di grande incertezza: la piattaforma Sky, infatti, dal 2017 ha rinunciato al canale televisivo Rock Tv, che da qualche mese va avanti solo in streaming sul web. Questo, però, significa che è venuta meno la principale fonte di ricavi e che la Seven music entertainment srl (che ha incorporato Rock Tv), di cui Gianluca Galliani è principale azionista, presidente e amministratore delegato, naviga in acque preoccupanti.

     

    Basti pensare che nel bilancio 2015, ultimo disponibile, i ricavi complessivi erano pari a 1,3 milioni di euro (104 mila euro di utili), di cui 900 mila incassati per la distribuzione del canale sulla piattaforma satellitare, e 49 mila euro di raccolta pubblicitaria televisiva. Ora quelle voci spariscono. Ci si deve accontentare del web che, nel 2015, portava nelle casse di Seven Music appena 12 mila euro.

     

    9tr37 adr galliani figlio 9tr37 adr galliani figlio

    Il giochino di Rock Tv, che aveva ascolti molto bassi ma andava avanti da tanti anni, assicurava poi guadagni rispettabili sia a Gianluca Galliani, sia agli altri due amici, Massimo Riva e Michele Breviari, piccoli azionisti e consiglieri di Seven Music: l' assemblea dei soci di metà 2016, infatti, aveva deliberato di distribuire 100 mila euro di dividendi tra i soci, e di attribuire ai tre membri del cda un emolumento complessivo di 125 mila euro.

     

    Spenta Rock Tv sulla piattaforma pay di Sky (che sta facendo molta pulizia rispetto ai canali di editori terzi ritenuti non più strategici), crolla il modello di business della società di Gianluca Galliani, che da Sky, sostanzialmente, riceveva oltre il 70% dei ricavi.

    Adesso, perciò, ai due Galliani toccherà inventarsi qualcosa. Di creatività in famiglia ce n' è a sufficienza. E anche, ne siamo certi, di provviste finanziarie (il solo Adriano, quando lascerà definitivamente Fininvest, dovrebbe incassare una liquidazione attorno ai 30 milioni di euro dopo aver guadagnato per tre decadi compensi in media vicini ai 2 milioni di euro all' anno) per stare in panciolle tanti mesi nell' amato Brasile o in Versilia.

    barbara berlusconi e galliani barbara berlusconi e galliani

     

     

    4.NON SOLO IL MILAN. TUTTI GLI AFFARI DI ELLIOTT, IL FONDO DIETRO AI SOLDI DEI CINESI

    Ugo Bertone per ''Il Foglio''

     

    Meglio non fare il suo nome se si vuol trattare un centravanti del Boca Junior o del River Plate. Paul Singer, proprietario e grande regista delle manovre di Elliott, cioè l' hedge fund che ha prestato a Li Yonghong i 300 milioni necessari per dare il via all' avventura nel Milan, non è troppo popolare dalle parti di Buenos Aires. E' stato lui, infatti, il protagonista vittorioso della battaglia dei "Tango bond", che ha costretto l' Argenti na a far fronte ai debiti rimasti insoluti dopo il default del 2001.

     

    paul singer paul singer

    Sembrava davvero una missione impossibile contro un governo, quello di Cristina Kirchner, l' orientamento di Barack Obama, preoccupato per gli equilibri della polveriera sudamericana, e i precedenti stabiliti dalle banche (quelle italiane in testa) che si erano accontentate di un 30 per cento del credito dei risparmiatori. Ma Singer, che aveva comprato i titoli dai creditori a prezzo di carta straccia, ha ingaggiato un duello all' ultima carta bollata, prima sequestrando una nave di Buenos Aires in Ghana, poi trovando a New York un giudice implacabile, sordo alle esigenze della ragion di stato.

     

    Il risultato? La presidente Kirchner nella polvere, un pro fitto stellare per l' avvocato Singer, figlio di un droghiere di New York, laurea a Rochester dottorato ad Harvard, che oggi controlla un patrimonio di 2,3 miliardi di dollari. Ma l' Argentina è ormai solo un ricordo per quello che, secondo Forbes, è "il più intelligente tra i gestori hedge".

    paul singer paul singer

     

    E senz' altro il più attivo. L' operazione Milan, vista dalla cabina di regia di Elliott, è peanuts o poco più. Gli affari del fondo hanno occupato metà della prima pagina del Financial Times di giovedì.

     

    C' è lui dietro il pressing degli azionisti contro i vertici di Bhp Billiton, il colosso minerario da 46 miliardi di dollari di cui Singer chiede lo spezzatino e la successiva vendita delle attività petrolifere in Usa, con un potenziale guadagno per i soci di 2 miliardi e mezzo di dollari. Il colosso per ora risponde picche ma Elliott Partners è pronta alla sfida in assemblea. Copione ancor più cruento per la guerra delle vernici, l' olandese Akzo Nobel che rifiuta le avances della britannica Ppg, una fusione da 22 miliardi di dollari caldeggiata da Elliott.

     

    Con metodi non ortodossi, accusa la società dei Paesi Bassi, che ha girato al Ft le email contro il presidente fatte circolare tra i soci, pare, dallo stesso Gordon Singer, l' amato figlio gay del miliardario, 73 anni, che fu il primo finanziatore della campagna a favore dei matrimoni gay a New York per amore del figlio omosessuale. E non si esaurisce con il Milan l' attenzione di Singer per il Bel Paese.

     

    Per avere un' idea della grinta e della tenacia della squadra di Elliott può servire una visita al sito, in inglese e in giapponese, dedicato ad Ansaldo Sts. "con l' obiettivo di informare meglio gli azionisti di minoranza riguardo alle azioni - e quelle che Elliott ritiene essere le motivazioni -di Hitachi nel periodo precedente, contestuale e successivo all' offerta pubblica di acquisto promossa su Ansaldo Sts".

     

     

    Elliott, che ha in mano tra azioni ed opzioni il 29,9 per cent della società, contesta il prezzo concordato con Finmeccanica. Un' operazione, è la denuncia, congeniata per travasare valore da Ansaldo Sts ad Ansaldo Breda a discapito degli azionisti di minoranza. E poi c' è la battaglia, anche qui di lunga data, con Lactalis per spuntare un prezzo migliore su Parmalat. Insomma, un osso duro che può anche cambiar cavallo in corsa: da vecchio repubblicano, già grande finanziatore di Mitt Romney, dopo aver definito Donald Trump "l' uomo che ci porterà alla depressione" Singer è stato accolto in maniera trionfale dal nuovo presidente alla Casa Bianca.

     

    Forse perché, come ha detto lo stesso Trump, "Paul ha pagato buna arte delle spese per la cerimonia dell' insediamento". Ora tocca al soccer, anzi alla cordata in arrivo dalla Cina passando per le Isole Vergini britanniche: 320 milioni di prestito, tra cui 50 di "nuova finanza" per rafforzare la squadra.

     

    paul singer paul singer

    Un' operazione blindata dalle garanzie rappresentate dalle azioni del club e dalla vigilanza di un manager, Franck Tuil, alla testa del comitato dei creditori. Un ottimo affare visto il tasso di interesse (l' 11,5 per cento per 18 mesi) che dovranno versare i compratori cinesi decisi a bruciar le tappe della quotazione del club ad Hong Kong, necessaria per abbassare il costo del deal (590 milioni). Singer è tranquillo: o l' affare procede a dovere.

    barbara berlusconi e galliani barbara berlusconi e galliani

     

    Oppure si ritroverà in mano l controllo di un marchio tra i più prestigiosi. E, chissà, potrebbe pensare di venderlo in Argentina. senza sconti, of course.

     

     

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