Gianni Santucci per il “Corriere della Sera”
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Il biglietto della metropolitana di Milano è un cartoncino rigido e lucido: per fumare lo arrotolano con cura. Alle 20 di martedì 15 gennaio, di spalle alla banchina, vicino ai distributori self service d' acqua e merendine, un ragazzo incrocia le mani con la sua fidanzata, tramestano con una pallina di carta argentata, poi lei tira fuori rimmel e lucidalabbra da un beauty , mentre lui avvoltola il biglietto.
Arriva il metrò, fermata «Rogoredo», direzione centro. La coppia sale insieme a una trentina d' altri passeggeri, carrozza centrale. Ora i due sono seduti uno vicino all' altra, solo un sedile li separa; lei appoggia lo specchietto e inizia a truccarsi con movenze agitate; lui si gira di tre quarti verso lo schienale e s' avvicina il pezzo di stagnola alla bocca.
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Con l' accendino, da sotto, inizia a sciogliere; col biglietto arrotolato, tra le labbra, aspira profonde boccate. Intorno, la più consueta scena da serata milanese, persone che tornano dagli uffici, borse da lavoro, qualche valigia, sguardi sugli smartphone, qualche libro aperto: e nessuno s' accorge che quel ragazzo sta fumando eroina.
È l' immagine che compare in questa pagina e che racconta un pezzo della nuova Milano, della città dell' Expo e dei grattacieli, e di una nuova epidemia d' eroina. Quel ragazzo non ha infastidito nessuno, e quasi nessuno s' è reso conto che si stava «facendo»; forse (a voler essere pignoli) l' unica regola che ha infranto è il «divieto di fumo»: e questo dice che la diffusione dell' eroina, in particolare tra ragazzi giovani, prima ancora che un problema di sicurezza (come qualche voce politica vorrebbe far pensare) è un disastro sociale.
rogoredo boschetto
D' altra parte l' impresa criminale che governa il «boschetto» di Rogoredo, periferia Sud della città, la più grande piazza di spaccio del Nord Italia dove almeno un migliaio di consumatori al giorno ha comprato per anni soprattutto eroina, sta vivendo il suo primo momento di vera crisi: ieri i carabinieri del Comando provinciale hanno pattugliato per tutto il giorno gli ingressi e i sentieri della collinetta, hanno impedito lo smercio, i tossici sono rimasti per ore dall' altra parte della strada, qualcuno col passare del tempo agitato dai tremori dell' astinenza.
bosco rogoredo
È un pezzo della strategia definita dal prefetto Renato Saccone, che prevede controlli continui, l' abbandono della logica dei blitz per un' opera quotidiana di presidio che coinvolge anche il commissariato di polizia «Mecenate», la Guardia di finanza e la Polizia locale. Presenze fisse che per la maggior parte delle ore del giorno limitano lo spaccio.
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E infatti i due ragazzi del metrò l' eroina l' hanno comprata nel tardo pomeriggio di martedì, sono usciti dal bosco passando davanti al banchetto d' una associazione che distribuiva acqua, caffè, panini; accanto, un' ambulanza che aveva appena preso da terra un ragazzo «collassato». La presenza delle forze dell' ordine (e il tentativo di riqualificazione urbanistica da parte del Comune con Italia Nostra) sul medio periodo potrebbe anche portare allo smantellamento della piazza di Rogoredo.
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Chi si occupa di sicurezza avrà fatto la sua parte, ma a quel punto la città e la Regione, soprattutto per la parte di intervento sanitario, si dovranno occupare in qualche modo di quei ragazzi che continueranno a fumare e bucarsi . Perché se si arriva a farsi d' eroina sui vagoni del metrò, tra i passeggeri del pomeriggio, significa che l' epidemia sta avanzando, non è marginale.
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Lo raccontano anche i dati raccolti da Sonia Bergamo, una ricercatrice in sociologia dell' università «Bicocca», che per oltre un anno ha lavorato su Rogoredo. Ha verificato che quattro consumatori su dieci sono stranieri, ma soprattutto che per un 15 per cento si tratta di ragazzini per lo più italiani e giovanissimi, intorno ai 18 anni, alcuni minorenni. Adolescenti tossicodipendenti.
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Il ragazzo del metrò ha fumato la sua eroina tra le fermate «Corvetto» e «Porta Romana». Con la sua compagna è sceso in Duomo. Intorno alla cattedrale di Milano chiedono l' elemosina. Lo fanno in molti, per poi scendere di nuovo in metrò, e tornare a comprare.