ARGENTINA: POST DI TROPPO PER L'INFLUENCER DI MILEI, ALLONTANATO
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(ANSA) - BUENOS AIRES, 02 GEN - Un post di troppo è costato il posto al community manager dei social del presidente dell'Argentina, l'ultraliberista Javier Milei. Proprio sul profilo ufficiale della presidenza l'influencer Iñaki Gutiérrez, aveva infatti re-postato un messaggio di auguri di buon anno del suo profilo personale che lo ritraeva insieme alla fidanzata, l'influencer Eugenia Rolon.
Un'iniziativa aspramente criticata sui social e che ha fatto traboccare un vaso già colmo di pazienza all'interno dello stesso governo. Gutiérrez era infatti già inciampato in altre due occasioni dapprima trattando come calcinacci le pietre in omaggio ai morti di Covid collocate all'interno della sede del governo, e poi postando un'immagine del presidente nella sala di controllo anticrisi della Polizia Federale dove si poteva leggere la password per entrare nella rete wi-fi.
inaki gutierrez eugenia rolon
Gutierrez fa parte di un gruppo di giovani influencer 'libertari' che hanno rappresentato uno dei fattori centrali della vertiginosa ascesa politica di Milei e che ancora oggi, pur non avendo incarichi ufficiali, hanno accesso illimitato alla Casa Rosada e fanno parte del circolo intimo del presidente. Fonti del governo affermano di fatto che Gutierrez non è stato licenziato, ma che gli è stato solo tolto il controllo degli account ufficiali della presidenza.
L'allontanamento di Gutierrez è solo l'ultimo di una serie di cambiamenti repentini nello staff comunicazionale del presidente Milei. Prima di Natale, a pochi giorni dall'assunzione, si era dimesso Eduardo Roust, incaricato dei contatti con la stampa, mentre nei giorni scorsi sono state comunicate le dimissioni della sottosegretaria Belén Stettler, posta alla guida del sistema dei media statali e mai apparsa o presentata pubblicamente.
L’ARGENTINA DI MILEI SNOBBA I BRICS E ORA GUARDA AGLI USA
Estratto dell'articolo di Daniele Matrogiacomo per "La Repubblica"
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L’Argentina non farà parte dei Brics. Il presidente Javier Milei lo aveva detto subito dopo aver vinto le elezioni e lo ha reso noto ufficialmente con una lettera inviata a Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Il paese latinoamericano, che era stato invitato a entrare nei Brics a partire dal 1° gennaio di quest’anno, resta quindi fuori dal fronte che si pone come alternativa economica e geopolitica a quello guidato dagli Usa (cui aderisce la maggioranza dei paesi occidentali).
È una defezione importante, per il volume di export e per le già difficili relazioni con il Brasile, che resta il principale partner commerciale della regione. Dopo averlo pesantemente insultato in campagna elettorale, Milei non ha invitato Lula al suo insediamento.
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Ha preferito chiamare il predecessore Jair Bolsonaro, che ne ha approfittato per recarsi a Buenos Aires a rinsaldare il vecchio asse della destra estrema in America Latina mentre tenta di evitare il carcere dopo essere stato estromesso per 10 anni da ogni incarico pubblico.
Il rifiuto di aderire ai Brics è una scelta strategica, oltre che ideologica. Milei ha indicato Usa e Israele come i due paesi con cui intende sviluppare un rapporto privilegiato e, ora che la Russia inizia la sua presidenza di turno dell’alleanza del Sud del mondo, la posizione acquista una maggiore valenza geopolitica.
Milei, che ha prospettato di sostituire il peso con il dollaro come moneta nazionale, deve fare i conti con un’inflazione del 150 per cento, riserve di liquidità al minimo, un debito pubblico esorbitante, il 40 per cento della popolazione al di sotto della soglia di povertà. La valuta argentina è già stata deprezzata del 50 per cento.
messaggio di auguri di inaki gutierrez repostato dal profilo istituzionale
Per risalire la china bisogna invertire completamente la rotta.Occorre un segnale forte. Intanto, niente Brics; meglio restare nell’ambito occidentale sotto l’ombrello americano.
Il presidente ha ufficializzato il 29 dicembre il No con una missiva indirizzata ai cinque capi di Stato che guidano la coalizione.
Nella lettera Milei declina l’invito a partecipare al gruppo perché “ci pare inopportuno”, ma non rompe rapporti che restano importanti, se non fondamentali, soprattutto con Cina e Brasile. “Voglio sottolineare”, scrive il presidente, “l’impegno del mio governo per l’intensificazione dei legami bilaterali e in particolare per l’aumento dei flussi commerciali e di investimenti”. [...]
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