INCHIESTA DI MILENA GABANELLI SUI SITI DI NEWS IN EUROPA E NEGLI USA
Estratto dell'articolo di Milena Gabanelli e Francesco Tortora per il “Corriere della Sera”
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L’informazione non gode di buona reputazione. I politici si scagliano contro i giornalisti che li criticano, per loro sono tutti «faziosi», e cresce la diffidenza fra i lettori che si lamentano della qualità delle news. Secondo il Digital News Report 2023, studio del Reuters Institute dell’Università di Oxford condotto su un campione di 93 mila persone in 46 Paesi, solo il 34% degli italiani ha fiducia nelle notizie.
[…] Ma quali sono le notizie preferite dai lettori? Per capirlo Dataroom ha monitorato per 55 giorni, suddivisi in quattro periodi, le principali testate online europee e statunitensi: Corriere della Sera, The Guardian, Le Monde, Der Spiegel, El País, The Wall Street Journal e The Washington Post. Abbiamo escluso The New York Times perché non pubblica classifiche sul gradimento dei suoi utenti.
Le notizie più lette a confronto
notizie preferite dai lettori su siti di news dataroom
I 7 siti pubblicano ogni giorno una sezione dedicata agli articoli più letti e per il calcolo del «traffico» in tempo reale si affidano a strumenti interni di monitoraggio dei contenuti (la piattaforma «Ophan» per il Guardian) oppure a software esterni di analisi dati (Chartbeat, AT Internet, Adobe Analytics etc.).
Dal confronto emerge che i lettori di The Guardian (sito britannico con oltre metà degli utenti Oltremanica), Le Monde e Der Spiegel sono i più interessati alla politica internazionale. Negli Stati Uniti l’attenzione si concentra sui fatti economici e politici interni. Gli italiani e gli spagnoli hanno abitudini di lettura più variegate.
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[…] Il 14 maggio c’è il primo turno delle presidenziali in Turchia e Erdogan rischia di perdere il potere. L’esito, il giorno dopo, conquista la prima posizione su Guardian e Le Monde, la seconda sullo Spiegel, la quarta su El País, la 15esima sul Corriere, dove l’articolo più apprezzato è l’intervista esclusiva al campione di tennis Novak Djokovic.
Il 21 maggio i russi prendono Bakhmut: è la notizia più letta sul Guardian e Le Monde, seconda su El País e sul sito del settimanale Der Spiegel, decima sul Corriere, dove primeggia l’intervista allo storico portiere Ricky Albertosi. Il 23 maggio c’è il primo raid dei partigiani russi nella regione di Belgorod: prima posizione su Le Monde, seconda sul Guardian, terza su El País, sedicesima sul Corriere, dove in testa c’è la morte della giornalista Maria Giovanna Maglie.
Dove ci si allinea e le scelte degli abbonati
siti sui quali si informano gli italiani dataroom
Ci si allinea su 5 eventi. Il 26 aprile il presidente Xi Jinping ha il primo colloquio telefonico con Zelensky: prima posizione su Guardian, quinta su Corriere e El País. Il 14 maggio, finale di Eurovision: prima posizione su Corriere, Le Monde, Spiegel e El País. Il 17 maggio l’alluvione in Romagna è il pezzo più letto su Corriere, Guardian e Spiegel. Il 12 giugno la morte di Berlusconi è prima notizia su Corriere e Spiegel, seconda su Le Monde, terza sul Guardian, quinta su El País. Il 24 giugno c’è il tentativo di colpo di Stato della Wagner: notizia più letta ovunque, anche sui 2 siti americani (Wall Street Journal e Washington Post).
In generale sui 55 giorni monitorati, la guerra d’Ucraina è la notizia più letta 36 volte su Le Monde, 35 sul Guardian, 21 sullo Spiegel, 8 sul Corriere, 7 su El País, 6 sul Wall Street Journal e 5 sul Washington Post.
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Se però guardiamo cosa leggono gli abbonati di Corriere.it (per le altre testate i dati non sono disponibili), la presa di Bakhmut da decima diventa la quinta notizia più letta, l’intervista ad Albertosi da prima diventa 13esima, le conseguenze del tentato golpe a Mosca primeggiano per giorni e in generale le notizie sulla guerra restano sempre tra le più seguite. L’intervista a Djokovic si conferma tra gli articoli più letti anche tra gli abbonati […]
Una giornata qualunque
i siti di news piu seguiti in italia dataroom
Cosa succede invece in un giorno senza grandi breaking news? Il 6 luglio l’attenzione degli utenti di Corriere.it è monopolizzata dall’apertura del testamento di Berlusconi; sul Guardian domina il presunto ritorno del boss della Wagner Prigozhin a San Pietroburgo; i lettori di Le Monde si concentrano sul bilancio di una settimana di sommosse a seguito dell’uccisione del giovane Nahel.
Sul Washington Post l’articolo più letto riguarda i record del riscaldamento climatico, sul Wall Street Journal un ritratto della prima giudice afroamericana della Corte Suprema, Ketanji Brown Jackson. I lettori dello Spiegel si appassionano alla storia del capodoglio trovato morto con in pancia un’ambra grigia del valore di 500 mila euro, mentre quelli di El País seguono i risvolti delle elezioni politiche che si terranno il prossimo 23 luglio.
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Questione di fiducia
La fedeltà alla carta stampata sta precipitando ovunque, in Italia è al 16% (dieci anni fa era al 59%). Oggi il 70% degli italiani si informa su tv, siti e social media, che da soli valgono il 42% e sono la principale fonte d’accesso alle notizie online. I social talvolta diffondono notizie vere, ma mettono anche sullo stesso piano le verità e le peggiori menzogne e, al contrario degli editori, non rispondono di ciò che viene pubblicato sulle loro piattaforme.
i 10 siti in lingua inglese con piu abbonati dataroom
Secondo il Reuters Institute la fiducia nel mondo dell’informazione resta alta nel Nord Europa (con la Finlandia al 69%, Danimarca e Olanda al 57%), dove quasi il 60% degli utenti si informa direttamente sulle testate di news online. Il grado di fiducia scende nei Paesi con una rinomata tradizione giornalistica come Gran Bretagna (33%) e Usa (32%), per precipitare al 19% in Grecia. L’Italia si piazza al 34%. C’è un dato interessante che riguarda invece l’affidabilità delle notizie: è del 78% quella dell’Agenzia Ansa, del 71% quella di SkyTG24, del 67% il Sole 24 Ore, 63% il Corriere e 59% la Repubblica.
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Chi raccoglie più abbonamenti
Dai dati del Digital News Report 2023 il Nord Europa ha la percentuale più alta di utenti che si abbonano ai giornali online per avere un’informazione di qualità, la media è sul 35%; negli Usa siamo al 21%, in Francia 11%, Gran Bretagna al 9%, l’Italia è ferma al 12%, come 5 anni fa.
Nella classifica dei quotidiani con più abbonati online nel mondo a fine 2022 in testa c’è il New York Times: con 8,8 milioni di sottoscrizioni l’incasso supera addirittura quello che arriva dalla pubblicità. Seguono Wall Street Journal (3,2 milioni) e Washington Post (2,5 milioni). In Italia la leadership è del Corriere della Sera con 540 mila abbonati.
grado di fiducia nell informazione nel mondo dataroom
In generale il 22% sarebbe anche disponibile a sottoscrivere un abbonamento se trovasse «contenuti più inediti»; il 13% se non ci fosse pubblicità, il 32% se riuscisse a ottenere prezzi più bassi (cioè inferiori alle offerte che vanno dai 5 ai 9 euro al mese!). Il 42% invece vuole l’informazione gratis e dice che nulla potrebbe mai spingerlo ad abbonarsi.
Il potere dei lettori
E arriviamo al dunque: come campano i siti di news? Con gli abbonamenti e con la pubblicità. Notoriamente sui siti si trova di tutto, dalle notizie internazionali a quelle di politica interna, di costume, cronaca etc. Dai dati Audicom sui primi 5 mesi del 2023, confrontando i numeri sul traffico dei 4 principali siti web (Corriere, la Repubblica, il Fatto Quotidiano, il Messaggero), si scopre che, se si escludono le notizie di stretta attualità, i lettori italiani scelgono principalmente notizie a metà strada fra la cronaca e l’intrattenimento.
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Sono queste le pagine più consultate, e che consentono la raccolta pubblicitaria che serve a tenere in vita i siti, considerata la bassa propensione a pagare per il prodotto. Di conseguenza è inevitabile che si punti sugli argomenti che incontrano le richieste del grande pubblico rispetto a contenuti che richiedono più tempo, più costi e più rischi, ma «rendono» meno.
È utile sapere due cose:
1) il futuro politico, economico, culturale, sociale di ogni Paese dipende dal modo in cui i suoi membri sono, o non sono, informati;
2) già oggi l’85% della pubblicità finisce nelle tasche dei proprietari delle grandi piattaforme (Alphabet/Google, Meta/Facebook, Apple e Microsoft) che velocemente si prenderanno anche il resto, e saranno i loro algoritmi ad orientare l’informazione globale. Non è scritto da nessuna parte però che questa fosca prospettiva non si possa scongiurare.
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