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    “RICORDO LA PRIMA VOLTA CHE ANDAI A CASA DI PAOLO VILLAGGIO: MI APRÌ LA COLF. "SIGNORA, È ARRIVATA LA MOGLIE DI SUO MARITO" – PARLA MILENA VUKOTIC, LA MITOLOGICA PINA, MOGLIE DI FANTOZZI (MA NON SOLO) - "ERO UNA BALLERINA, NON BELLA E NEPPURE MAGGIORATA MA POI MI SCELSERO FELLINI E BUÑUEL" - LA COPERTINA DI PLAYBOY, IL FASCINO DELLA “NON BELLEZZA” E L’AMAREZZA DI TOGNAZZI PERCHE’ IL CINEMA NON LO CHIAMAVA… - QUANDO PROVO' A CONCUPIRE "MIMMO" (CARLO VERDONE) E LA BATTUTA DELLA SORA LELLA SULLA "SORCA" - VIDEO


     
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    Adriana Marmiroli per “la Stampa”

    MILENA VUKOTIC PAOLO VILLAGGIO MILENA VUKOTIC PAOLO VILLAGGIO

     

    Per tanti, se non per tutti, Milena Vukotic è la moglie di Fantozzi, la Pina.

    Un ruolo che le viene assegnato però al terzo film della serie, quando la regia passa da Luciano Salce a Neri Parenti. Fu Villaggio stesso a volerla. «Ci eravamo incrociati qualche volta in Rai, ma niente più. Poi mi telefona: vediamoci. Ti voglio nel prossimo Fantozzi. Pensavo a una parte di contorno, e invece entravo in pianta stabile».

     

    Sarebbe nata una grande amicizia con l'attore e la sua famiglia. Per via dei film, per altro una di famiglia lo era già. «Ricordo la prima volta che andai a casa sua: mi aprì la colf.

    "Signora, è arrivata la moglie di suo marito"».

     

    Non solo Fantozzi, però: nella sua carriera centinaia di titoli, cinema, tv e teatro, da Il fascino discreto della borghesia a Giulietta degli Spiriti, Amici miei e Nostalghia, Cantata di un mostro lusitano e La vita è sogno, Brecht, Genet, Beckett, Rilke. Più che giusto che il Bardolino Film Festival le abbia attribuito il Premio alla carriera. Forse altri avrebbero dovuto pensarci prima. Ma è sempre più dura per gli attori che hanno lo stigma della comicità. Nella foto scelta come manifesto dal festival, c'è lei giovanissima, filiforme e un po' enigmatica, quasi distante.

     

    MILENA VUKOTIC PAOLO VILLAGGIO MILENA VUKOTIC PAOLO VILLAGGIO

    In punta di piedi. Come mai le scarpette da punta?

    «Perché i miei esordi sono stati nella danza classica. Era il 1952, vivevo a Parigi. Avevo fatto il Conservatorio ed ero entrata nel corpo di ballo dell'Opera, con Roland Petit.

    Sei mesi lì, poi tre anni nella compagnia del Marquis de Cuevas, che a Monte Carlo aveva preso il posto di quella di Diaghilev. Una formazione che mi è tornata utile per "Ballando con le stelle": la classica è stata un'ottima base di partenza...».

    Nel 1960 però è già in Italia: non più ballerina ma attrice.

     

    Cinecittà e la compagnia Morelli-Stoppa. Cosa era accaduto?

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    «Avevo visto La strada di Fellini: ha smosso qualcosa dentro di me che mi ha fatto abbandonare tutto. Tornare a Roma e ripartire da zero. Ho vinto una borsa di studio per la tv e ho iniziato la solita trafila: agente, foto, provini. Quello che volevo assolutamente era incontrare Fellini: ce la feci. Avevo una lettera di presentazione, ma ero troppo timida e restò in tasca. Però mi prese per un piccolissimo ruolo nelle Tentazioni del dottor Antonio. Poi avrei fatto Giulietta degli Spiriti e Toby Dammit. Più in là, si sarebbe rimproverato di non avermi dato un ruolo importante, come invece Oshima e Buñuel».

     

    Entrata dalla porta principale?

    «Non proprio. Il mio è stato un percorso particolare. Non avevo studiato, non ero conosciuta. Non avevo neppure il fisico adatto... Come mi fece notare Renato Castellani, per me nel cinema non c'era posto: non ero una bellezza, né una maggiorata, non avevo una personalità dirompente, meglio se prendevo altre strade».

     

    Ma non si arrese. Cocciuta?

    «Certo, volevo recitare. Al cinema ho fatto cose carine, ma è il teatro che mi ha offerto di più. È ancora così: sono in tournée con A spasso con Daisy e con un monologo su madame du Châtelet. E a luglio iniziano le prove di Così è se vi pare. Al cinema piccoli ruoli: Dante di Avati, e poi Le fate ignoranti, la serie di Ozpetek...».

     

    Solo carini i tre film con Buñuel? Che ricordi ha?

    VERDONE VUKOTIC 56 VERDONE VUKOTIC 56

    «Cercava un'attrice che parlasse francese. Non mi fece nessun provino, gli bastò vedere "Venga a prendere un caffè... da noi". Don Luis incuteva rispetto, ma era gentile e gioviale. Amava il lato ludico della vita. Ricordo di avere avuto con me per tutte le riprese del Fascino discreto un libro su di lui che volevo fargli firmare. Ma non ne avevo il coraggio.

     

    Poi lo sognai: era in un bar di via Veneto, e nel sogno l'autografo glielo chiedevo. "Siamo tutti uomini liberi", scriveva. Era un segno e non potevo ignorarlo. Vinsi le mie paure, glielo raccontai. "Dovevo essere completamente ubriaco". disse. Poi sul libro scrisse "Siamo tutti uomini cosiddetti liberi". Era il simbolo dell'artista libero che impone il suo pensiero. Io lo avevo metabolizzato».

     

    gianni cavina e milena vukotic cornetti alla crema gianni cavina e milena vukotic cornetti alla crema

    Libera e imprevedibile anche lei: non fu forse sulla copertina di Playboy?

    «Conoscevo il fotografo Frontoni, all'epoca famosissimo. Mi propose di posare per lui a seno scoperto, voleva mostrare il mio lato sexy e bello. Playboy venne dopo. Acconsentii purché le foto non fossero fini a se stesse. E così fu: vennero alternate ad altre mie in "versione brutta", e accompagnate da un articolo di Blasetti sul fascino della non bellezza. Però quanti rimproveri dagli amici...».

     

    Villaggio a parte, chi ricorda con più affetto?

    «Lino Banfi: con lui ho fatto le commedie "erotiche" con Bouchet e Fenech, e per 10 anni Un medico in famiglia. Noi attori siamo giullari dalla vita sregolata e squilibrata, sempre in movimento. Per questo è così bello ma raro che i rapporti resistano nel tempo».

     

    milena vukotic foto di bacco milena vukotic foto di bacco

    Rimpianti?

    «Rifarei tutto».

     

    Sogni nel cassetto?

    «Un bel clown, magari che balla».

    Ma non è la Gelsomina della Strada?

    «Forse. Forse è giusto che il cerchio si chiuda dove tutto è cominciato».

    E Tognazzi? Con lui Venga a prendere e i due Amici miei.

    «Un ragazzaccio: cinico e beffardo, faceva scherzi a tutti. Solo parlando di cucina diventava serio. Non sempre felice, però: ai tempi della "Terrazza" si lamentava che il cinema non lo chiamasse più tanto».

    LINO BANFI E MILENA VUKOTIC LINO BANFI E MILENA VUKOTIC MILENA VUKOTIC 5 MILENA VUKOTIC 5 milena vukotic ballando con le stelle 1 milena vukotic ballando con le stelle 1 Milena Vukotic Milena Vukotic Milena Vukotic Milena Vukotic fantozzi pina milena vukotic fantozzi pina milena vukotic milena vukotic ballando con le stelle 2 milena vukotic ballando con le stelle 2 la moglie pina milena vukotic la moglie pina milena vukotic milena vukotic foto di bacco milena vukotic foto di bacco milena vukotich e alfredo baldi 3 milena vukotich e alfredo baldi 3 MILENA VUKOTIC MILENA VUKOTIC paolo villaggio maria cristina macca' milena vukotic paolo villaggio maria cristina macca' milena vukotic milena vukotic foto di bacco milena vukotic foto di bacco

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