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    “MINACCE AL PREFETTO”: L’EX MINISTRO ULTRACATTOLICO CARLO GIOVANARDI, CHE VEDE IL DEMONIO OVUNQUE, ANCHE NEL DOCU-FILM DI DAGO E MARCO GIUSTI, VA A GIUDIZIO. L’EX PARLAMENTARE ERA INDAGATO PER AVER CERCATO DI AIUTARE AZIENDE CONDANNATE POI NEL PROCESSO AEMILIA CONTRO LA ‘NDRANGHETA – INVECE DI SPROLOQUIARE SU “ROMA SANTA E DANNATA” PERCHE’ NON DA’ UNO SGUARDO ALLE CARTE CHE PARLANO DI INTERROGAZIONI PARLAMENTARI AL VELENO, MAIL DI FUOCO, RIUNIONI E INCONTRI CON IMPRENDITORI VICINI ALLE COSCHE, OLTRE A TUTTA UNA SERIE DI…


     
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    Giuseppe Baldessarro per https://bologna.repubblica.it/ - Estratti

     

     

    CARLO GIOVANARDI CARLO GIOVANARDI

    Inizierà il prossimo 27 marzo a Modena il processo contro l’ex senatore ed esponente del centrodestra, Carlo Giovanardi. Il lungo iter che ha portato a una serie di pronunciamenti da parte della Giunta per le elezioni al Parlamento (che si era opposta) e della Corte Costituzionale (favorevole invece al processo) è dunque arrivato a un punto fermo. Giovanardi andrà a giudizio per minacce e oltraggio a pubblico ufficiale.

     

    L’ex parlamentare era indagato per presunte pressioni nei confronti della Prefettura affinché riammettesse alcune imprese nella propria “White List” per i lavori della ricostruzione post sisma. Aziende di cui i titolari erano indagati (poi condannati) nell’ambito del processo “Aemilia” contro i clan della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna.

     

    GIOVANARDI GIOVANARDI

    Le carte dell’indagine parlano di interrogazioni parlamentari al veleno, mail di fuoco, lettere ufficiali e ufficiose, riunioni e incontri con imprenditori vicini alle cosche, oltre a tutta una serie di minacce, più o meno velate, ad esponenti della prefettura di Modena e a ufficiali delle stesse forze dell’ordine che con la Prefettura modenese lavoravano alle interdittive antimafia.

     

     

    (...) A quel punto gli imprenditori modenesi iniziarono a muoversi rivolgendosi a Giovanardi e ottenendo da lui un impegno fuori dal comune. Per la Dda bolognese si trattò un interessamento “invasivo ed illecito”, al punto che, oltre a Giovanardi, finirono poi nei guai anche alcuni funzionari della prefettura, accusati di aver sostenuto incautamente l’intervento del parlamentare. In particolare l’ex parlamentare minacciò persino il prefetto di Modena dell’epoca, Michele di Bari, «aggredito verbalmente in diverse occasioni per ottenere la mutazione dei provvedimenti adottati nei confronti di Bianchini». Tentativi non riusciti, di cui ora dovrà rispondere.

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