DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto dell’articolo di Corrado Zunino per www.repubblica.it
L''homo smartphone' perderà la vista lunga, diversi studi medici convergono verso questa conclusione. "Un tempo si attribuiva molta importanza alla genetica, oggi invece sappiamo che anche i fattori ambientali giocano un ruolo cruciale nell'insorgenza della miopia", ha già illustrato il professor Paolo Nucci, direttore della clinica universitaria dell'Ospedale San Giuseppe di Milano, promotore del primo congresso che, nel 2017, portò a Milano centocinquanta oculisti e rese pubbliche le prime, preoccupanti proiezioni. Erano queste: entro il 2050, in Italia e nel resto d'Europa, il 75-80 per cento della popolazione sarà miope. "La patologia, in virtù dello stile di vita caratteristico dei Paesi industrializzati, è in costante aumento".
Secondo un recente lavoro scientifico internazionale, guidato dal Dipartimento di Oftalmologia dell'Università Emory di Atlanta (Usa) e puntato sugli effetti sulla vista regalati dai due anni di pandemia, il confinamento domestico provocato dal coronavirus si è associato a un aumento dell'incidenza del difetto della vista tra i bambini (-0,3 diottrie). Rispetto ai cinque anni precedenti, nel 2020 la prevalenza della miopia è significativamente aumentata nella fascia preadolescenziale.
Ancora, il corso di laurea in Ottica e Optometria del Dipartimento di Matematica e Fisica dell'Università del Salento ha avviato uno studio che punta alla prevenzione della progressione miopica coinvolgendo un campione di più di duemila alunni dagli 8 ai 14 anni (scuola primaria e secondaria di primo grado). I dati di partenza sono questi: entro metà secolo la miopia sarà diffusa in oltre il 30 per cento delle persone in Europa (stima migliore rispetto a quella di cinque anni fa del professor Nucci), nel 40 per cento dei residenti negli Stati Uniti e in oltre l'80 per cento degli abitanti di Cina, Singapore e Corea del Sud. L'Organizzazione mondiale della sanità ha realizzato una stima globale, puntata sempre al 2050: il 52 per cento degli esseri umani avrà difficoltà nella vista da lontano.
"I Paesi più tecnologici hanno problemi acuti"
"L'impiego costante di dispositivi che richiedono attività visiva ravvicinata fa dire che la miopia sarà il modo di vedere più funzionale al nostro attuale stile di vita", dicono gli esperti. "L'occhio umano è programmato per la visione da lontano, cioè per lo sguardo all'infinito che garantisce una messa a fuoco spontanea", spiegano, "mentre la visione da vicino richiede un processo attivo di accomodazione con conseguente dispendio di energia e facile affaticamento". Non esiste ancora la prova scientifica che tutto questo sia figlio dell'era del telefonino, ma gli esperti traggono queste conclusioni: "Leggere gli schermi digitali e vivere al chiuso comporta uno sforzo continuo per gli occhi".
Di certo, stare all'aria aperta riduce il rischio di miopia.
(…)
A fianco della questione smartphone, hanno un'incidenza sul difetto della vista l'illuminazione e l'ampiezza degli ambienti, la postura delle persone e, abbiamo visto, il movimento fisico all'aperto. (…) Gli esperti sdoganano tv e console per videogame che, a differenza di smartphone e tablet, implicano una visione più fisiologica, a una distanza di almeno due metri.
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